Il Governo si è impegnato in una profonda battaglia contro l’evasione fiscale. Ecco alcuni importanti strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.
Mai come quest’anno l’Agenzia delle Entrate ha avuto a disposizioni tanti strumenti di lotta all’evasione fiscale. E’ la conseguenza di una grave anomalia: l’Italia è il secondo Paese nell’Unione Europea per evasione fiscale (dietro solo alla Grecia).
Ecco una breve rassegna degli strumenti che l’Agenzia delle Entrate può utilizzare sin da subito per combattere l’evasione fiscale.
Agenzia delle Entrate e strumenti anti evasione fiscale: la "voluntary disclosure"
Lo strumento anti evasione fiscale più in voga del momento è sicuramente la "voluntary disclosure" (collaborazione volontaria). Si tratta di uno strumento con il quale i contribuenti italiani che detengono capitali all’estero non dichiarati possono sanare la propria posizione con il fisco fruendo di una protezione dal punto di vista penale.
La scadenza originaria era fissata al 30 settembre 2015, poi prorogata al 30 novembre.
Ad oggi si stima un recupero da evasione fiscale per capitali trasferiti all’estero pari ad 1,4 miliardi. A questi occorre aggiungere il gettito addizionale potenziale che potrà essere generato nei prossimi anni quando questi contribuenti avranno definitivamente regolato la propria situazione.
Agenzia delle Entrate e strumenti anti evasione: il redditometro
Un altro strumento importante di lotta all’evasione fiscale è il nuovo redditometro 2015. Si tratta di un mezzo che quest’anno si arricchisce delle modifiche volute dall’Agenzia delle Entrate per accogliere i pareri prodotti dal Garante della Privacy.
In particolare, sono stati eliminati i dati stimati per la ricostruzione del reddito attribuibile al contribuente. L’unica eccezione è prevista per le cosiddette “spese per elementi certi” cioè quelle derivanti da cespiti già noti all’Agenzia delle Entrate.
Agenzia delle Entrate e strumenti anti evasione fiscale: maggiore controllo sui conti correnti bancari
Per combattere l’evasione fiscale l’Agenzia delle Entrate sta monitorando con maggior forza i dati rilevabili dai conti correnti bancari dei contribuenti. Oggi l’anagrafe dei rapporti finanziari contiene parecchi dati che possono essere utilizzati dal fisco per verificare il rischio di evasione fiscale.
Per i conti correnti fa il suo esordio anche il dato della giacenza media, riferimento utilizzato anche dall’indicatore ISEE.
Gli studi di settore come strumento di compliance oltre che di lotta all’evasione fiscale
L’Agenzia delle Entrate si avvale da anni dello strumento degli studi di settore. Si tratta di un metodo di accertamento induttivo che, utilizzando vari parametri, mira a valutare la capacità di produrre reddito da parte del contribuente. Nella realtà esso si è però trasformato più in uno strumento di compliance. Recentemente sia la Corte dei Conti sia il ministro Padoan hanno sottolineato “l’importanza marginale degli studi di settore rispetto alla correzioni delle basi imponibili dichiarate”. E ciò anche per effetto dei correttivi anti crisi che hanno reso congrui molti più contribuenti rispetto al passato.
La comunicazione dei beni/finanziamenti ai/dei soci e familiari dell’impresa
L’Agenzia delle Entrate può verificare anche come i beni dell’impresa vengano utilizzati dai soci o dai familiari dell’impresa/imprenditore. Questo per evitare comportamenti elusivi per effetto dei quali un bene, per esempio, viene utilizzato totalmente per fini privati ma dedotto fiscalmente nella dichiarazione dei redditi dell’impresa.
Con la comunicazione dei beni in uso a soci o familiari, si comunicano all’Agenzia delle Entrate i dati dei soci e dei familiari dell’imprenditore che hanno ricevuto in godimento beni dell’impresa, qualora sussista una differenza tra il corrispettivo annuo relativo al godimento del bene ed il valore di mercato del diritto di godimento, con riferimento all’anno precedente. La scadenza che dovrebbe rimanere a regime è quella del 30 ottobre di ogni anno.
Nel caso, invece, di finanziamenti da parte di soci o familiari,si tratta di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati delle persone fisiche soci o familiari dell’imprenditore che hanno concesso all’impresa, nell’anno precedente, finanziamenti o capitalizzazioni pari o superiori ad euro 3.600,00.
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