Ucraina, dagli Usa i missili Atacms? Perché possono cambiare la guerra

Alessandro Cipolla

11 Settembre 2023 - 08:26

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Gli Stati Uniti sarebbero pronti a fornire a Kiev gli Atacms: la guerra in Ucraina verso una svolta, cosa succede se Biden dovesse inviare anche i missili a lungo raggio?

Ucraina, dagli Usa i missili Atacms? Perché possono cambiare la guerra

La guerra in Ucraina dopo oltre un anno e mezzo ha bisogno di uno scossone altrimenti, visti gli scarsi risultati della controffensiva iniziata tre mesi fa, l’obiettivo di Kiev di riconquistare tutti i territori occupati continuerà a essere un miraggio.

L’elemento capace di rimescolare le carte in tavola potrebbero essere i missili Army Tactical Missile System, meglio noti come Atacms. La loro particolarità è che hanno una gittata di oltre 300 chilometri e possono cambiare direzione in volo, riducendo così le possibilità di essere intercettati.

Da quando è scoppiata la guerra, gli Stati Uniti finora si sono rifiutati sempre di fornirli all’Ucraina per due motivi: vista la gittata potrebbero essere usati per colpire il territorio russo e, nonostante siano prodotti Oltreoceano dagli anni ‘80, gli Usa non ne hanno molti a disposizione (circa 4.000).

Stando alle ultime notizie che arrivano da Washington, presti gli Stati Uniti potrebbero infrangere uno degli ultimi tabù rimasti nella guerra in Ucraina, includendo i missili Atacms nel prossimo pacchetto di forniture militari indirizzato verso Kiev.

Ma perché nel caso arrivasse una conferma da parte della Casa Bianca, si tratterebbe di una decisione capace di mutare la storia di questa guerra?

I missili Atacms e la guerra in Ucraina

Tre mesi dopo l’inizio della controffensiva, l’Ucraina non sembrerebbe avere chance di poter vincere la guerra perlomeno nei termini specificati dal presidente Zelensky: ripristino dei confini ante 2014, Crimea compresa.

Le truppe di Kiev hanno necessità di sfondare ora le linee nemiche perché in autunno, o ancora peggio in inverno, le condizioni del terreno saranno un forte impedimento per l’avanzata dei mezzi.

Al netto della propaganda, l’Ucraina finora ha liberato solo alcuni villaggi e davanti a sé ha tre linee di difesa russe composte da terreni minati, fossati, fortificazioni e denti di drago. In più la netta superiorità aerea di Mosca rende proibitiva l’avanzata.

Il risultato è che la controffensiva finora è stata solo un bagno di sangue per i due eserciti, con risultati minimi sul campo di battaglia come se fossimo tornati indietro di cento anni al tempo della Prima Guerra Mondiale.

I missili Atacms nel caso non arriverebbero prima di diversi mesi - anche gli F-16 per ammissione di Kiev non saranno a disposizione solo durante la prossima primavera - e non in numero abbondante.

Se Joe Biden alla fine dovesse decidere di oltrepassare anche questa linea rossa, visto che eventuali attacchi in territorio russo potrebbero portare a delle reazioni imprevedibili - e potenzialmente apocalittiche - da parte di Vladimir Putin, questa mossa degli Usa potrebbe avere due significati.

Il primo è che gli Usa non hanno fretta di concludere presto questa guerra e pensano già a una seconda controffensiva nel 2024, nonostante il prossimo anno negli States si terranno le incertissime elezioni presidenziali.

Il secondo è che Washington si sta preparando ad armare l’Ucraina in vista di una prossima tregua: rifornire Kiev di missili a lungo raggio e di jet come gli F-16 che possono montare anche testate nucleari, sarebbe il miglior modo per dissuadere la Russia a violare il cessate il fuoco.

La guerra in Ucraina così in autunno si troverà di fronte al più classico dei bivi: o andrà avanti ancora a lungo, oppure la tanto evocata “soluzione Coreana” andrà a cristallizzare il conflitto lasciando in mano alla Russia i territori occupati e fornendo a Kiev ampie garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente.

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