Vietato criticare il Comune: nuove regole per gli insegnanti

Vittorio Proietti

3 Aprile 2017 - 11:47

Vietato criticare le scelte politiche e amministrative del Comune: il nuovo decalogo per gli insegnanti stilato dalla giunta di Bari già fa discutere. Ecco le nuove regole.

Vietato criticare il Comune: nuove regole per gli insegnanti

Vietato criticare il Comune e le sue scelte nell’amministrazione della cosa pubblica e nelle scelte di politica: le nuove regole per gli insegnanti impongono un nuovo comportamento da tenere in classe e verso i genitori, vietano di esporre sulle scrivanie loghi e simboli di propaganda.

La giunta del Comune di Bari sancisce un nuovo decalogo di comportamento per insegnanti e furbetti del cartellino, che avranno anche nuove regole sulla divulgazione di informazioni riservate interne alla PA con fini e scopi personali, soprattutto con i social network.

La proposta del Comune barese, tuttavia, ha già suscitato molte proteste, visto che le nuove regole imposte agli insegnanti sono state interpretate come una limitazione della libertà di parola ed un controllo eccessivo sulla sfera personale dei docenti.

Vediamo in cosa consistono le proposte del Comune di Bari e quali sono gli effetti delle nuove regole.

Vietato criticare il Comune e le scelte della PA: a scuola non si fa politica

Per gli insegnanti sarà vietato criticare il Comune e le scelte politiche dell’amministrazione locale durante il servizio, nei rapporti con i genitori e nelle politiche educative in genere. Le nuove regole si applicano al comportamento in servizio e non interferiscono con la sfera personale.

Tuttavia, gli insegnanti non potranno comunque divulgare informazioni interne alla PA tramite i social network fuori dalle aule, poiché sarebbe comunque lesivo dell’immagine dell’amministrazione locale, offrendo il destro a colpi bassi e strumentalizzazioni politiche.

Vietato l’uso di loghi e simboli politici, vietato influenzare studenti e genitori con le proprie idee sull’amministrazione locale, vietato fare propaganda durante la propria funzione di pubblico ufficiale. Non si tratta di regole che regolano l’attività dell’insegnante ma di impedire un uso improprio del proprio ruolo.

La libertà di parola va garantita: non è ammesso il “Grande Fratello”

Le nuove regole per gli insegnanti hanno scatenato una forte protesta da parte della comunità barese, poiché se da un lato appare necessaria una stretta sui furbetti del cartellino e sui politici occulti, dall’altro non si può negare la possibilità di criticare le scelte del Comune.

La libertà di parola è un diritto garantito dalla nostra Costituzione, ma l’uso improprio della propria influenza di docente a scopo elettorale non può essere permesso. La figura stessa del pubblico ufficiale obbliga l’insegnante al decoro e al rispetto delle istituzioni, dando per scontate l’astensione da commenti orientati e le finalità politiche.

Il sindaco Decaro ha espresso qualche ripensamento sulla possibilità di controllare i profili e gli interventi sui social network, promettendo di chiedere spiegazioni alla giunta del Comune di Bari e riservandosi di eliminare le nuove regole alla Grande Fratello. L’attenzione adesso potrà spostarsi sugli altri Comuni italiani, che potrebbero riprendere lo stesso “decalogo del buon docente”.

Attendiamo ulteriori sviluppi e la risposta della giunta comunale pugliese.

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