Chi vuole la terza guerra mondiale? Ecco i Paesi in pressing sulla Nato

Alessandro Cipolla

17/11/2022

17/11/2022 - 08:33

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Per un giorno siamo stati a un passo dalla terza guerra mondiale: la vicenda del missile in Polonia, ancora da chiarire, ci ha fatto capire chi vorrebbe allargare il conflitto alla Nato.

Chi vuole la terza guerra mondiale? Ecco i Paesi in pressing sulla Nato

La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina. Nel momento in cui un missile è caduto in Polonia in una zona rurale non distante da Przewodow, uccidendo due lavoratori, fino a quando Washington prima e Varsavia poi hanno affermato che il razzo con ogni probabilità non è stato lanciato dalla Russia ma bensì dalla difesa antiaerea ucraina, il conflitto in Ucraina è stato a un passo dall’allargarsi alla Nato con tutte le conseguenze del caso.

La dinamica esatta però è tutta ancora da chiarire, con il premier polacco Mateusz Morawiecki che ha spiegato come il suo Paese stia ancora valutando se attivare l’articolo 4 del Trattato Nato: questo prevede l’avvio di consultazioni tra gli alleati quando il territorio è violato o minacciato, mentre l’articolo 5 è quello del soccorso militare anticamera in questo caso di una terza guerra mondiale.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg invece ormai non ha più dubbi, con quanto accaduto in Polonia che sarebbe stato un incidente della difesa ucraina: “Voglio dire in maniera chiara che sull’incidente avvenuto in Polonia Kiev non ha colpe ma è il risultato del massiccio lancio di missili russi sull’Ucraina. Questa è la dimostrazione che la guerra di Putin crea situazioni pericolose. Putin deve fermare questa guerra”.

L’Ucraina invece continua a ripetere di avere le prove della colpevolezza della Russia, tanto da chiedere “che venga concesso immediatamente l’accesso al sito dell’esplosione ai rappresentanti del ministero della Difesa e del servizio di guardia di frontiera statale” per poter fare proprie indagini.

In questo scenario, nelle fasi più concitate della crisi polacca è emerso chi in qualche modo stesse facendo come il tifo per un coinvolgimento della Nato nel conflitto, una eventualità che inevitabilmente avrebbe innescato una terza guerra mondiale.

Chi vuole una terza guerra mondiale?

Come è iniziata a circolare la notizia del missile caduto a Przewodow, su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha subito puntato il dito contro Mosca: “I missili russi hanno colpito la Polonia, il territorio Nato”.

È accaduto ciò che avevamo previsto tanto tempo fa. Il terrore non si limita ai nostri confini nazionali. I missili russi hanno colpito la Polonia - ha poi proseguito Zelensky - Quante volte l’Ucraina ha detto che lo stato di terrore non si sarebbe limitato al nostro paese? Più a lungo la Russia si sente protetta da punizioni, più cresceranno le minacce per tutti coloro che possono essere colpiti da missili russi. Colpire il territorio Nato con missili: questo è un attacco missilistico russo alla sicurezza collettiva. C’è un’escalation significativa, bisogna agire”.

In contemporanea parole simili sono state cinguettate su Twitter dal consigliere del presidente Mykhailo Podolyak: “Gli attacchi sul territorio della Polonia non sono un incidente, ma un ’hello’ deliberatamente pianificato dalla Russia, camuffato da ’errore’. Ciò accade quando il male rimane impunito e quando i politici si impegnano nella ’pacificazione’ dell’aggressore. Il regime ru-terrorista deve essere fermato. Condoglianze ai morti”.

Per il governo Ungherese il presidente ucraino Zelensky è stato di cattivo esempioin una simile situazione i leader mondiali si esprimono in maniera responsabile”, mentre al contrario Stati Uniti e Ue avrebbero mantenuto un giusto atteggiamento di prudenza.

C’è da dire che dopo quasi nove mesi di guerra e al termine di una dura giornata con oltre cento razzi caduti sull’Ucraina, può essere comprensibile l’atteggiamento di Kiev anche se questo avrebbe potuto portare a una terza guerra mondiale.

Del resto fin dall’inizio dell’invasione russa Zelensky ha chiesto l’aiuto militare da parte della Nato, ben conscio che questo avrebbe generato una terza guerra mondiale potenzialmente anche nucleare.

Non solo Ucraina

Kiev però sarebbe in buona compagnia. “Le ultime notizie dalla Polonia sono delle più preoccupanti - ha twittato nelle prime fasi della crisi il ministro degli Esteri estone Usmar Reinsalu - Ci stiamo consultando in modo attento con la Polonia e gli altri Alleati. L’Estonia è pronta a difendere ogni centimetro di territorio Nato”.

Parole simili sono state usate, sempre su Twitter, dal ministro della difesa lettone Artis Pabriks: “Le mie condoglianze ai nostri fratelli polacchi, il regime criminale russo ha sparato missili non solo contro i civili ucraini ma ha anche colpito il territorio della Nato in Polonia”.

Se il comportamento dell’Ucraina è giustificabile visto che si ritrova con il paese devastato - e in parte occupato - dai russi , la domanda può sorgere spontanea: perché Estonia e Lettonia, quando ancora la dinamica in Polonia era tutta da accertare, hanno subito soffiato sul fuoco della terza guerra mondiale?

L’ipotesi più probabile è che i tre Paesi Baltici, che vivono nel terrore di poter fare la fine dell’Ucraina, possano preferire un intervento della Nato, con tutte le conseguenze del caso, più che correre il rischio di essere invasi dalla Russia. Insomma, sarebbero disposti a tutto pur di togliere di mezzo Vladimir Putin.

Fino a quando non si arriverà a un cessate il fuoco in Ucraina, conditio sine qua non per la stipula di un accordo di pace, lo spettro di una terza guerra mondiale continuerà ad aleggiare sopra i cieli del Vecchio Continente: resta solo da capire quale potrà essere la pistola di Sarajevo.

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