In Legge di Bilancio 2026 potrebbe entare la misura che prevede la detassazione della tredicesima o l’applicazione di una tassazione piatta per la mensilità aggiuntiva.
Con la detassazione della tredicesima di quanto aumenta la mensilità aggiuntiva? In Legge di Bilancio 2026 potrebbe entrare la proposta di una tredicesima senza tasse, avanzata da Forza Italia con lo scopo di stimolare i consumi e dare nuovo slancio economico alle famiglie. L’ipotesi coinvolgerebbe circa 19 milioni di lavoratori.
La tredicesima è uno degli appuntamenti fissi più attesi dai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico, sia di quello privato. La retribuzione aggiuntiva, corrisposta solitamente entro il mese di dicembre, viene tassata come un normale stipendio applicando contributi previdenziali e Irpef in base alle aliquote vigenti e allo scaglione di reddito in cui ricade il lavoratore. La tredicesima, però, a differenza delle altre retribuzioni non beneficia delle detrazioni e, quindi, ha sempre un importo più basso rispetto al normale stipendio.
Tredicesima senza tasse, la proposta
Forza Italia spiega che la detassazione della tredicesima ha l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale che grava sui lavoratori. L’intervento riguarderebbe tutte le categorie di lavoratori dipendenti, ovvero circa 19 milioni di persone.
La detassazione della tredicesima comporterebbe una mensilità aggiuntiva non tassato con le normali aliquote Irpef e l’impatto sulla busta paga sarebbe non trascurabile. L’importo effettivo che resterebbe nelle tasche dei lavoratori non è uguale per tutti (l’Irpef, infatti, è un’imposta progressiva che grava maggiormente sui redditi più elevati) ma varierebbe dal 23% al 43% dello stipendio in questione.
Tredicesima, come è tassata?
La tredicesima, attualmente, è la mensilità su cui grava maggiormente l’Irpef, visto che per questo importo non sono riconosciute le detrazioni da lavoro dipendente; queste ultime, infatti, spettano al lavoratore distribuite nel corso dell’anno, in misura pari a un dodicesimo al mese.
Corrisposta solitamente a dicembre (da qui il nome di «gratifica natalizia»), la tredicesima interessa tutti i lavoratori dipendenti e attualmente prevede la normale tassazione e le trattenute per i contributi previdenziali, ma il taglio applicato è molto più pesante di quello che colpisce solitamente gli stipendi (per la mancanza di detrazioni, in primis).
La detassazione della tredicesima garantirebbe in modo concreto ai lavoratori una somma aggiuntiva a disposizione. Secondo Forza Italia l’unica soluzione per fare in modo che il ceto medio non si trasformi in ceto povero è quella di garantire stipendi più ricchi e la detassazione della tredicesima (come quella degli straordinari e dei premi di produzione) si dirige proprio verso questo obiettivo.
Le opzioni allo studio per la detassazione della tredicesima
Le opzioni allo studio, attualmente, prevedono due interventi distinti:
- uno che vuole l’esenzione totale dell’Irpef dalla mensilità aggiuntiva: in questo caso sulla tredicesima graverebbe solo la trattenuta contributiva (9,19%);
- uno che prevede l’applicazione di una aliquota ridotta al 10% (quella già prevista per i premi di produttività).
Entrambe le ipotesi sono in fase di valutazione e la realizzazione di questo intervento, come sempre, è vincolata alla disponibilità finanziaria.
In base a queste regole sono state effettuate delle simulazioni per comprendere quale sarebbe il guadagno netto per il dipendente. Le riportiamo nella seguente tabella:
RAL | di quanto aumenta la tredicesima con esenzione completa | di quanto aumenta la tredicesima con imposta al 10% |
---|---|---|
20 mila euro | +321 euro | +182 euro |
28 mila euro | +450 euro | +254 euro |
35 mila euro | +856 euro | +611 euro |
50 mila euro | +1.222 euro | +873 euro |
60 mila euro | +1.802 euro | +1.383 euro |
Stipendi più alti con il taglio delle tasse
Intervenire su quelle che sono le competenze straordinarie (tredicesima, straordinari e premi di produzione) potrebbe avere un impatto positivo non solo sui lavoratori, ma anche sull’economia italiana. Sugli straordinari l’idea che sta prendendo piede è quella di un doppio beneficio: prevedere un maggior guadagno per il lavoratore detassando il lavoro extra e una maggiore flessibilità nell’orario che garantirebbe alle aziende di poter far fronte ai periodi di picco produttivo. La novità che, però, interessa il maggior numero di lavoratori è la detassazione della tredicesima.
Lo scorso anno la Legge di Bilancio ha previsto il bonus tredicesima, 100 euro netti da corrispondere ai lavoratori con redditi fino a 28.000 euro con almeno un figlio a carico. Si è trattato di una misura compensativa introdotta per sopperire alla mancata applicazione della detassazione della tredicesima che ha, però, comportato un costo molto più limitato e ha interessato circa 4,5 milioni di lavoratori (con una spesa che ha gravato sui conti pubblici per 320 milioni di euro).
La detassazione della tredicesima, pur avendo un altro impatto sulla busta paga dei lavoratori, coinvolgendo un numero maggiore di persone costerebbe al Fisco circa 14,5 miliardi di euro (il gettito della gratifica natalizia è questo). Visto il costo, è lecito pensare alle coperture, così come è lecito supporre che difficilmente si potrà trattare di un intervento generalizzato.
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