Virus Nipah, India in allarme: perché è pericoloso e quanto è probabile una pandemia

Ilena D’Errico

26/09/2023

26/09/2023 - 10:28

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Il virus Nipah mette in allarme l’India, una nuova epidemia nello Stato del Kerala. Ecco perché il virus è pericoloso e quanto è probabile una pandemia secondo gli esperti.

Virus Nipah, India in allarme: perché è pericoloso e quanto è probabile una pandemia

L’India è in allarme per il Nipah, un pericoloso virus che ha scatenato una quinta ondata nello stato del Kerala. La mattina dell’11 settembre, infatti, quattro persone sono state ricoverate all’Amsterdam Mims di Kozhikode con sintomi influenzali e difficoltà respiratorie. Si tratta di una bambina di 4 anni insieme al fratello di 9, che è stato attaccato a un ventilatore non invasivo per la difficoltà respiratoria, insieme allo zio ventiquattrenne e al cuginetto di 10 mesi, tutti con sintomi parainfluenzali.

I medici hanno quindi scoperto che solo un paio di settimane prima il padre dei due fratellini ricoverati era deceduto, all’età di 49 anni, arrecando sintomi analoghi, oltre a sintomi neurologici probabilmente trascurati, tra cui la visione doppia, le convulsioni e la confusione.

L’equipe ha quindi ricordato un episodio analogo accaduto nel 2018, quando cinque persone erano state ricoverate presso la struttura con gli stessi sintomi, dovuti al virus Nipah. Le analisi hanno confermato la diagnosi, rilevando l’infezione anche in un altro paziente appena ricoverato e sconosciuto alla famiglia. Si ha così una nuova epidemia del virus in India, seppur al momento sembri piuttosto circoscritta.

Cos’è il virus Nipah e perché è pericoloso

Il virus Nipah proviene in origine dai pipistrelli, da cui può passare all’uomo attraverso il contatto diretto o indiretto, ad esempio tramite cibo e acqua contaminati o altri animali infetti. Per esempio, la prima ondata in India è avvenuta in Malesia più di vent’anni fa e si è diffusa tra gli allevatori per via dei maiali infetti.

Trattandosi di un’infezione portata dai pipistrelli, il Nipah è presente soprattutto in India e in Bangladesh e in ogni caso limitata al sud-est asiatico. Nel dettaglio, il virus è trasmesso dai pipistrelli della frutta del genere Pteropus, non presenti nei paesi occidentali e nemmeno in Italia.

È invece limitata, ma non impossibile, la diffusione del virus Nipah da persona a persona, motivo per cui i frequenti focolai epidemiologici vengono in qualche modo contenuti. Si tratta comunque vi un virus estremamente pericoloso, avendo un tasso di mortalità compreso tra il 40% e il 70% a seconda del ceppo.

Per esempio, nell’epidemia del 2018 sono morte a causa del Nipah 17 persone delle 18 infettate dal virus. La morte è causata per lo più dalle crisi respiratorie e dalle alterazioni neurologiche, con la malattia che degenera rapidamente dopo gli inziali sintomi classici dell’influenza (tosse, febbre, malessere).

Quanto è probabile una pandemia

Il contagio di un paziente che non ha avuto contatti con la famiglia infetta ha allarmato gli esperti dell’ Amsterdam Mims di Kozhikode, che hanno provveduto a isolare tutti i contagiati. Le autorità sanitarie hanno quindi provveduto a istituire delle chiusure (proprio come quelle del Covid) e rintracciare tutte le persone venute a contatto con i pazienti infetti, isolando nel contempo chiunque mostrasse sintomi analoghi e cercando di rintracciare - per ora invano - la linea dei contagi.

Rajib Ashraful Islam, medico veterinario specializzato in agenti patogeni trasmessi dai pipistrelli, ha commentato a Nature: “Ogni nuova epidemia è motivo di preoccupazione perché può offrire l’opportunità di mutare”. È quindi fondamentale contenere i contagi, soprattutto perché non esistono ancora vaccini in grado di proteggere dal Nipah e le sue conseguenze possono essere letali.

Per il momento, tuttavia, si può escludere che sia il Nipah la malattia X a causare un’altra pandemia. Le sue capacità di trasmissione non sono infatti adeguate allo scopo, non essendo nemmeno lontanamente paragonabili nemmeno a quelle del Covid. Di questo parere anche la dottoressa Danielle Anderson, virologa presso il Royal Melbourne Hospital in Australia, che non si aspetta una diffusione globale.

A limitare i contagi sono proprio le conseguenze letali del Nipah, che provoca la morte dei pazienti infetti impedendo loro di trasmettere il virus. Bisogna comunque fare attenzione, perché anche il Nipah potrebbe mutare e adattarsi fino a diminuire il tasso di mortalità e incrementare quello di contagio.

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