Virginio Fasan, perché la nave da guerra italiana è partita per il Mar Rosso

Luna Luciano

21 Dicembre 2023 - 09:12

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La nave da guerra «Virginio Fasan» è salpata per il Mar Rosso per prendere parte alla coalizione anti-Houthi. Ecco perché non è servita l’autorizzazione del Parlamento e quanto durerà la missione.

Virginio Fasan, perché la nave da guerra italiana è partita per il Mar Rosso

Anche l’Italia prenderà parte alla coalizione anti-Houthi lanciata da Washington, con la nave da guerra Virginio Fasan che è salpata verso il Mar Rosso.

La Virginio Fasan, con oltre 200 uomini di equipaggio, è già salpata verso il Mar Rosso per far parte dell’operazione Prosperity Guardian a guida Stati Uniti. L’operazione è nata dopo i ripetuti attacchi degli Houthi alle navi commerciali e petroliere che attraversavano il Mar Rosso in risposta alla guerra a Gaza.

Quel conflitto armato tra Hamas e Israele, che è diventato un genocidio della popolazione palestinese, e gli Houthi, miliziani sciiti dello Yemen sono stati gli unici disposti a sfidare apertamente Israele, dichiarando che se Gaza non riceverà il cibo e le medicine di cui ha bisogno, “tutte le navi nel Mar Rosso dirette verso i porti israeliani diventeranno un obiettivo” per le loro forze armate. E così è stato.

Da allora quasi ogni giorno le forze yemenite hanno sparato contro numerose navi cargo e petroliere dirette verso Israele, fatto per cui diverse compagnie hanno deciso di sospendere le proprie operazioni nel Mar Rosso.

E si sa, quando c’è di mezzo il petrolio l’intervento dei paesi Occidentali è ormai scontato, tanto che Washington ha annunciato il lancio della coalizione di 10 paesi - tra cui la nostra Penisola - con l’obiettivo di fermare le aggressioni contro le navi commerciali. Vediamo quale sarà il ruolo dell’Italia, perché non è stato necessario il voto del Parlamento e cosa accadrà nel Mar Rosso.

Coalizione anti-Houthi, qual è la missione della nave da guerra Virginio Fasan?

Con i suoi dispositivi ad alta tecnologia per la guerra elettronica, la nave Virginio Fasan sarà un “faro” nel mar Rosso e nel golfo di Aden. Lo scopo della nave da guerra italiana salpata per il Mar Rosso è quella di proteggere sé stessa e le navi della coalizione internazionale varata dagli Stati Uniti - Prosperity Guardian - per contrastare le minacce e gli attacchi del gruppo miliziano sciita dello Yemen, gli Houti.

Il gruppo, nella sua guerra contro Israele per sostenere il popolo palestinese, che sta vivendo un vero e proprio massacro, sta danneggiando e bloccando il traffico mercantile, colpendo l’economia di Israele.

La fregata italiana Virginio Fasan è già sulla rotta per l’area di operazione con i suoi circa 200 uomini di equipaggio, la sua capacità d’arma e di intercettazione e difesa informatica. La nave, dopo aver preso parte alle operazioni Golfo 1 e Golfo 2 nel periodo fra il 1987-1991, torna nel Mar Rosso.

Al momento il solo scopo della Virginio Fasan è quello di di autodifesa da eventuali attacchi di droni e missili degli Houthi - che possono contare su un arsenale proveniente dall’Iran - grazie ai sistemi di rilevazione e abbattimento con cannoni e mitragliere di precisione, oltre che con dispositivi jammer in grado di neutralizzare qualsiasi collegamento di velivoli a guida remota.

È previsto un eventuale intervento della fregata F591 anche in caso di attacchi ad altre unità italiane, mercantili o non, alle unità della coalizione oppure a mercantili in transito nella zona operativa della nave italiana. Il compito della Fasn è quindi quello di assicurare alla coalizione un “ombrello” di protezione e di risposta immediata in caso di attacco.

Perché la Virginio Fasan è salpata senza l’autorizzazione del Parlamento?

La nave da guerra italiana è salpata verso il Mar Rosso senza attendere un’autorizzazione da parte del Parlamento italiano. La vera ragione è che in questo caso non era necessario alcun ok da parte di Montecitorio.

Questo perché la partenza della Virginio Fasan è solo in anticipo rispetto alla data prevista per febbraio. Infatti, la fregata F591 è comunque attesa nel golfo di Aden per prendere parte all’operazione antipirateria Atalanta che prosegue dal 2008 con successo, dato che nel 2023 gli eventi sospetti sono stati appena 12 senza alcun attacco, almeno nelle acque di fronte alla Somalia.

L’unità italiana in addestramento non necessitava, quindi, dell’ok per un’operazione che l’avrebbe vista nel Mar Rosso, area che tra due mesi avrebbe comunque dovuto raggiungere. L’autorizzazione da parte di Montecitorio, invece, sarà obbligatoria nel caso in cui sia necessario l’invio di ulteriori unità o truppe in un’area in cui l’Italia, come altri Paesi, ha una base d’appoggio a Gibuti , alle dipendenze del Comando operativo di vertice interforze (Covi).

Virginio Fasan, fino a quando durerà l’impegno dell’Italia? È veramente indispensabile

La missione della fregata è appena cominciata e non sarebbe stata ancora stabilita una data di conclusione. Rimane il fatto che fra poco più di due mesi, secondo le precedenti disposizioni, la Fasan dovrebbe prendere servizio nell’ambito dell’operazione Atalanta, guidata dalla Marina militare del Portogallo, comunque in una zona non lontana, fra golfo di Aden e Golfo Persico.

Non rimane che capire se il suo impegno sarà duplice, viste le capacità dell’unità, oppure se ne verrà inviata un’altra in sostituzione. In ogni caso, sembra che la presenza della nave italiana da un punto di vista logistico sia indispensabile per l’operazione.

Diversa invece potrebbe essere la risposta se ci si interroga sul perché questa operazione sia stata lanciata tempestivamente contro gli Houthi, mentre l’Occidente ha atteso che l’Onu lanciasse l’allarme per un genocidio in Palestina prima di chiedere il cessate il fuoco. Una risoluzione umanitaria che è stata ostacolata l’8 dicembre dagli stessi Stati Uniti che hanno lanciato la coalizione anti-Houthi, come se Israele godesse ancora di uno scudo internazionale, nonostante le immagini atroci che ci giungono dalla Palestina, dove sono stati uccisi oltre 20mila palestinesi.

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