Al Sud tutti alcolisti e donnaioli? Dati alla mano non è così, mr. Dijsselbloem

Christian Dalenz

23/03/2017

Il presidente dell’Eurogruppo dice che chi ha ricevuto soldi dai Paesi del Nord se li sarebbe spesi con alcol e donne. Dati alla mano non sembrerebbe e molti dei Paesi offesi sono in linea con la media UE di spesa in alcol e prostituzione.

Al Sud tutti alcolisti e donnaioli? Dati alla mano non è così, mr. Dijsselbloem

La premessa è che “durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti” e, sebbene la solidarietà sia importante, non è possibile che chi la richieda si metta a “spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto”. Queste sono state le parole di Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo (di cui fanno parte tutti i Paesi appartenenti all’area euro) al Frankfurter Allgemeine Zeitung. Frasi che hanno incendiato una polemica, come se la tensione in Europa non sia stata già alta per via delle crisi attraversate negli ultimi anni.

La provocazione sarebbe da rigettare di per sé, visto il basso livello. Una dichiarazione piuttosto sessista, visto che quel “donne” sottintende probabilmente la prostituzione femminile. Chiedere l’allontanamento di chi l’ha fatta, come sta avvenendo da più parti, il minimo. Ma visto il livello decisionale di cui il signor Dijsselbloem si fregia, potremmo provare a vedere se quanto afferma sia vero. Ovvero, se effettivamente i Paesi sotto programma di aggiustamento economico- finanziario patrocinato dalla cosiddetta Troika stavano effettivamente spendendo tutti i propri denari in quel modo. Verificare insomma se la frase aveva un senso o fosse una sparata basata su puro pregiudizio.

Va in primo luogo ricordato quali sono questi Paesi. Si tratta, in ordine cronologico, di Grecia (2009), Irlanda (2010), Portogallo (2011), Spagna (2012) e Cipro (2013). Tra questi dunque figura anche un Paese del Nord Europa, l’Irlanda. Gli aiuti sono stati erogati a istituzioni pubbliche, generalmente il governo, tranne nel caso spagnolo in cui sono finiti a un fondo pubblico per la ricapitalizzazione delle banche. Ora, è difficile verificare se il settore pubblico di ciascuno di questi Paesi spenda effettivamente qualcosa in alcol e prostituzione (perché immaginiamo che questo sia quanto Dijsselbloem intendeva per “donne”). Proviamo dunque a vedere le abitudini dei popoli di questi Paesi, ipotizzando che il presidente dell’eurogruppo volesse dire che questi tipi di consumi fossero in qualche modo sussidiati.

Ciò che ci apprestiamo a verificare è se al momento della richiesta degli aiuti, in quei Paesi ci fosse davvero un alto consumo di bevande alcoliche e di prostituzione e se la tendenza, considerando anche gli anni precedenti, fosse in aumento. Per semplicità considereremo come punto di partenza dell’analisi il dato dell’anno precedente l’inizio del programma di aggiustamento. Per capire se il consumo fosse davvero alto, lo confronteremo con la media UE dello stesso anno. I dati provengono dall’Eurostat, dove sono disponibili dal 1995 in avanti, fino al 2015.

Per quanto riguarda la prostituzione siamo costretti a considerare, per la media UE, non tutti e 28 i Paesi, ma solo i 17 per i quali sono disponibili i dati.

Tabella 1: consumo di alcol e prostituzione per i Pigs+Cipro e media UE nell’anno precedente l’inizio del programma di aggiustamento.

Fonte: Eurostat

Dalla tabella 1 possiamo vedere che i 5 Paesi hanno superato le medie UE delle due variabili in 3 casi: gli irlandesi e i ciprioti hanno consumato più alcol rispetto agli altri europei; e i portoghesi spendono più degli altri nella prostituzione. Negli altri casi però questi consumi sono più bassi della media.

Inoltre, anche l’ipotesi che nel cammino verso la crisi dei debiti sovrani tutti questi Paesi abbiano progressivamente aumentato il loro consumo di alcolici e di prostitute/i risulta smentita.

Tabella 2: consumo in alcol in percentuale al totale della spesa delle famiglie (1995-2012).

Fonte: Eurostat

Possiamo vedere che il consumo di alcol è stato sempre più alto della media solo in Irlanda. Per gli altri Paesi, sempre più basso, tranne a Cipro dove è diventato più alto della media dal 2004 in avanti.

Tabella 3: consumo di prostituzione in percentuale al totale della spesa delle famiglie (1995-2012).

Fonte: Eurostat

Per quanto riguarda la prostituzione, solo il Portogallo ha registrato valori costantemente superiori alla media. Negli anni immediatamente precedenti la crisi si è avuto un aumento anche a Cipro. Irlanda e Grecia sempre sotto la media.

Il lettore avrà notato che manca il dato sul consumo di prostituzione in Spagna. Su Eurostat è marcato con “c”, che significa “confidential”, riservato. Ciò significa che il governo spagnolo non desidera rendere noto il dato. Possiamo purtroppo solo basarci su altre fonti. Il database di Havoscope indica la Spagna come il Paese con il più alto tasso di spesa pro capite per prostituzione al mondo. Il secondo Paese UE in questa classifica è la Germania (quarta in totale): nemmeno per i tedeschi sono disponibili i relativi dati sul sito di Eurostat.

Ricapitolando il tutto: i casi di Irlanda nell’alcol e di Portogallo e Spagna nella prostituzione verrebbero incontro alla tesi di Dijsselbloem. In linea generale però, quanto da lui affermato non avviene sempre. Non possiamo dire che per regola si tratta di Paesi morigerati, ma nemmeno così “peccatori” come denunciato dal presidente dell’eurogruppo, il quale sembra proprio aver parlato per pregiudizio, più che con i dati in mano.

L’Olanda, il Paese di Dijsselbloem, non rende noti i propri dati sul consumo di alcol e prostituzione: anche qui Eurostat li classifica come “confidential” (ciononostante il servizio statistico rende comunque note le medie per la UE-28 e dunque prima abbiamo ragionato su questi dati). Disponiamo però dei dati sull’alcol da un’altra fonte: l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS).

Tabella 4: consumo di alcol per capita nei Paesi OCSE nelle persone dai 15 anni in su (2015)

Fonte: OMS

Secondo questa tabella l’Olanda avrebbe avuto nel 2016 un consumo di alcol pro capite, tra i Paesi OCSE, più basso della media; ma quello di Grecia e Cipro è stato ancora inferiore. Appena superiori alla media invece quelli di Germania, Spagna, Irlanda, un po’ più alto quello del Portogallo.

Se il lettore è interessato, può verificare qui i livelli assoluti di alcol pro capite consumati nei Paesi UE e vedere che la situazione è più discontinua con questo indicatore. Ma una misura che relativizza le spese in esame sul totale della spesa per famiglia ci sembrava più idonea e coerente con l’affermazione di Dijsselbloem, relativa proprio alla spesa.

Una scoperta curiosa fatta durante la stesura di questo articolo: mentre l’uso di alcol tra i Paesi UE è rimasto generalmente lo stesso, secondo l’Eurostat invece l’andamento del consumo di prostituzione è sceso da quando siamo entrati nell’euro, con solo un leggero rimbalzo nel 2010. Ai posteri l’ardua interpretazione.

Fonte: Eurostat

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it