Torna l’allarme grano e crisi alimentare: il motivo è (ancora) la Russia

Violetta Silvestri

1 Aprile 2023 - 12:37

La Russia sta per scatenare una nuova crisi alimentare, manipolando i prezzi del grano? L’allarme c’è e Putin potrebbe utilizzare la materia prima agricola come strumento di ritorsione.

Torna l’allarme grano e crisi alimentare: il motivo è (ancora) la Russia

Nuovo allarme grano e forniture alimentari: ci sarà una nuova crisi dell’approvvigionamento? Il rischio c’è e il motivo è in Russia, anzi proprio nella potenziale possibilità di Mosca di utilizzare il commercio di questa importante materia prima come arma di guerra contro l’Occidente.

Alcuni analisti su Bloomberg si sono infatti chiesti se ora la presa della Russia sulla fornitura alimentare globale si rafforzerà - a vantaggio di Mosca - dopo che due dei maggiori commercianti internazionali hanno dichiarato che avrebbero interrotto gli acquisti di grano per l’esportazione dal Paese russo.

Questo significa che, senza due colossi internazionali nel mercato del grano della Russia, sarà più facile per Putin controllare - e manovrare - le spedizioni, con conseguenti scosse su prezzi e carenze.

Il dominio della Russia nel mercato globale dei cereali è emerso chiaramente con la guerra in Ucraina, tanto che i prezzi sono aumentati l’anno scorso a causa delle interruzioni dell’offerta.

Ora l’allarme grano sta tornando: i motivi e i rischi su una crisi alimentare mondiale.

Cosa succede in Russia e perché c’è un allarme grano per il mondo

L’uscita dei colossi internazionali Cargill e Viterra dal mercato russo del grano (qui i due giganti acquistavano la materia prima per esportarla) significa che adesso Mosca avrà un maggiore controllo sulle sue spedizioni di cibo e raccoglierà maggiori entrate.

Anche Archer-Daniels-Midland sta valutando le opzioni per abbandonare le sue principali operazioni russe e lo stesso potrebbe decidere Louis Dreyfus. Si tratta di importanti multinazionali del settore alimentare.

L’analisi Blooomberg spiega che Cargill e Viterra sono sotto pressione già da tempo per cedere i loro beni in Russia, poiché una serie di figure influenti - compresi i governatori delle principali regioni produttrici di grano del paese - hanno chiesto a Mosca di limitare l’influenza degli stranieri nel mercato alimentare russo.

I commercianti finanziati dal governo avevano già conquistato una fetta più grande del mercato quando il presidente Vladimir Putin ha fatto della sovranità alimentare una priorità politica e le esportazioni di grano sono diventate un simbolo del potere geopolitico.

La banca statale VTB ha sottratto quote di mercato negli ultimi anni a Viterra e Cargill. Anche OZK, sostenuta dallo Stato, nota anche come United Grain Co., è tra i primi cinque spedizionieri.

La Russia ha reso anche sempre più difficile per i commercianti stranieri ottenere i documenti necessari per esportare il loro grano, secondo persone che hanno familiarità con la questione.

Le società commerciali internazionali hanno beneficiato del fatto che la Russia è diventata un importante esportatore mondiale di cereali nei due o tre decenni in cui hanno operato lì. Durante quel periodo, le esportazioni di grano della Russia sono quintuplicate, tanto che la materia prima russa è diventata il riferimento per il prezzo nel commercio globale.

Da sottolineare che Viterra e Cargill hanno spedito circa il 14% dei volumi di grano della Russia la scorsa stagione, quindi una grossa fetta delle esportazioni continuerà come prima. Cargill ha dichiarato che a partire da luglio smetterà di esportare grano proveniente dalla società in Russia, ma continuerà ad acquistare carichi da altre aziende.

Tuttavia, molti assicuratori e compagnie di navigazione potrebbero essere più cauti nel lavorare con aziende russe a causa dei rischi legati alle sanzioni. Il cibo non è sanzionato, ma alcune banche statali coinvolte nel commercio dei cereali lo sono. Ciò significa che una scossa al mercato mondiale del grano potrebbe verificarsi.

Come può cambiare il prezzo e il mercato del grano

La partenza di Cargill e Viterra lascia le forniture di grano russo in gran parte nelle mani di società nazionali e finanziate dal governo, il che significa che la Russia controllerà una parte maggiore delle entrate tanto necessarie mentre la guerra decima il suo budget.

Tutto questo può tradursi anche nella capacità russa di utilizzare le esportazioni alimentari come strumento di influenza geopolitica. Tra i principali acquirenti di grano russo ci sono paesi del Medio Oriente e dell’Africa che hanno evitato forti critiche all’invasione dell’Ucraina.

“Se il governo russo viene maggiormente coinvolto, comporta maggiori rischi dal punto di vista del mercato”, ha affermato Matt Ammermann, responsabile del rischio delle materie prime presso StoneX. “Fino a quando la Russia non dimostrerà il contrario resterà un fornitore discutibile”.

Il ministero dell’Agricoltura russo afferma che i cambiamenti non avranno alcun impatto sui livelli di esportazione del Paese, ma i commercianti stanno osservando eventuali segnali di come la Russia possa tentare di influenzare i prezzi o le condizioni di scambio.

Una crisi alimentare non è esclusa, mentre lo scenario della guerra si complica e gli attriti Russia-Occidente rimangono molti e pericolosi.

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