Trump: campagna elettorale zeppa di annunci falsi

Marco Ciotola

28 Gennaio 2020 - 20:32

Diffusi centinaia di annunci pubblicitari falsi o ingannevoli tramite Facebook. I dettagli

Trump: campagna elettorale zeppa di annunci falsi

La campagna elettorale USA del 2020, che vede Donald Trump puntare alla rielezione, si sta rivelando in misura sempre maggiore veicolo di messaggi pubblicitari falsi o ingannevoli.

A farlo notare è la CNN, che ha quantificato per il momento in oltre 200 le inserzioni politiche fuorvianti che circolano su Facebook. Su tutte, domina l’informazione secondo cui i media vorrebbero bloccare lo spot elettorale destinato alla striscia pubblicitaria in onda durante il seguitissimo Super Bowl.

Questo, specifica l’annuncio, malgrado normative federali che impongono la messa in onda del contenuto.

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Trump: campagna elettorale zeppa di annunci falsi

I messaggi relativi al presunto ban degli spot elettorali rappresentano solo l’ultimo esempio del potenziale negativo della piattaforma di Zuckerberg, che in casi simili può consentire ai politici di indirizzare in modo errato gli utenti e al contempo al social di trarre profitto dalla disinformazione.

Negli annunci in oggetto, c’è un invito accorato a indirizzo dei “media liberali”, esortati a trasmettere la pubblicità del Super Bowl:

“Sappiamo che i media diffusori di fake news faranno tutto il possibile per garantire che il nostro annuncio non veda mai la luce. Ecco perché ti sto chiedendo di impegnarti a domandare insieme che venga trasmessa la nostra pubblicità durante il Super Bowl”.

Ma secondo Andrew Schwartzman, esperto di diritto dei media alla Benton Foundation, il più recente annuncio di Trump su Facebook è fuorviante per due motivi. In primo luogo, il Super Bowl e di rimando l’annuncio della campagna Trump - in onda durante il Super Bowl - saranno trasmessi esclusivamente su Fox.

Il presidente di Fox è Rupert Murdoch, che è in ottimi rapporti con Trump, e i regolamenti della Federal Communications Commission proibiscono alle emittenti televisive di rifiutare pubblicità politica di candidati legalmente qualificati per l’ufficio federale, ed è pertanto altamente improbabile che un’eventualità del genere si verifichi:

“Sono obbligati a mandare in onda lo spot, l’unica modifica che possono apportare riguarda eventuali mancanze nel contenuto, relative ai requisiti di identificazione della sponsorizzazione; vale a dire che potrebbero aggiungere le informazioni dovute circa chi ha pagato lo spot, e farlo con la rilevanza richiesta”,

ha commentato Schwartzman.

D’altronde lo scambio economico non è per nulla sfavorevole alla Fox, che per mandare in onda un annuncio della durata di appena 60 secondi riceverà circa 10 milioni di dollari.

Negli ultimi mesi Facebook ha messo in atto politiche di controlli molto approfondite rispetto alle inserzioni, dopo che la questione aveva assunto rilevanza nazionale lo scorso autunno, con l’annuncio di Trump circa la “verità” sull’ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio, Hunter Biden.

Poco dopo, la senatrice democratica Elizabeth Warren ha evidenziato la diffusa tendenza della piattaforma a dare spazio a comunicazioni false o fuorvianti, accusandola senza mezzi termini di “guadagnare soldi dalle bugie”.

In tutta risposta, Zuckerberg ha dichiarato di non essere intenzionato a porre un argine alle comunicazioni dei politici, perché gli utenti dovrebbero “giudicare quei discorsi in autonomia”.

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