La truffa del doppio Spid è subdola e insidiosa. “Hanno aperto un nuovo conto a mio nome e mi hanno rubato 10mila euro” dice una vittima. Come fanno i malviventi a replicare lo Spid?
La truffa del doppio Spid può colpire chiunque a causa di falle presenti nella struttura del sistema scoperte e utilizzate dai malfattori. La truffa consiste nella creazione di una seconda identità digitale attraverso la sottrazione o la clonazione dei documenti di identità.
Anche se non si tratta di una truffa nuova, il meccanismo torna alla ribalta dopo la denuncia presentata da un professore in pensione di 72 anni caduto vittima della truffa. “Mi hanno copiato la carta d’identità e hanno aperto un nuovo conto corrente a mio nome“, racconta l’uomo a cui sono stati sottratti 10.000 euro.
Dopo aver replicato i suoi dati, i truffatori hanno aperto un conto corrente a suo nome, riuscendo così a sottrarre denaro al pensionato.
La truffa del doppio Spid è subdola e silenziosa, ci si accorge che è in atto solo quando, ormai, hanno rubato la pensione, l’assegno unico, il rimborso del 730 o quando ci si accorge di conti correnti intestati a proprio nome di cui non si sapeva nulla. Non c’è possibilità di recuperare il maltolto. Si tratta di una delle truffe più insidiose e non serve essere un hacker o un esperto informatico per metterla in atto.
Basta creare una nuova identità digitale e il gioco è fatto: accedere al portale dell’Inps e cambiare l’Iban su cui accreditare pensione, assegno unico o Naspi è facilissimo. Così come è elementare andare sul portale dell’Agenzia delle Entrate per cambiare l’Iban su cui ricevere eventuali rimborsi fiscali.
Nell’era della digitalizzazione in cui basta un click per fare qualsiasi cosa, anche le truffe diventano semplici da realizzare, basta solo un documento falso (o uno rubato) per creare una nuova identità digitale e attuare il furto.
Ma come fanno i malviventi ad aprire uno Spid se il malcapitato ne ha già uno? Come funziona la truffa e a cosa si deve fare attenzione?
La truffa del doppio Spid
La truffa viene messa in atto grazie a una falla del sistema dello Spid, che permette di creare più identità digitali con lo stesso codice fiscale. Il fenomeno, in crescita, desta preoccupazione soprattutto in piena stagione dichiarativa e questo potrebbe mettere a rischio eventuali rimborsi del 730 spettanti, se si sceglie la liquidazione direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Come si crea un doppio Spid? Nulla di più facile, basta un documento rubato o, per i più smanettoni, reperirne uno direttamente su Telegram, dove è possibile acquistare addirittura pacchetti di documenti italiani. Una volta in possesso del documento della possibile vittima, basta creare un nuovo Spid, da un provider diverso, dotandolo di un diverso numero di telefono e di una mail differente.
Il vecchio Spid rimane attivo e il titolare può continuare a utilizzarlo, ma è attivo anche il secondo. La vittima non sospetta nulla (chi si preoccupa di andare a controllare se esiste un secondo Spid a proprio nome?), ma il truffatore con la nuova identità digitale ha la possibilità di accedere ai portali dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate per cambiare l’iban di destinazione di pensioni, rimborsi fiscali, bonus e assegno unico. Il malcapitato si accorge che qualcosa non va solo quando si rende conto di non aver ricevuto l’accredito che aspetta, ma ormai è troppo tardi.
Le vittime del doppio Spid
Le frodi digitali continuano a colpire chiunque sia poco cauto, ma la truffa del doppio Spid può capitare anche a chi presta moltissima attenzione a tutto quello che fa online. È talmente insidiosa, infatti, da non richiedere chissà quale passo falso dalla vittima.
Una disavventura simile a quella dell’insegnante pensionato, era capitata qualche tempo fa a una donna: non ricevendo l’accredito della tredicesima si è accorta che le coordinate bancarie del suo profilo per il trattamento economico erano state modificate e al posto del suo iban ne era stato inserito un altro di un conto corrente, sempre a suo nome, frutto della falsa identità digitale.
Il doppio Spid, quindi, non permette solo ai malviventi di impadronirsi di eventuali somme che devono essere accreditate alla vittima, ma anche di aprire un nuovo conto corrente con falsa identità a nome del malcapitato (per molti trattamenti, come l’assegno unico, infatti, è necessario che il conto corrente sia intestato o cointestato al beneficiario).
L’allarme del doppio Spid e come difendersi
L’allarme della truffa del doppio Spid era stato lanciato già dall’Unione nazionale consumatori. Il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona, aveva sottolineato che la frode è in crescita e che le segnalazioni di questo tipo arrivano quotidianamente al punto da spingere l’associazione a stilare un vademecum con i consigli da seguire per non cadere vittime dell’inganno.
Tra i consigli per evitare di incappare nella truffa troviamo:
- non condividere mai i propri documenti di identità via email o tramite app di messaggistica;
- controllare in modo regolare quanti e quali Spid risultano attivati a proprio nome sul sito dell’Agenzia per l’Italia digitale;
- in caso di furto dei documenti di identità fare immediatamente la denuncia alle autorità competenti;
- cambiare spesso le credenziali Spid e conservarle con cura;
- attivare, ovunque sia possibile, l’autenticazione a due fattori sia per lo Spid che per tutti gli altri servizi che potrebbero essere a rischio truffa;
- attivare gli alert della banca per ogni movimento del conto corrente.
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