Vino da investimento, Daniel Carnio ci svela tutti i vantaggi

Redazione

12 Gennaio 2024 - 12:36

Quali vantaggi dall’investimento in vino? Daniel Carnio, uno dei massimi esperti mondiali di vini da collezione, ci spiega i retroscena del settore e i nuovi trend per il 2024.

L’investimento in vino sta guadagnando terreno nel mondo degli asset alternativi, affascinando investitori di tutto il mondo con la sua combinazione unica tra cultura, storia e, soprattutto, potenziale economico.

Con un mercato in crescita e rendimenti solidi, il vino sta emergendo come un’opzione di investimento sempre più attraente, come ci racconta Daniel Carnio - uno dei massimi esperti mondiali di vini da collezione, noto enologo e sommelier.

Con la sua Daniel Carnio Ltd, con sede nel Regno Unito, guida un team di professionisti specializzati nel campo enologico e finanziari. Attraverso servizi specializzati, la sua società si dedica all’investimento in vini rari da collezione, guidando gli investitori attraverso le strategie di questo mercato unico.

Domanda: Perché i vini da investimento sono considerati sempre più un bene rifugio? E qual è il vantaggio?
Risposta: Negli ultimi tre-quattro decenni, il mercato dei vini da collezione ha dimostrato performance estremamente solide, con una crescita media annua del 10%. Questa tendenza ha confermato il vino come un investimento affidabile e in crescita costante nel tempo. La legge della domanda e dell’offerta gioca un ruolo cruciale: man mano che le bottiglie diventano più rare, il loro valore e prezzo aumentano, anche grazie alla maturazione naturale delle etichette. Ne parlo in maniera dettaglia nel mio nuovo sito.

Sebbene l’investimento in vino sia generalmente più lento rispetto ad altri asset, offre rendimenti medi del 10% all’anno, oltre a numerosi altri vantaggi. Uno di questi è il ritorno economico, unito al fatto che si tratta di un bene tangibile. L’investitore ha il pieno controllo dell’asset e, se desidera, può conservarlo in un magazzino o farselo spedire a casa.

I vantaggi, quindi, sono molteplici: il ritorno economico, il controllo diretto dell’investitore e la conservazione in magazzini fiscali dove, inoltre, i vini sono esenti da IVA e accise. L’investitore paga solo il costo puro della bottiglia e tramite la mia società viene rivenduta cercando la valutazione più alta per ottenere il miglior ritorno economico possibile.

Per gli investitori italiani, il quadro è ancora più allettante. La vendita occasionale di un bene da collezione è tax free, rendendo l’investimento in vino particolarmente conveniente. Inoltre, i costi di gestione sono relativamente bassi. Ad esempio, presso Daniel Carnio LTD applichiamo una commissione del 15% sulla plusvalenza in fase di liquidazione e un 1% una tantum al momento dell’investimento.

D: Da dove nasce la tua passione per il vino, che tu definisci quasi un’ossessione?
La mia passione per il vino ha radici profondi, risalenti all’infanzia in una famiglia di agricoltori. Ho trascorso la vita immerso nei ritmi della terra e il vigneto di casa, piantato da mio nonno nel 1972 è stato una presenza costante. La curiosità per il mondo enologico si è accesa assaggiando le bottiglie da collezione di mio padre, nonno e zio, trasformandosi ben presto da semplice interesse a vera e propria passione.

Dopo il liceo, ho approfondito questa passione iscrivendomi al corso di enologia e viticoltura presso l’Università Cattolica di Piacenza, alternando gli studi tra l’Italia e la Rioja DOCa, in Spagna. Successivamente, ho preso in gestione il vigneto di famiglia, dove inizialmente producevamo vini principalmente per il consumo privato. La mia sete di conoscenza mi ha portato poi verso l’enologia vera e propria, lavorando in una delle più rinomate cantine di Montalcino sotto la guida di Gianfranco Soldera, una vera icona nel panorama vinicolo di alta qualità.

La mia curiosità mi ha spinto ad esplorare ogni aspetto del vino, dalla produzione alla commercializzazione, lavorando per aziende esportatrici e ampliando la mia formazione con corsi di sommelier, master in marketing e comunicazione del vino, e studi presso il Wine and Spirit Education Trust a Londra. Ho anche acquisito esperienza nel settore della ristorazione, collaborando con ristoranti stellati in Italia e all’estero.

La mia ossessione per il vino si manifesta in una continua ricerca e analisi di dati oggettivi. Sono sempre alla ricerca di nuovi prodotti, mi impegno a non seguire le tendenze passeggere, ma piuttosto a crearle o anticiparle.

Ho promosso gli investimenti in vini italiani quando ancora l’attenzione era focalizzata su Bordeaux o la Borgogna e ho esplorato in anticipo le potenzialità dei vini di Argentina, Spagna e Cile.

Un altro aspetto cruciale per me è la corretta conservazione delle bottiglie. Collaboro strettamente con due dei migliori magazzini fiscali in Europa: il porto franco di Ginevra e il London City Bond nel Regno Unito, entrambi specializzati nella gestione dei vini da collezione. Acquistiamo sempre direttamente dalle cantine dei produttori, garantendo un servizio impeccabile ai nostri clienti. Questa, per me, non è solo un’attività ma una vera e propria ossessione, alimentata da una passione inestinguibile per il vino.

D: Ci dai qualche anticipazione su progetti e obiettivi del 2024?
Il 2024 si prospetta come un anno entusiasmante pieno di nuovi progetti, e uno dei più significativi è il perfezionamento di un’avanzata forma di certificazione tecnologica. Stiamo mirando a rivoluzionare i metodi tradizionali, spesso basati su documenti cartacei o digitali, con l’introduzione di token non fungibili (NFT) per la certificazione dei vini. Un NFT è letteralmente un gettone non riproducibile che rappresenta l’atto di proprietà di un determinato bene, in questo caso, una cassa di vino pregiato.

La differenza tra un certificato in formato PDF e uno in formato NFT risiede in tre concetti fondamentali: tracciabilità, inalterabilità e autenticità. Qualsiasi dato registrato sulla blockchain, infatti, non può essere alterato da nessuno, nemmeno dal proprietario stesso. Questo garantisce che una volta emesso, l’NFT fornisce al detentore la sicurezza di essere l’unico proprietario con un asset digitale protetto da qualsiasi manipolazione esterna. Questi NFT potranno essere scambiati nei principali marketplace compatibili offrendo una nuova dimensione di sicurezza.

Parallelamente a queste innovazioni, continueremo il nostro lavoro di ricerca e proposta di vini performanti e di espansione della nostra rete distributiva. Stiamo intensificando gli sforzi per ottimizzare le strategie d’uscita, lavorando con contatti sia locali che internazionali per liquidare le bottiglie nel modo più rapido e vantaggioso possibile. In particolare, stiamo mirando ad aumentare le nostre connessioni commerciali in mercati chiave come l’Asia e gli Stati Uniti, per assicurare i migliori ritorni possibili sugli investimenti dei nostri clienti.

Il 2024 sarà un anno di grande impegno e innovazione e siamo entusiasti di portare i nostri investitori insieme a noi in questo viaggio, offrendo non solo un ritorno economico, ma un’esperienza arricchita dalla sicurezza e dall’innovazione che la tecnologia blockchain può offrire.

Argomenti

# Vino

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO