Non solo contro M&A transfrontaliere: i governi UE, fa notare Orcel, sono anche contro fusioni tra banche della stessa nazione. E sulle quote rosa...
Altro che M&A transfrontaliere tra banche europee di Paesi diversi: il numero uno di UniCredit Andrea Orcel ha affermato oggi che i governi UE sono contrari anche a fusioni tra istituti di credito che appartengono alla stessa nazione.
Il CR7 della finanza è tornato a parlare, in occasione dell’evento Young Factor promosso dall’Osservatorio Giovani Editori, a Milano, snocciolando i nomi di tutte quelle operazioni rimaste sospese, in quanto bloccate dalle rispettive autorità di casa:
“Dicono molto che l’Europa non è pronta per la banking union e per le operazioni transfrontaliere, è vero”, ha fatto notare l’AD di Piazza Gae Aulenti, ma la verità è che “in questo momento l’Europa non è disposta a far fare” neanche “ operazioni nazionali ”.
E la prova non è rappresentata soltanto dalla doppia partita che UniCredit ha lanciato: in Italia, puntando su Banco BPM, o in Germania, mettendo nel mirino Commerzbank. “Perché BBVA in Spagna ha gli stessi problemi che abbiamo noi su BPM in Italia e su Commerzbank in Germania”, ha spiegato, facendo notare che non si tratta di una “questione di M&A transfrontaliero”. A quanto pare i governi, in Europa, sono allergici allo stesso concetto di fusione.
Politica VS M&A, Orcel (UniCredit): noi in bagno da 9 mesi, BBVA da un anno
La verità è che, “in questo momento, i governi hanno un punto di vista che molte volte diverge da quello di chi fa M&A, e questo elemento politico è diventato molto importante ”, ha rimarcato il numero uno di UniCredit, sfogandosi, di nuovo, contro la politica e illustrando le conseguenze del modus operandi dei governi:
“A causa di questo processo, noi siamo a bagno da 9 mesi, BBVA da un anno”.
E cosa succede in questo contesto? “Tu fai un’offerta, fissi il prezzo e per 12 mesi, se crolla il mondo, tu sei ancora legato a quel prezzo e questo ha reso le cose ancora più complicate nel valutare cosa fare in un’operazione di M&A”. Un fenomeno che non può essere ignorato: per Orcel è infatti “dovere del manager dire che se io vedo una opportunità corretta la valuto, dico ai miei azionisti che a queste condizioni le faccio, sennò sono disciplinato abbastanza per non farla”.
Orcel e il sogno di una vita, “mi sono laureato con una tesi sull’M&A”. La frase sul talento
Orcel oggi ha rivelato che il perseguimento delle operazioni di M&A è stato da sempre il suo sogno, tanto da aver fatto una tesi sulle operazioni di fusione e di acquisizione del mondo corporate (mergers and acquistions):
“ Mi sono laureato proprio con una tesi su fusioni e acquisizioni . Volevo fare quello, ce l’avevo molto chiaro e ci ho messo tutto me stesso”.
Rivolgendosi ai giovani, il CEO di UniCredit, noto come Ronaldo dei banchieri ha poi dato una lezione di vita, sottolineando che “il talento ci vuole, ma la prima cosa è avere un’idea chiara di quello che si vuole fare”. E che la verità è che per “fare alcune cose servono sacrifici e molte ore di lavoro”.
Ripercorrendo il suo passato, Orcel ha ricordato che, quando aveva iniziato, si era trovato di fronte “gente con più talento di me”.
Detto questo, “ se io lavoro 19 ore e loro 9 ore nel tempo li supero ”. E così evidentemente è stato, dopo una vita di sacrifici e di lavoro in cui, parole sue, ci ha messo tutto se stesso, di fronte a un sogno che non ha mai mollato. “ Io volevo fare l’investment banker, me lo sognavo la notte ”.
Orcel sulle quota rossa: “Imbarazzanti”
Orcel ha parlato anche della questione delle quote rosa affrontando la questione dell’occupazione femmnile.
“ Le quote rosa sono imbarazzanti . Che una donna non possa avere una certa posizione a meno che non vi sia una quota, questo secondo me non è assolutamente accettabile”, ha detto l’amministratore delegato di UniCredit, ricordando che “tutti i miei team hanno avuto una maggioranza femminile, perché le donne lavorano di più, sono più motivate e sono più calme in condizioni di stress ”.
Il banchiere romano ha aggiunto che c’è ancora “molto da fare” e che “il successo” arriverà “quando nessuno ne parlerà più. Quando non si parlerà più di quote rose avremo centrato l’obiettivo”.
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