Voti M5S intercettati dal centrodestra: ecco l’arma di Salvini per vincere le elezioni

Alessandro Cipolla

1 Marzo 2017 - 15:32

Il M5S perde consensi anche se viene dato come primo partito del paese, tutti voti intercettati dal centrodestra specie dalla Lega: questa è l’arma di Salvini per vincere alle elezioni.

Voti M5S intercettati dal centrodestra: ecco l’arma di Salvini per vincere le elezioni

M5S in calo nei sondaggi mentre il centrodestra continua a salire: è presto spiegato il segreto della rimonta dei partiti della coalizione, con la Lega Nord di Matteo Salvini sempre più in ascesa verso la conquista di Roma.

Leggendo i dati snocciolati dai sondaggi politici degli ultimi mesi, il Movimento 5 Stelle avrebbe fatto registrare un forte calo. Tutti voti questi che sarebbero stati intercettati dal centrodestra, che invece si è ricompattato attorno alle figure dei suoi tre leader ed ora può essere considerato il grande favorito per le prossime elezioni.

Se Salvini riuscirà a superare le diffidenze di Silvio Berlusconi su una sua candidatura come premier, il leader del carroccio poi avrà un anno di tempo per continuare a rosicchiare consensi ai 5 Stelle, unico grande bacino di voti dal quale il centrodestra può attingere.

Un fattore questo che può condizionare fortemente la prossima campagna elettorale, che al momento si annuncia assolutamente incerta e sulla quale pende ancora la spada di Damocle della nuova legge elettorale.

Il calo del M5S e la crescita del centrodestra

Per capire come sia cambiata la situazione politica italiana, possiamo prendere come riferimento i sondaggi politici che l’istituto EMG Acqua realizza praticamente con cadenza quasi settimanale per il TG di La7 di Enrico Mentana.

Dopo le favorevoli esperienze delle ultime amministrative e del Referendum del 4 dicembre, anche se non sono sicuramente una Bibbia i sondaggi realizzati da EMG Acqua possono essere considerati se non perfetti quantomeno realistici.

Partiamo quindi nel vedere come l’istituto fotografava il gradimento dei vari partiti politici il 27 giugno scorso, all’indomani delle ultime amministrative che hanno rappresentato il picco più alto raggiunto dal Movimento 5 Stelle.

  • Movimento 5 Stelle 31,7%
  • Partito Democratico 31,2%
  • Lega Nord 12,4%
  • Forza Italia 11,7%
  • Fratelli d’Italia 4,3%
  • Sinistra Italiana 3,4%
  • Nuovo Centro Destra 3,3%

La situazione quindi alla fine dello scorso giugno vedeva il Movimento 5 Stelle primo partito del paese, tallonato però dal Partito Democratico. Tutti i partiti di centrodestra invece, escludendo comunque Ncd, neanche sommati assieme riuscivano ad avvicinarsi ai grillini e al Pd.

Otto mesi dopo lo scenario invece è decisamente cambiato. Le vicissitudini del sindaco Virginia Raggi a Roma hanno di fatto molto fiaccato il Movimento 5 Stelle, mentre nel Pd si è arrivati addirittura ad una scissione interna.

Nel mezzo c’è stata la vittoria del No al Referendum del 4, che ha provocato le dimissioni da Presidente del Consiglio da parte di Matteo Renzi e la nascita del governo Gentiloni. Di acqua sotto al ponte quindi ne è passata molta.

Vediamo allora come secondo il sondaggio politico più recente, rilasciato da EMG Acqua lo scorso 27 febbraio, sarebbe cambiata l’intenzione di voto degli italiani rispetto a giugno.

  • Movimento 5 Stelle 28,4% (-3,3%)
  • Partito Democratico 28% (-3,2%)
  • Lega Nord 13,3% (+0,9%)
  • Forza Italia 12,2% (+0,5%)
  • Fratelli d’Italia 4,9% (+0,6%)
  • Democratici e Progressisti 3,8% (+3,8%)
  • Nuovo Centro Destra 2,7% (-0,6%)
  • Sinistra Italiana 2,4% (-1%)

Alla luce della nascita dei Democratici e Progressisti, vedendo le oscillazioni delle preferenze si può ben capire dove siano andati a finire i voti persi dai primi due partiti italiani. Dati questi che fanno intendere dove i vari leader politici dovranno cercare di andare a conquistare i propri voti.

Salvini e i voti del M5S

Analizzando i dati forniti dai due sondaggi, è evidente come il calo del Partito Democratico sia coinciso con la nascita dei Democratici e Progressisti, che andrebbero a prendere voti anche da Sinistra Italiana.

La gran parte dei consensi persi dal Movimento 5 Stelle invece sarebbero finiti ad ingrossare proprio i partiti del centrodestra, in particolar modo della Lega Nord. Una parte dell’elettorato ex grillino invece attualmente potrebbe essere confluito nella vasta sacca dell’astensionismo.

Si può dire che il centrodestra si stia riprendendo quei voti che negli anni scorsi gli sono stati sottratti dal Movimento 5 Stelle. L’exploit pentastellato infatti andò a discapito soprattutto di Forza Italia, che si è visto praticamente dimezzare il proprio consenso.

Il grosso dei voti degli indecisi o di quelli che potrebbero cambiare casacca andrebbe quindi ricercato proprio tra le fila del Movimento. Una grossa fetta di elettorato molto più sensibile alle parole di Salvini che a quelle di Renzi.

Il leader del carroccio quindi ha una grande opportunità: fare breccia nell’elettorato pentastellato per spiccare definitivamente il volo. Per far questo, c’è bisogno che Salvini vada a toccare corde ben precise come i tagli agli sprechi e ai privilegi della casta.

Terreno più che fertile invece è l’opposizione agli immigrati, tema che vede sulla stessa linea d’onda molto del popolo pentastellato con il Salvini pensiero. Per Silvio Berlusconi lo scopo è lo stesso, ma i metodi sarebbero diversi.

Salvini si porta dietro molte etichette che rendono diffidenti parecchi elettori. Il leader di Forza Italia spingerebbe per una figura diversa capace di attirare anche il voto dei centristi, mentre la pancia del popolo verrebbe stuzzicata con promesse riguardanti il miglioramento del welfare, delle pensioni e dei salari.

Da qui nasce l’idea di Berlusconi riguardante Luca Zaia, ipotesi però subito stoppata proprio dal governatore del Veneto. Al momento comunque la posizione del centrodestra rimane di sostanziale attesa.

Intanto però la coalizione può gongolare alla luce dei sondaggi che darebbero il centrodestra unito prima forza politica del paese, anche se ancora molto lontana da quella soglia attuale del 40% necessaria da raggiungere per avere il premio di maggioranza.

Quando si saprà con che legge elettorale si andrà a votare, allora si delineeranno le strategie politiche e si deciderà sul candidato premier. Solamente dopo di questo poi ripartirà l’assalto ai voti di un Movimento 5 Stelle che appare già in declino.

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