Tutti i volti dell’economia globale. E della crisi mondiale

Violetta Silvestri

12/08/2023

12/08/2023 - 15:48

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I volti di crisi dell’economia globale sono diversi: cosa sta succedendo tra inflazione, deflazione, recessione e commercio più debole. Cina, Usa, Europa, mercati emergenti sono tutti coinvolti.

Tutti i volti dell’economia globale. E della crisi mondiale

L’economia globale sta attraversando una serie di ostacoli e di cambiamenti che lasciano segni di crisi in ogni parte del mondo: dall’inflazione elevata in Europa e negli Usa, alla deflazione cinese fino al balzo delle materie prime per alcuni Paesi in via di sviluppo, ogni territorio è colpito da fattori avversi.

Mentre si aspetta settembre per capire come si muoveranno le principali banche centrali, finora fondamentali con le loro mosse sui tassi di interesse per tracciare la traiettoria di azioni, obbligazioni e bilanci statali, in questa settimana appena trascorsa sono emerse nuove allerte.

Quali sono in venti di crisi che soffiano ancora sul mondo e quali segnali di ripresa? Tutti i volti dell’economia globale.

I guai di Usa, Cina, Europa

Fed, inflazione, recessione e sviluppo tecnologico sono i temi caldi degli Usa.

Una misura chiave dei prezzi al consumo è aumentata solo modestamente per un secondo mese, rafforzando le speranze che la Federal Reserve possa domare l’inflazione senza innescare una recessione. I guadagni mensili consecutivi dello 0,2% sono stati i più piccoli in più di due anni.

Intanto, però, i produttori di chip statunitensi stanno lottando per occupare posizioni chiave, mostra un nuovo studio, con la carenza di manodopera qualificata che minaccia di ostacolare gli sforzi per rilanciare l’industria nazionale.

I guai della Cina sono diversi, ma altrettanto rilevanti. Le banche cinesi hanno concesso a luglio l’importo più basso di prestiti mensili dal 2009, un ulteriore segnale di debolezza della domanda nella seconda economia mondiale che aumenta il rischio di una prolungata pressione deflazionistica.

I prezzi al consumo e alla produzione della Cina sono diminuiti insieme per la prima volta dal 2020, un ciclo di deflazione che potrebbe aiutare le banche centrali globali a combattere l’inflazione nei propri paesi, ma segnala un peggioramento delle prospettive nella seconda economia mondiale.

Inoltre, una misura dei nuovi investimenti esteri in Cina è scesa al livello più basso degli ultimi 25 anni nel secondo trimestre, alimentando preoccupazioni su quanto le tensioni geopolitiche e il rallentamento della ripresa dell’economia possano danneggiare la fiducia delle imprese.

In Europa, le aspettative dei consumatori per l’inflazione dell’area dell’euro sono diminuite a giugno, ma sono rimaste al di sopra dell’obiettivo del 2% della Banca centrale europea, mentre i funzionari valutano se continuare il loro periodo senza precedenti di aumenti dei tassi di interesse.

La produzione industriale tedesca è diminuita per un secondo mese a giugno, frenando ulteriormente la più grande economia europea dopo essere appena uscita dalla recessione all’inizio di quest’anno. Il calo in Germania si è aggiunto dalla minore produzione industriale in Francia e Spagna durante il mese.

L’economia del Regno Unito ha registrato la crescita trimestrale più forte in più di un anno. Anche con il modesto avanzamento dello 0,2%, il Regno Unito rimane l’unico paese del Gruppo dei Sette che deve ancora riprendersi completamente dalla pandemia.

Nuovi pericoli per il mondo

Da registrare c’è anche un’impennata dei prezzi del riso al livello più alto in quasi 15 anni che sta rinnovando i timori che i costi del cibo diventeranno molto più alti per le persone più povere del mondo. Il grano è vitale per le diete di miliardi in Asia e Africa.

Inoltre, risuona anche l’allarme inflazione energetica, con i prezzi di petrolio e gas in rimonta spinti rispettivamente da un’offerta limitata con scorte di greggio in calo rispetto a una domanda in ripresa per il 2023 e da alcune interruzioni di Gnl dall’Australia che hanno avuto ripercussioni anche sul benchmark europeo.

Poi, mentre gli economisti valutano la probabilità di recessioni nelle principali economie di tutto il mondo, una serie di dati recenti mostra che una flessione è già evidente quando si tratta di commercio globale.

La Cina, il più grande esportatore mondiale, ha appena riportato la maggiore contrazione delle spedizioni estere dal febbraio 2020. La Germania, il numero 3 globale, ha visto le sue esportazioni diminuire negli ultimi dati mensili di più su base annua dall’inizio del 2021.

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