Il Vecchio continente ha sofferto maggiormente rispetto alle altre piazze finanziarie internazionali. Nel breve appare difficile ipotizzare un cambio di rotta
Questa mattina i mercati azionari internazionali sono partiti all’insegna dell’incertezza. Dopo un comprensibile avvio caratterizzato da un diffuso ribasso le quotazioni hanno, poi, recuperato il limitato territorio negativo lasciandosi alle spalle la temuta flessione della vigilia. Scongiurato il timore per un’escalation in Medio Oriente?
È ancora presto per dirlo, infatti, al momento, il sentiment che si può respirare tra gli operatori è quello più consueto ed abituale in queste situazioni: attendere, limitare posizionamenti overnight e, soprattutto, valutare eventuali coperture sulle strategie in essere con l’obiettivo di immunizzare (hedging) il più possibile gli asset presenti in portafoglio.
Complessivamente, sul versante geopolitico, le variabili in gioco sono decisamente aumentate e, come già riportato, l’asset class azionaria si presenta più debole rispetto a qualche settimana fa.
Scontato il suggerimento alla prudenza nonostante un plausibile ribasso possa rappresentare un’opportunità che, come spesso accade, può indurre ad anticipare gli acquisti. Oggi, quindi, appare ancor più utile avere ben chiaro lo scenario tecnico di fondo con l’intento di poter focalizzare eventuali ingressi solo a determinate condizioni.

L’azionario è sempre più debole ma regge
Sul principale benchmark azionario internazionale MSCI World Usd, la trascorsa ottava si è conclusa con un modesto epilogo negativo (-0,49%). Pur archiviando la seconda sessione weekly consecutiva inferiore alla parità, la circoscritta entità del saldo, non sembra voler identificare un vero e proprio setup orientato al ribasso. Graficamente, infatti, la debolezza di entrambe le ultime due tornate settimanali vedono una loro ampiezza compresa nell’intero corpo dell’ultima candela positiva che, oggettivamente, potrebbe scongiurare un ulteriore debacle.
Se questa fosse l’unica variabile il quadro identificherebbe una certa “normalità” nonostante le tensioni in essere, invece, a minare questa calma apparente giungono segnali negativi sul fronte sempre tecnico, ma, di natura algoritmica. I già precari segnali negativi sui principali leading indicators hanno ulteriormente incrementato i loro stessi valori negativi e, attualmente, anche il paniere dei contrapposti lagging indicators sembra poter mostrare un momento di neutralità rispetto al precedente buy signal: certamente, qualora si dovesse assistere ad un nuovo ribasso sui mercati azionari, anche questi meno reattivi indicatori di tendenza vivrebbero una loro inversione a favore di un generalizzato sell signal.
Dal punto di vista delle quotazioni, in caso di downside, viene ancora individuata area 3.863 quale fondamentale supporto statico che, se violato, agevolerebbe una discesa con primo obiettivo a quota 3.803 punti. Positivo, invece, il ritorno del livello dei prezzi oltre soglia 3.917,36 punti che, attraverso una chiusura weekly superiore, riporterebbe le quotazioni verso nuovi massimi di periodo.

Europa (chiusura settimanale a -1,54%): criticità all’orizzonte
Il Vecchio continente merita un monitoraggio attento nel corso delle prossime sedute, infatti, il suo rappresentativo benchmark Stoxx Europe 600 è ormai giunto nei pressi del transito della media mobile a 25 osservazioni settimanali (area 534,94 punti).
Operativamente, una sua violazione, inficerebbe l’eventuale chance di rimbalzo in ottica di brevissimo termine con serie ripercussioni sull’intera impostazione grafica di breve termine: attualmente, al cedimento dei prezzi di area 534,94, si può associare un primo obiettivo ribassista coincidente a quota 528,24 punti. Viceversa, se con il trascorrere delle prossime giornate il livello delle quotazioni riprendesse quota (oltre 543,50), un plausibile target rialzista può essere collocato in prossimità di soglia 553,49 punti.
Bene Giappone e Cina: prendere profitto?
Sul versante Asia/Pacifico, sia la piazza finanziaria nipponica che la più tipica orientale borsa cinese, appaiono più solide se paragonate alla precedente Europa. Anch’esse, ovviamente, hanno risentito dell’incertezza che ha caratterizzato l’intera asset class equity, ma, nel loro complesso, possono ritenersi “sopravvissute” (finora) a potenziali fasi di accentuato ribasso. Consapevoli della loro ben nota volatilità, prudenzialmente, è forse giunto il momento di alleggerirne l’esposizione.
Le prossime ottave potrebbero vivere momenti di accentuata volatilità con dirette conseguenze in capo a tutti coloro che, coinvolti emotivamente, vedrebbero favorite scelte azzardate in contrasto con la loro pianificazione finanziaria in essere. Un suggerimento per scongiurare eventuali errori: sguardo attento alle quotazioni, monitoraggio costante del sempre tanto temuto VIX e, per i più sensibili, dito sul tasto sell prima (non dopo) che sia troppo tardi.
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