Arriva il fondo Atlante, le banche si salveranno da sole. 70% della dotazione sarà per adc?

Livio Spadaro

12/04/2016

12/04/2016 - 14:30

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Ha preso vita il fondo Atlante che si occuperà dei NPL e degli aumenti di capitale delle banche italiane. Da fonti di stampa, il 70% della dotazione sarà usata per gli adc.

Arriva il fondo Atlante, le banche si salveranno da sole. 70% della dotazione sarà per adc?

Ha preso vita il fondo al quale il governo, insieme ad istituzioni private, ha lavorato in questi giorni e che si prenderà carico degli aumenti di capitale e dei non-performing loans delle stesse.

Il fondo, chiamato Atlante, avrà una dotazione iniziale di €5 miliardi, estendibile a €6 miliardi, e potrà contare su un’operatività a leva. La durata del fondo Atlante sarà di 5 anni con la possibilità di estensione di altri 3 anni e sarà gestito da Quaestio SGR, presieduta da Alessandro Penati, che è al 37% di fondazione Cariplo.

Parteciperanno al fondo Atlante le maggiori compagnie assicurative, Unicredit, Intesa, alcune fondazioni, la Cassa Depositi e Prestiti (anche se in misura minore), Ubi banca e altre banche italiane. Si attende ancora il via libera dell’UE ma nel frattempo verranno consegnati i dossier ai partecipanti e si cercherà di velocizzare la costituzione del fondo in modo da renderlo già operativo per l’aumento di capitale di Popolare di Vicenza.

Infine, stando ad ultime indiscrezioni di stampa, il 70% della dotazione del fondo servirà a coprire gli aumenti di capitale mentre il restante 30% verrà utilizzato per aiutare le banche in difficoltà con i crediti deteriorati.

Banche: prende vita il fondo Atlante con €5 miliardi di dotazione

Ieri sera il governo ha comunicato che è stato raggiunto l’accordo per la creazione del fondo che si occuperà degli aumenti di capitale e delle sofferenze degli istituti più in difficoltà. Il fondo, chiamato Atlante, sarà gestito dalla SGR di Alessandro Penati, Quaestio, che è detenuta al 37% dalla fondazione Cariplo.

Il fondo Atlante avrà una dotazione iniziale di €5 miliardi, estendibile a €6 miliardi, e potrà contare sull’effetto leva. Ancora non è chiaro chi sono i partecipanti al fondo voluto dal governo ma in prima fila ci sarebbero Intesa San Paolo e Unicredit che verseranno €1 miliardo a testa.

La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) avrà un ruolo minore con un versamento di €300 milioni. €1 miliardo dovrebbe essere raccolto tra le compagnie assicurative (Generali, Unipolsai, Poste Vita) mentre un altro miliardo dovrebbe arrivare da un terzo ente che non sarà sicuramente Mediobanca. Il restante sarà suddiviso tra fondazioni e altre banche.

Banche: Atlante entrerà subito in campo per Popolare di Vicenza

Al fondo ovviamente non parteciperanno gli istituti per cui è stato creato, quindi Popolare di Vicenza, Carige, Banco Popolare e Montepaschi sono chiamati fuori. In attesa dell’ok della Commissione Europea, che comunque non dovrebbe opporsi, si cercherà adesso di velocizzare il più possibile l’ingresso dei capitali nel fondo.

In questo modo Atlante sarà già disponibile per l’aumento di capitale di Popolare di Vicenza previsto per il 10 maggio al quale si dovrà già intervenire. Il rischio di inoptato per l’aumento di capitale della banca vicentina è molto elevato ed è probabile che il fondo entri già in gioco e in maniera corposa e poi si passerà all’aumento di Veneto Banca.

Banche: Atlante agirà a valle delle cartolarizzazioni per gli NPL

L’altro obiettivo dichiarato del fondo è quello di alleggerire gli istituti di credito più in difficoltà con i crediti deteriorati (che non sono pochi).

Per questo obiettivo, Atlante agirà sulle cartolarizzazioni acquistando tranche junior (più rischiose) contando su quelle senior a garanzia pubblica (GACS) sulle quali ci sarebbe già un forte interessamento da parte degli investitori. In questo modo, i crediti verrebbero acquistati a prezzi più elevati di quelli di mercato anche se in questo modo gli NPL acquistati non sarebbero moltissimi.

Banche: 70% del fondo Atlante servirà per gli aumenti di capitale?

Stando a fonti di stampa, il 70% della dotazione del fondo Atlante dovrebbe essere destinata agli aumenti di capitale con la sottoscrizione della parte inoptata. Il fondo potrebbe inoltre rilevare una delle banche oggetto dell’aumento tramite appunto la sottoscrizione dell’inoptato. Il restante 30% del fondo servirà a gestire la delicata situazione dei crediti deteriorati con l’uso di una leva non superiore a 1,5 volte il valore dell’equity.

Banche: lo Stato si occuperà di riforme, presto decreto su rientro sofferenze

Atlante genererà rendimenti visto che verrà lanciato da Quaestio come fondo d’investimento alternativo. Infine, lo Stato giocherà un ruolo di accompagnamento del fondo sostenendolo attraverso la messa in atto di alcune riforme.

La prima riforma sarà un decreto che permetterà di velocizzare il rientro dei crediti deteriorati in modo da rendere più brevi i tempi di rientro.

In attesa di ulteriori novità, le azioni delle banche in asta di pre-apertura sembrerebbe che siano pronte ad aprire in generale rialzo.

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