Terza guerra mondiale, caos tra Kosovo e Serbia: cosa sta succedendo?

Alessandro Cipolla

22 Novembre 2022 - 12:56

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A Bruxelles è fallita la mediazione tra Serbia e Kosovo sulla questione delle targhe: l’Ue teme una escalation ma il vero rischio è una terza guerra mondiale tra Nato e Russia.

Terza guerra mondiale, caos tra Kosovo e Serbia: cosa sta succedendo?

E se la miccia della terza guerra mondiale fossero i Balcani? A Bruxelles è grande la preoccupazione per quello che potrebbe accadere sull’altra sponda dell’Adriatico, tanto che dalle parti di Palazzo Berlaymont si teme seriamente una pericolosa “escalation”. Per rendere l’idea della gravità della situazione, subito i nostri ministri Tajani e Crosetto si sono recati nella turbolenta Regione.

Ma cosa è successo da spaventare così tanto l’Unione europea tanto che, dopo la crisi del missile in Polonia, si sta tornando a parlare di una possibile terza guerra mondiale nel cuore del Vecchio Continente come estensione del conflitto in Ucraina?

A preoccupare è il mancato accordo tra Kosovo e Serbia sulla questione delle targhe della minoranza serba in quello che tuttora è un protettorato Onu; una vicenda che già questa estate ha portato a scontri e tensioni nel tormentato Paese balcanico.

Entrambi - è stato il commento dell’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell - hanno la piena responsabilità per il fallimento dei negoziati odierni e per qualsiasi escalation e violenza che potrebbe verificarsi sul campo”.

Il timore di una terza guerra mondiale è presto detto: dietro la Serbia c’è la Russia mentre nel Kosovo c’è una forte presenza Nato, con sia Mosca sia Washington che si sono detti in passato pronti a intervenire nel caso gli eventi dovessero precipitare.

Cosa succede tra Serbia e Kosovo

Dallo scorso 24 febbraio tutti noi viviamo nel costante timore di una terza guerra mondiale; del resto con il conflitto in Ucraina che sembrerebbe essere destinato a durare ancora a lungo, basterebbe un nulla per allargare il perimetro bellico anche alla Nato.

In questo scenario, la questione Kosovo da mesi è monitorata con molta attenzione da parte dell’Unione europea, tanto che Josep Borrell ha voluto convocare in tutta fretta a Bruxelles Aleksandar Vucic e Albin Kurti, rispettivamente presidente serbo e kosovaro.

Visto il mancato accordo, da oggi nel Kosovo inizierà la reimmatricolazione delle auto con le autorità che non riconosceranno più i documenti serbi. Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, questa questione ha generato blocchi e proteste da parte della minoranza serba, con anche dei colpi d’arma da fuoco che sono stati sparati verso la polizia locale.

Con l’esercito serbo che già si era allertato, c’è voluta poi la mediazione dell’Ue per rinviare l’entrata in vigore della norma voluta dal governo di Pristina ma adesso, vista la fumata nera a Bruxelles, nel Kosovo potrebbe tornare a regnare il caos.

Perché c’è il rischio di una terza guerra mondiale

Il Kosovo è un protettorato Onu rivendicato dalla Serbia, con Russia e Cina che ancora adesso non hanno riconosciuto l’indipendenza dello Stato dove è presente una forza militare a guida Nato, con il contingente più numeroso che è quello italiano.

Questa estate quando è scoppiata la questione delle targhe, il presidente serbo Vucic ha twittato che “tutto mi porta a dire che la Serbia sarà costretta ad iniziare la denazificazione dei Balcani”. Toni simili questi a quelli usati da Putin prima dell’invasione dell’Ucraina.

In sostanza se la vicenda delle targhe dovesse generare una risposta militare da parte della Serbia, la Nato già ha fatto sapere di essere pronta a intervenire al pari della Russia, con Mosca che andrebbe a dar manforte all’alleato serbo.

Poco più di cento anni dopo la famigerata “pistola di Sarajevo”, i Balcani questa volta potrebbero essere la miccia di una terza guerra mondiale: la speranza è che le proteste della minoranza serba non portino a un intervento militare da parte di Belgrado, perché a qual punto un intervento della Nato sarebbe inevitabile.

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