Marangoni Meccanica in liquidazione giudiziale dal 24 settembre: dichiarato il fallimento dopo anni di crisi e tentativi di salvataggio. Circa 40 dipendenti restano senza lavoro.
Marangoni Meccanica, storica azienda di Rovereto specializzata nella produzione di macchinari per la manutenzione e la ricostruzione di pneumatici industriali, ha ufficialmente chiuso i battenti.
Dopo anni di difficoltà e tentativi di salvataggio, il 24 settembre 2025 è stata aperta la procedura di liquidazione giudiziaria, che segna la fine definitiva di un’impresa simbolo del tessuto industriale trentino.
Nel corso degli ultimi mesi, la società aveva tentato di risollevarsi attraverso un concordato preventivo, ma senza riuscire a trovare un acquirente in grado di rilevare le attività. La liquidazione rappresenta quindi l’epilogo di una crisi iniziata da tempo e aggravata da una serie di fattori economici e geopolitici. Per la Vallagarina, dove l’azienda aveva radici profonde, si tratta di un duro colpo che lascia un vuoto produttivo e occupazionale difficile da colmare.
Le cause dietro al fallimento di Marangoni Meccanica
Alla base del tracollo di Marangoni Meccanica ci sono più fattori. Le difficoltà economiche si sono intrecciate con le conseguenze delle tensioni internazionali, in particolare l’interruzione delle relazioni commerciali con Russia e Turchia, due mercati fondamentali per l’azienda. L’impossibilità di mantenere attive le commesse con questi Paesi ha sottratto importanti fonti di ricavo, mentre la domanda globale per i macchinari industriali diminuiva.
Già da anni la società mostrava segnali di debolezza. Nel 2018 contava circa 120 dipendenti, ma la forza lavoro si è progressivamente ridotta fino a meno della metà. I tentativi di ristrutturazione non sono bastati a fermare il declino, e i debiti accumulati - stimati in circa 30 milioni di euro - hanno reso inevitabile la dichiarazione di fallimento.
40 lavoratori senza stipendio e senza certezze
Con la chiusura della fabbrica, circa quaranta lavoratori si sono trovati improvvisamente senza lavoro e senza più cassa integrazione. La procedura di liquidazione ha infatti comportato la sospensione di ogni forma di retribuzione e ammortizzatore, lasciando molte famiglie in una situazione di grave incertezza.
Le organizzazioni sindacali, in particolare la Fiom Cgil, hanno denunciato la gravità del momento, chiedendo che vengano attivate al più presto le tutele previste per i dipendenti coinvolti: “Parlare di liquidazione giudiziale significa dire fallimento, inutile girarci attorno. Le conseguenze per i lavoratori saranno pesanti”.
Al momento, l’attesa è per l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo, necessarie affinché gli ex dipendenti possano accedere agli ammortizzatori sociali e alla mobilità. Nel frattempo, però, molti restano in sospeso, senza prospettive concrete.
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Le ricadute sull’industria trentina
La fine di Marangoni Meccanica non rappresenta solo la perdita di decine di posti di lavoro, ma anche la chiusura di un capitolo importante per l’industria trentina. Lo stabilimento di Rovereto era considerato un punto di riferimento per la meccanica applicata al settore degli pneumatici, con eccellenti competenze tecniche e professionalità di alto livello.
Ora, il futuro dello stabilimento e dei suoi beni produttivi è nelle mani del curatore fallimentare e del giudice delegato, che dovranno valutare la possibilità di vendere rami d’azienda o di individuare eventuali investitori interessati. Tuttavia, senza un piano industriale credibile e risorse pronte a rilanciare l’attività, il rischio è che tutto venga disperso.
Il territorio trentino, intanto, teme l’impatto economico e sociale della chiusura. Le conseguenze di questa perdita non riguardano solo i dipendenti di Marangoni, ma anche l’indotto e le imprese collegate all’azienda.
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