I veri motivi che hanno spinto Biden ad accettare l’ultimatum dei Talebani e far ritirare le truppe USA dall’Afghanistan entro il 31 agosto: economia interna e consenso elettorale.
Nell’incontro virtuale dei leader del G7 avvenuto nelle ultime ore sulla fine della guerra in Afghanistan, i Capi di Stato e di Governo di Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone e Canada hanno subito capito come Joe Biden non avesse alcuna intenzione di posticipare la data del ritiro delle truppe statunitensi oltre il 31 agosto.
Una posizione che ha segnato una spaccatura tra gli USA e i Paesi membri dell’Unione Europea, ma non solo. Sembra a rischio la special relationship tra Stati Uniti e Gran Bretagna poiché, al contrario del presidente americano, il primo ministro Boris Johnson aveva espresso la volontà di rimanere oltre l’ultimatum imposto dai Talebani per “garantire un piano di evacuazioni sicuro”.
La posizione di Biden sembra quindi discostarsi rispetto a quella degli alleati occidentali, per i quali le differenze con la politica dell’America First attuata dal predecessore Donald Trump si fanno sempre più sottili.
Effettivamente i veri motivi di Joe Biden per non prorogare il giorno del ritiro sembrano obbedire soprattutto a ragioni di economia interna e consenso elettorale, piuttosto che di strategia di politica internazionale.
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I veri motivi di Biden per il ritiro USA dall’Afghanistan
Nella sua ultima apparizione televisiva, infatti, l’inquilino della Casa Bianca si è soffermato più sulla celebrazione per l’approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti del piano di ripresa economica per l’America piuttosto che su quanto sta accadendo in Afghanistan.
Per alcuni osservatori locali si tratta di una scelta comunicativa ben precisa da parte di Biden, la quale mostra in maniera evidente come l’attenzione della sua amministrazione sarà rivolta soprattutto ai problemi interni, mettendo in secondo piano le questioni di politica estera.
Soprattutto, secondo molti analisti, la vera paura del Governo americano è che nelle ultime ore prima del ritiro delle truppe possa perdere la vita anche un solo soldato americano. Una tragedia che potrebbe aggravare ulteriormente i sondaggi che vedono la popolarità dell’ex vicepresidente di Obama in picchiata.
I collaboratori afgani rischiano la vita
Questo sembra il principale timore in grado di dettare la linea di Biden, il quale non avrebbe mai preso seriamente in considerazione l’idea di far rimanere in territorio afgano le forze militari statunitensi oltre il termine negoziato, nonostante le richieste di alleati come Regno Unito e Germania.
Chi rischia di più dalla decisione di Washington sono i cittadini locali che nel corso dell’occupazione degli ultimi 20 anni hanno collaborato con gli Stati della NATO, in particolare in seguito al nuovo divieto dei Talebani per i civili afgani di lasciare il Paese tramite gli aerei messi a disposizione dall’occidente a Kabul.
Così, nonostante in questi giorni si siano riuscite a salvare decine di migliaia di persone dalla possibile repressione del nuovo regime, molti di questi rimarranno dentro i confini di una nazione che potrebbe presto vendicarsi nei loro confronti visto che, come affermato da esperti diplomatici e militari, sarà pressoché impossibile riuscire a salvare tutti i collaboratori entro il 31 agosto.
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