Vespa è nel mirino dell’AGCOM per la vicenda dello spot pro Salvini in piena campagna elettorale per le elezioni regionali. Il giornalista Rai e la sua celebre trasmissione Porta a Porta, quindi, sono finiti sotto istruttoria.
A urne chiuse dopo le elezioni in Emilia Romagna e in Calabria, il tema - e le polemiche - sulla par condicio tornano protagoniste. Bruno Vespa, infatti, è entrato nel mirino dell’AGCOM per lo spot pro Salvini del 22 gennaio scorso.
Nel pieno della campagna elettorale più accesa degli ultimi anni in Italia, il celebre programma “Porta a Porta” è stato aspramente criticato per la sua condotta palesemente a favore del leader della Lega.
Dopo forti critiche e accuse indignate dei partiti di opposizione, il caso della presunta violazione della par condicio è finita sotto il monitoraggio dell’AGCOM.
L’Agenzia preposta per il controllo del sistema delle telecomunicazioni ha emanato ieri una nota ufficiale nella quale ha aperto un’istruttoria contro la Rai.
Bruno Vespa e Matteo Salvini tornano, quindi, sulla scena per episodi che non sono affatto una sorpresa, soprattutto per quanto riguarda la condotta del famoso giornalista Rai.
Vespa e lo spot pro Salvini: “Porta a Porta” ricade nelle polemiche
Le scuse di Bruno Vespa per l’evidente sbilanciamento a favore di Salvini durante lo spot della puntata di Porta a Porta del 22 gennaio non sono bastate a chiudere il caso.
Ora c’è il richiamo ufficiale dell’AGCOM, con tanto di istruttoria aperta.
I fatti si riferiscono al consueto spazio pubblicitario concesso alla trasmissione di Vespa in onda nella seconda serata. Mercoledì 22 gennaio la prima rete Rai stava trasmettendo la partita di Coppa Italia Juventus-Roma, evento sportivo molto seguito.
Durante l’intervallo, è stato mandato in onda lo spot di lancio di Porta a Porta.
Nello specifico, è stato trasmesso uno spezzone con protagonista lo stesso Matteo Salvini in piena campagna elettorale per le elezioni regionali. Il Partito Democratico è subito insorto contro una evidente violazione dell’equilibrio informativo della cosiddetta par condicio.
Sono volate accuse pesanti, con Nicola Zingaretti che ha esclamato: “Mai così in basso”.
Il fatto è stato talmente grave e con reazioni subito virali, che lo stesso Bruno Vespa il giorno dopo ha scritto una nota di scuse:
“Per una svista della redazione, di cui mi assumo come sempre la responsabilità, il tempo di parola di Salvini è stato maggiore di quello di Zingaretti (che ha condiviso lo spazio con Giorgia Meloni) e di maggiore impatto politico. Proporrò alla direzione di Raiuno di riequilibrare le posizioni giovedì 23 nello spot di ‘Porta a porta’ che andrà durante ‘Don Matteo’. La rete provvederà al riequilibrio.”
Bruno Vespa continua a suscitare polemiche nel salotto politico più seguito e chiacchierato della televisione. Non è la prima volta, infatti, che il giornalista viene tacciato di favorire uomini politici piuttosto che altri.
Le più aspre critiche le aveva ricevute per il trattamento poco neutrale nei confronti dei Berlusconi, che nel suo studio riuscì addirittura a mostrare plastici e disegni.
Il documento dell’AGCOM rende chiaro che un comportamento anomalo, anche questa volta, ci sarebbe stato. Vespa sembra ricadere sempre nello stesso errore.
AGCOM contro Vespa: si apre un’istruttoria per lo spot pro Salvini
Durante la campagna elettorale per le regionali, l’AGCOM ha più volte richiamato le maggiori emittenti televisive, quali Rai, SkyTv, La7, a rispettare i termini della par condicio, troppo spesso violati a danno del pluralismo dell’informazione.
Ieri, 27 gennaio, è arrivata la decisione ufficiale dell’Autorità garante. Dopo le segnalazioni, il caso dello spot pro Salvini è stato esaminato attentamente e si sono riscontrate presunte violazioni degli obblighi del servizio pubblico.
Il caso, quindi, sarà oggetto di una specifica istruttoria per verificare se effettivamente la Rai non ha rispettato i principi di correttezza e pluralità nel dare un servizio informativo.
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