Scade oggi il termine per il pagamento dell’Acconto IVA di Dicembre 2014: ecco cosa potrebbe cambiare nel 2015 per coloro che non effettuano il versamento, alla luce della nuova normativa sulla Delega Fiscale.
Tra i vari provvedimenti licenziati dal Consiglio dei Ministri dello scorso 24 Dicembre vi è anche il Decreto Legislativo che attua la delega fiscale ricevuta dal Governo e che è ora all’esame delle Commissioni Parlamentari per i pareri relativi che, tuttavia, non avranno grande incisività, dal momento che la delega in materia è stata, appunto, assegnata all’Esecutivo.
Proprio alla luce della scadenza di oggi relativa al pagamento dell’Acconto IVA di Dicembre 2014 è opportuno capire cosa potrebbe succedere nel 2015 per coloro che non provvederanno al pagamento dell’acconto entro i termini previsti dall’Erario.
Soglie di punibilità
La novità di certo più importante per i contribuenti è l’innalzamento della soglia di punibilità per l’omesso versamento dell’IVA e delle ritenute che, qualora il decreto non fosse modificato in tal senso, verrebbe elevata dagli attuali 50000 a 150000 euro. Gli effetti di tale misura saranno molteplici e tutti di grande rilevanza:
- circa un terzo dei procedimenti penali aperti nelle Procure italiane per quello che, ad oggi, è considerato un reato di natura penale verranno a cadere, dal momento che tutti gli indagati e gli imputati non ancora definitivamente condannati, potranno beneficiare dell’innalzamento della soglia, ottenendo, in tal modo un’archiviazione del loro procedimento.
- mentre, ad oggi, se gli importi IVA o le ritenute non versate superavano la somma di 50000 euro, il disegno di legge sulla certezza del diritto, messo in campo anche alla luce dell’attuale crisi economica, renderà meno stringenti le pene sulle violazioni economiche più ristrette mentre rimarrà in vigore solo per i casi più gravi. La soglia per la quale è previsto l’apertura di un fascicolo in Procura, se il provvedimento dovesse passare, sarà quindi fissata a 150000 euro mentre le violazioni di entità minore si configurerà il solo reato di natura amministrativa. Se il provvedimento diventerà effettivo, avrà delle conseguenze, anche sugli omessi versamenti dell’Acconto IVA di Dicembre 2014, in scadenza oggi.
- per quanto riguarda i procedimenti già aperti nelle procure e ancora pendenti, sarà applicato il principio in base al quale le disposizioni penali più favorevoli si applicheranno anche per il passato. Ciò dovrebbe implicare che circa un terzo dei processi penali in corso (8500 su un totale di 25000), per questo reato dovrebbe venire a cadere. La situazione che si verrebbe a configurare, qualora il testo del decreto venisse approvato in via definitiva, sarebbe, tuttavia non omogenea, dal momento che si prevede che la maggior parte dei processi penali soggetti ad archiviazione saranno quelli relativi alle piccole e medie imprese e alle imprese individuali, per le quali l’importo dei mancati versamenti è rimasto spesso al di sotto dei 150000 euro in questi anni a causa della crisi economica e della correlata mancanza di liquidità dovuta soprattutto alle difficoltà di accesso al credito.
Omesso Versamento e Omessa dichiarazione IVA
Alla situazione descritta sopra, e alle probabili conseguenze che potrebbe avere sulle procedure penali in corso, occorre aggiungere che molte di queste ultime sono state chiuse nel 2014 e altri fascicoli saranno chiusi nei prossimi anni non solo per le nuove norme che potrebbero presto diventare operative ma anche per la sentenza 80/2014 della Corte Costituzionale che, per i reati fiscali commessi fino al 2011, ha equiparato le soglie di punibilità per l’omesso versamento e l’omessa dichiarazione IVA.
Dichiarazione Infedele
Per quanto riguarda il reato di dichiarazione infedele, ovvero il reato commesso da chi indica nella dichiarazione dei redditi o nella dichiarazione IVA, attivi minori o passivi fittizi è previsto un ulteriore facilitazione dal decreto licenziato dal Governo. Se nella normativa vigente la soglia di punibilità scatta se l’imposta evasa supera i 50000 euro e se, contemporaneamente, il fatturato sottratto all’imposizione è superiore al 10% del totale di quello dichiarato o comunque è superiore a due milioni, il decreto sulla delega fiscale dovrebbe innalzare entrambe le soglie di punibilità, prevedendo non solo che l’imposta evasa debba superare i 150000 euro ma anche che i fatturati sottratti all’imposizione fiscale sia superiore ai 3 milioni di euro.
Ravvedimento
Sempre al fine di snellire il lavoro delle Procure italiane, ormai oberate da ingenti moli di lavoro, anche riguardo ai reati fiscali, il decreto legislativo emanato dal Governo prevede che non si configuri il reato (penale) in tutti i casi in cui l’importo dei redditi o dell’IVA evasi non superi il 3% di quelli dichiarati. Sia che si tratti di omesso versamento di IVA o di ritenute sia di dichiarazione infedele, in tutti questi casi sarà possibile, attraverso l’adesione ai procedimenti di acquiescenza, evitare il contenzioso penale.
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