L’Unione Europea ha proposto di introdurre un’unica aliquota da applicare alle imprese che lavorano nel territorio. Ma cosa significherebbe e quali sarebbero le conseguenze della flat tax nei Paesi dell’Unione?
L’Unione Europea vuole introdurre un’unica aliquota per le imprese che operano nei Paesi del continente.
Dopo il caso che ha colpito la Apple, condannata per evasione fiscale e obbligata dall’Unione al pagamento di 13 miliardi di euro come risarcimento per aver distorto il mercato mondiale, l’Unione Europea cerca di correre ai ripari.
Quella che si profila è una tassazione uguale in tutti i Paesi. Ma che significa e quali sarebbero i Paesi svantaggiati dalla nuova legge in programma per la Commissione europea?
Vediamo quello che potrebbe succedere.
La proposta dell’Unione: uniformare la tassazione dei Paesi
La proposta dell’Ue di creare una base imponibile comune per i Paesi europei era già stata presentata nel 2011. Ora, l’intento di uniformare la tassazione europea, potrebbe tornare attuale: la proposta sarà ripresa e aggiornata e arriverà all’esame del Consiglio entro fine novembre.
Ma come si intende procedere?
Innanzitutto, individuando quali siano i profitti tassabili con l’imposta unica; poi, una proposta per la tassazione equa in tutti i Paesi dell’Unione.
L’intento della Commissione è che le grandi multinazionali, complice lo scandalo Apple ma anche quelli che hanno recentemente coinvolto Amazon, Fiat e Starbucks, tornino a pagare le tasse nei Paesi dove producono gli utili.
Una tassa unica per l’Unione Europea: quale è la situazione attuale?
Tra i Paesi dell’Unione Europea c’è una notevole differenza per quel che riguarda la tassazione dei profitti.
Quelli in cui è minore sono Lussemburgo (tax rate 20,8%), l’Irlanda (25,9%), Svizzera (28,8%) e Inghilterra (32%).
La situazione comincia a diventare meno rosea per le aziende a partire dal tax rate della Germania (48,8%), Grecia (49,6%), Spagna (50%), Belgio (58,1), fino ad arrivare ai Paesi con il maggior livello di tassazione sui profitti: Francia (62,7) e, fanalino di coda, l’Italia (64,8).
Le grandi aziende definiscono, con accordi privati con gli Stati (tax ruling) quali sono gli utili da tassare e con quale modalità.
Con questa procedura, i Paesi cercano di rendersi appetibili per le aziende; insomma, tra i Paesi dell’Unione con i livelli minori di tax rate c’è un’agguerrita competizione per convincere i grandi marchi a stabilire la sede dei propri affari nei loro territori.
L’Unione Europea vuole intervenire proprio per cancellare il tax ruling e introdurre, invece, una tassazione unica e omogenea. Si tratta della Common consolidated corporate tax base o CCCTB, per intervenire direttamente di modo che le grandi multinazionali tornino ad essere tassate in base ai profitti nei Paesi dove questi vengono generati.
La proposta era stata presentata, come si è già detto, nel 2011; archiviata poco dopo per l’ostilità espressa da molti dei Paesi membri dell’Unione.
Tra poco più di un mese, si tornerà a discuterne, con l’intento di creare una base comune iniziale che identifichi quali profitti tassare: si terrà conto della grandezza dell’azienda, del numero dei lavoratori, del tipo di attività e di altre specifiche.
Tassa unica: chi ne uscirebbe svantaggiato?
Ovviamente, se la Commissione dovesse approvare il nuovo provvedimento, ad essere svantaggiati saranno i Paesi che, attualmente, hanno un livello di tax rate minore. Inoltre, si teme anche che le grandi multinazionali fuggano dall’Unione Europea, causando notevoli perdite a livello economico e commerciale.
Ma, prima di tutto, scomparirebbe la competizione. L’intervento della Commissione su una materia così delicata per le casse dei Paesi finirebbe con trasformare l’Unione in una forma di federazione fortemente centralizzata.
L’uniformità della tassazione per le aziende nei Paesi dell’Unione finirebbe con il compromettere le regole della concorrenza, danneggiando paradossalmente più i Paesi, soprattutto quelli in cui attualmente la tassazione dei profitti è minore, che le multinazionali accusate di evasione fiscale.
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