2 bond Intesa Sanpaolo con cedole a 3 mesi e tassi decrescenti a partire da 8,50%

Stefano Vozza

11 Ottobre 2025 - 07:25

Obbligazioni in valuta diversa dall’euro e a tassi fissi e decrescenti con la cedola staccata ogni 3 mesi al pari del BTP Valore

2 bond Intesa Sanpaolo con cedole a 3 mesi e tassi decrescenti a partire da 8,50%

In attesa della nuova serie del BTP Valore ecco alcune emissioni corporate tra i principali istituti di credito. È il caso della banca guidata da Carlo Messina, che ha lanciato a mercato tre distinte tranche con tratti in comune eccettuo la durata e i tassi nominali annui. Soffermiamoci sulle durate più corte, anticipando che si tratta di 2 bond Intesa Sanpaolo con cedole a 3 mesi e tassi decrescenti a partire da 8,50%, tutte denominate in valuta estera.

Il bond Intesa Sanpaolo con cedola step down a 5 anni

L’obbligazione più corta è un quinquennale con ISIN IT0005671521, data emissione 6 ottobre ’25 e rimborso finale alla stessa data del 2030. Non essendo del tipo callable c’è che il prestito obbligazionario arriverà a naturale scadenza, salva la libertà di rivenderlo a propria discrezione.
Al pari delle altre due tranche si tratta di un bond retail rivolto a risparmiatori individuali, con i titoli negoziabili sul mercato MOT e su EuroTLX di Borsa Italiana. Lo si acquista allo sportello o tramite banking online se abilitati, presso la banca con cui si detiene il conto titoli.
Il taglio minimo di sottoscrizione è di 2.000 dollari americani, che al cambio attuale €/$ di 1,163 fanno all’incirca 1.719 € più spese di commissione. Sempre sul fronte delle spese bancarie ricordiamo il costo annuo del dossier titoli, di norma oneroso nell’ordine delle decine di euro. Tuttavia, trattandosi di una spesa fissa la sua incidenza si riduce, cioè si spalma, nel caso di più prodotti in portafoglio. Sul fronte Fisco, invece, la ritenuta sugli interessi è del 26%, mentre l’imposta di bollo è dello 0,2% annuo sul valore del bond al tempo dei calcoli.

Cedole trimestrali e tassi fissi e decrescenti

Le tre neo tranche retail di Banca Intesa sono del tipo step-down, cioè a tassi fissi e decrescenti con il passaggio da uno step al successivo. Nello specifico il payout nominale annuo del quinquennale è pari a:

  • 6,50% lordo il 1° anno, il 4,81% al netto di ritenuta fiscale;
  • 4,50% (3,33% netto) per il solo 2° anno;
  • 3,00% lordo e 2,22% netto il 3°, 4° e 5° anno di vita dell’obbligazione.

Facciamo due calcoli. Immaginando di acquistalo a 100 in origine e di tenerlo fino alla fine, il cumulo delle cedole sarebbe del 20% per un ipotetico 4,00% annuo lordo. Al netto della ritenuta verrebbe il 2,96%, sufficiente per ripagarsi le spese fiscali e bancarie fino al termine, incluso il futuro costo medio della vita se pari al 2% o poco più.

L’obbligazione in scadenza nel 2032

A seguire ecco il bond in scadenza il 6/10/2032, 2 anni in più del precedente per un totale di 7 anni. L’identificativo è IT0005671547 e valgono più considerazioni viste prima, ossia emittente, taglio minimo e valuta di denominazione coincidono. Invece varia la durata complessiva dell’investimento e la struttura dei tassi nominali annui. In questo caso il titolo paga (sempre cedola trimestrale) quanto segue:

  • 8,50% lordo, pari al 6,29% netto, il solo 1° anno;
  • 4,00% (2,96% netto) il 2° e 3° anno;
  • 3,50% (2,59% netto) in ciascun anno dell’ultimo quadriennio.

Immaginando anche qui di acquistarlo in principio e di tenerlo fino alla fine. Il monte cedole sarebbe del 30,5% lordo, il 22,57% al netto della sola ritenuta. Spalmandolo per i 7 anni di vita totale ne verrebbe fuori una cedola media annua lorda ponderata del 4,357%.

2 bond Intesa Sanpaolo con cedole a 3 mesi e tassi decrescenti a partire da 8,50%

Un punto di forza dei due titoli sta nella ricca cedola dei rispettivi primi anni. Un contro è che questo tasso robusto è previsto solo per un anno, un discorso che pesa di più soprattutto sul settennale. Quest’ultimo, poi, vede dimezzare i tassi già dal 2° anno, mentre un atterraggio ‘più morbido’ forse non sarebbe stato male. Avrebbe fatto bene al portafoglio dell’investitore e protetto meglio il titolo contro possibili rischi di mercato. Tuttavia, nel complesso i ritorni medi ponderati offerti sono sopra gli yield dell’obbligazionario sovrano nazionale pari scadenza.
Poi va detto che l’effettivo a scadenza dell’investimento dipende anche dai propri prezzi di carico e scarico dei titoli. Al riguardo, e in base agli attuali scenari e contesti di mercato, risulta difficile pensare che i corsi si possano apprezzare così tanto sopra la parità da qui al termine.
Tuttavia, oltre al rischio di mercato, di tassi e di inflazione il vero banco di prova dei due bond sarà il futuro tasso di cambio. Di quanto si apprezzerà o deprezzerà il biglietto verde a scadenza o alla data di rivendita? Un eventuale deprezzamento del $ USD verso l’€ ridurrebbe il rendimento, rendendolo negativo nei casi estremi. Viceversa un apprezzamento produrrebbe un extra gain da cambio da aggiungere alle cedole.
In definitiva, questi prodotti trovano maggiori margini di spendibilità tra chi intende diversificare il portafoglio pigiando sul tasto ‘risk on’. Gli ingredienti dei bond hanno la forza di incidere sullo yield nominale rafforzandolo, annullandolo o lasciandolo invariato nei soli scenari neutri. Tutto si giocherà attorno alle future dinamiche della coppia di valute dell’investitore nazionale e di denominazione dei titoli.

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