Antitrust Ue su aiuti di Stato all’Ilva: “Italia recuperi 84 milioni”

Francesca Caiazzo

21 Dicembre 2017 - 16:05

La Commissione europea ha concluso l’indagine sugli aiuti di Stato erogati all’Ilva: l’Italia deve recuperare 84 milioni di euro concessi illegittimamente

Antitrust Ue su aiuti di Stato all’Ilva: “Italia recuperi 84 milioni”

Due delle cinque misure di sostegno erogate all’Ilva dallo Stato italiano sono illegittime.

È la conclusione cui è giunta la Commissione europea chiedendo all’Italia il recupero di circa 84 milioni di euro.

Dalla commissione arriva anche l’esortazione a procedere alla bonifica delle aree inquinate in tempi celeri proprio nel momento in cui la questione ambientale è al centro dello scontro tra governo, da una parte, e Regione Puglia e Comune di Taranto – che hanno presentato ricorso al Tar contro il piano di risanamento ambientale – dall’altra.

Gli aiuti illegittimi

L’indagine della Commissione europea era partita nel gennaio dello scorso anno in seguito a quattro denunce presentate tra il 2014 e il 2015, da parte di gruppi concorrenti del mercato, che ritenevano illegali gli aiuti ricevuti dall’Ilva da parte dello Stato.

Delle cinque misure che l’Italia ha erogato al gruppo siderurgico, secondo Bruxelles, due violano le regole comunitarie in materia di aiuti di Stato. Si tratta in particolare una garanzia su un prestito da 400 milioni e un prestito pubblico di circa 300 milioni.

Due interventi pubblici che

“hanno conferito all’Ilva un vantaggio indebito, grazie al quale ha potuto finanziare le proprie operazioni correnti”

scrive la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager in una nota.

La Commissione ha deciso così che il nostro Paese deve recuperare 84 milioni concessi illegittimamente spiegando inoltre che

“La migliore garanzia di sostenibilità futura della produzione siderurgica dell’area di Taranto consiste nella cessione degli attivi dell’Ilva a condizioni di mercato; l’impresa non può dipendere dal sostegno artificiale dello Stato”.

Il futuro dell’Ilva dipende dalla gestione, che deve essere oculata, e dall’adeguamento degli stabilimenti alle norme ambientali vigenti, per questo Vestager invita ad avviare in tempi celeri la bonifica dell’area inquinata.

La questione ambientale e l’incognita Tar

La decisione di Bruxelles arriva in un momento particolarmente caldo della questione Ilva, acquisita di recente da ArcelorMittal (operazione sulla quale pende un’altra indagine approfondita da parte dell’Antitrust Ue).

Ed è proprio la questione ambientale al centro di uno scontro istituzionale tra il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il quale insieme al sindaco di Taranto ha presentato un esposto al Tar contro il piano di risanamento ambientale della nuova società.

La decisione di ricorrere al tribunale amministrativo ha fatto infuriare il ministro che qualche settimana fa aveva sospeso i tavoli di trattativa con i sindacati (chiamati a valutare il piano industriale di Arcelor Mittal) e che nelle ultime ore ha annunciato lo spegnimento dello stabilimento dell’Ilva di Taranto per il prossimo 9 gennaio se il ricorso non verrà ritirato.

Soddisfazione, invece, Calenda, la esprime per la decisione della Commissione Ue che

“ha riconosciuto la compatibilità con il quadro normativo europeo sugli aiuti di Stato delle misure adottate dal governo italiano a partire dal 2014 alla sola condizione della rideterminazione di maggiori interessi con riferimento a due specifiche misure (un finanziamento ed una garanzia) che corrispondono a 84 milioni su un valore di oltre due miliardi del totale delle misure investigate”

ha scritto in una nota.

Nel frattempo, da Bruxelles il lavoro di indagine sull’operazione di acquisizione dell’Ilva va avanti come precisato nella comunicazione ufficiale:

“L’odierna decisione in materia di aiuti di Stato non incide sulle conclusioni degli altri procedimenti d’infrazione relativi alle norme ambientali che la Commissione sta conducendo attualmente, né sull’indagine relativa all’acquisizione degli attivi dell’Ilva da parte di ArcelorMittal InvestCo, in merito alla quale la Commissione adotterà un’altra decisione alla luce delle norme europee sulle concentrazioni”.

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