IVA al 22%: l’aumento automatico scatta oggi 1 ottobre 2013. Come hanno annunciato molte associazioni sarà una vera e propria stangata per i consumatori, le cui tasche sono già falcidiate da tasse e aumenti di ogni genere.
L’aumento IVA ha un effetto a valanga su consumi (ricordiamo che il 2012 ha chiuso con un crollo del 4,3%), prezzi, occupazione, imprese e redditi, penalizzando le famiglie con meno possibilità economiche.
E’ per questo motivo che molte catene della grande distribuzione non ci stanno e si schierano proprio dalla parte dei consumatori, decidendo di non far ricadere sulle loro spalle l’aumento IVA al 22%. Di chi stiamo parlando? Ecco le 3 catene dove non scatterà l’aumento.
IKEA
La multinazionale svedese è una vera e propria “istituzione” in molte città, ma non per questo esente dagli effetti a valanga causati dall’IVA.
L’Amministratore delegato di IKEA Lars Petersson ha dichiarato:
“Il passaggio dell’imposta dal 21% al 22% non avrà impatto sul prezzo dei prodotti IKEA. Si tratta di un impegno notevole che ricambia, nei fatti, la fiducia che quotidianamente un gran numero di persone dimostrano visitando i nostri negozi”.
COOP
La COOP, uno dei grandi leader della grande distribuzione alimentare, stima che l’impatto dell’IVA sulle famiglie sarà pari a circa 200 euro annuali, con ricadute più pesanti sulle classi meno abbienti e la classe media, sempre se possiamo ancora parlarne con la dicotomizzazione che la crisi ha prodotto, che sembra aver diviso la società tra ricchi e poveri.
La COOP ha spiegato che:
“Opererà per limitare gli effetti dell’aumento IVA e chiederà ai propri fornitori di collaborare al medesimo obiettivo nell’interesse delle famiglie italiane perché l’aumento dell’IVA dal 21% al 22% colloca l’Italia tra le tassazioni indirette più alte dei paesi della UE”.
ESSELUNGA
Anche Esselunga rende noto in un comunicato che non ha intenzione di mutare la propria politica commerciale. L’aumento dell’IVA al 22%, che interesserà circa il 30% dei prodotti trattati dalla nota catena,
“è solo l’ultimo di una serie di forti pressioni economiche che ricadono sulle famiglie, alle quali Esselunga ha da sempre risposto ritardandone e limitandone l’applicazione, come ad esempio per gli aumenti subiti nel 2012 da parte del mondo della produzione, al fine di salvaguardare il potere d’acquisto dei clienti”.
Per questo motivo:
“Consapevole delle difficoltà che i propri clienti stanno attraversando, Esselunga ha deciso di non riversare su di loro neppure questo aumento dell’IVA, come in occasione di analoga situazione registrata a settembre del 2011”.
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