Quanto è probabile la visita fiscale durante la malattia? Ecco cosa ci dicono i dati Inps a riguardo.
Quante probabilità ci sono che negli orari delle visite fiscali passi davvero il medico incaricato dall’Inps?
Come è risaputo, il lavoratore nei giorni in cui è in malattia non può assentarsi in determinati orari perché qualora dovesse passare la visita fiscale scatterebbe una sanzione per il mancato rispetto degli obblighi previsti dalla normativa.
Per questo motivo siamo abituati, giustamente, a non uscire di casa in determinati orari, anche se effettivamente ci sono poche probabilità di ricevere il controllo del medico. D’altronde è sufficiente il timore di subire una sanzione, che in caso di gravità e recidiva può portare anche al licenziamento.
Ma quante sono davvero le probabilità di ricevere una visita di controllo mentre si è in malattia? Intanto va detto che le visite fiscali possono essere disposte o in automatico dall’Inps oppure richieste (a pagamento) dal datore di lavoro.
In entrambi i casi, i dati sul numero di visite fiscali effettuate, sia se richieste dal datore di lavoro che se disposte d’ufficio dall’Inps, vengono pubblicati periodicamente nell’apposito Osservatorio. Dati che ci permettono di fare qualche rapido calcolo così da individuare la percentuale di probabilità.
Quante probabilità ci sono che passi la visita fiscale?
Secondo l’Osservatorio statistico sul Polo unico di tutela della malattia, nel primo trimestre del 2022 sono stati, in totale, 11.937.194 i certificati, e quindi gli eventi di malattia, inviati all’Istituto, per un totale di 6.093.252 persone coinvolte.
Nel dettaglio, 2.780.240 sono i certificati riferiti ai dipendenti pubblici - ma solo 2.727.624 (1.274.357 lavoratori) se si tiene conto di quelli che rientrano nel Polo unico - 9.156.954 (4.792.517 beneficiari d’indennità di malattia) invece nel settore privato.
In totale, le visite mediche di controllo, nello stesso periodo, sono state 295.555, di cui 180.157 nel pubblico e 115.398 nel privato.
Questo ci dice che, considerando la totalità degli 11.937.194 eventi di malattia registrati nel primo trimestre del 2022, solamente nel 2,47% dei casi è stata disposta una visita fiscale. Poco più di 2 su 100 quindi.
La percentuale è molto più alta nel settore pubblico: considerando 2.780.240 eventi di malattia e 180.157 visite effettuate, ne risulta che c’è il 6,47% di probabilità di ricevere un controllo. Nel privato, invece, la percentuale è molto più bassa: 1,26%.
Una percentuale molto bassa, ma va detto che nonostante ciò il numero di coloro che rispettano le regole previste dalla normativa è elevato. Sul totale delle visite fiscali effettuate, infatti, gli assenti ingiustificati - e sanzionati - sono stati solamente 31.662, il 10,71%.
Quando la visita fiscale è più probabile
Molto poi dipende dalla situazione del lavoratore. Ad esempio, è raro che la visita fiscale passi già al primo evento di malattia registrato nell’ultimo anno, più probabile, invece, nei casi di recidiva.
Inoltre, specialmente nel caso dei lavoratori soggetti al Polo unico dell’Inps, la visita fiscale viene disposta per quegli eventi più probabilmente passibili di riduzione della prognosi. Va detto, però, che solamente in 5.470 casi, l’1,85%, è successo che a seguito del controllo sia stato ridotto il periodo di malattia, mentre nel 72,80% la prognosi è stata confermata.
Guardando ai dati, comunque, non sembra esserci stato un cambio di rotta rispetto al periodo precedente al 2017, prima che venisse utilizzato il tanto pubblicizzato cervellone dell’Inps. Le visite di controllo effettuate riguardano ancora un numero limitato di eventi di malattia: basti pensare che sul totale di certificati inviati nel primo trimestre dell’anno, solamente lo 0,04% ha subito la riduzione della prognosi a seguito di controllo del medico, mentre solo lo 0,26% viene sanzionato per mancato rispetto degli orari delle visite fiscali.
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