Il capo della Nato Mark Rutte ha delineato uno scenario che potrebbe far scattare la terza guerra mondiale: ecco quale.
Da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, scatenando una guerra nel cuore dell’Europa, la situazione della sicurezza globale è profondamente cambiata. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in pochi ritenevano plausibile lo scoppio di una terza guerra mondiale, ma le recenti tensioni in Ucraina prima, e in Medio Oriente poi, hanno riportato con forza questo scenario al centro delle preoccupazioni internazionali.
Secondo il capo della NATO, Mark Rutte, esiste un’ipotesi concreta che potrebbe innescare un nuovo conflitto mondiale coinvolgendo tutte le maggiori potenze globali: un possibile attacco della Cina a Taiwan.
Quando si parla di conflitti nel mondo, il pensiero corre subito all’Ucraina e al Medio Oriente, ma c’è un altro fronte caldo da anni: quello asiatico. La Cina rivendica da tempo la propria sovranità su Taiwan, considerandola parte integrante del proprio territorio. La piccola isola, però, si considera indipendente, rifiuta ogni ingerenza cinese e ha stretto un’alleanza strategica con gli Stati Uniti, che la difendono con fermezza.
Rutte, intervistato dal New York Times, ha dichiarato che un eventuale attacco cinese a Taiwan potrebbe gettare le basi per un conflitto su scala globale. Questo perché, con ogni probabilità, Xi Jinping chiederebbe al suo alleato Vladimir Putin di creare un diversivo attaccando un Paese NATO in Europa. «Non siamo ingenui. Se Xi Jinping dovesse attaccare Taiwan, chiamerebbe prima il suo partner Vladimir Putin a Mosca e gli direbbe: ’Ehi, lo farò io, e ho bisogno che tu li tenga occupati in Europa attaccando un territorio NATO’», ha spiegato Rutte.
Per prevenire uno scenario di questo tipo, la NATO, secondo il suo segretario generale, deve essere sufficientemente forte da dissuadere la Russia dal prendere in considerazione l’idea di un attacco all’Alleanza Atlantica.
Inoltre, la NATO deve rafforzare la cooperazione con i Paesi dell’area indo-pacifica, un obiettivo sostenuto anche dall’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ricordato Rutte.
Un timore aumentato dopo lo scoppio della guerra in Ucraina
Il segretario generale ha sottolineato come i timori di un attacco cinese a Taiwan siano aumentati dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Lo sviluppo del conflitto ha spinto molti Paesi membri della NATO a riflettere su come potrebbe evolversi una crisi legata a Taiwan. Allo stesso tempo, è cresciuta la preoccupazione per le mosse aggressive della Russia e per il potenziamento delle sue capacità militari.
Lo scorso anno, la Russia ha incrementato la spesa militare del 42%, portandola a 462 miliardi di dollari. Si tratta di investimenti considerevoli che potrebbero preparare il Paese a un possibile attacco contro un membro europeo della NATO entro cinque anni.
Tuttavia, Rutte ha ribadito che l’Alleanza Atlantica è oggi più solida che mai, evidenziando l’accordo tra i Paesi membri per aumentare la spesa militare e rafforzare la cooperazione interna.
Se i Paesi NATO si sono impegnati ad alzare le spese per la Difesa fino al 5% entro il 2035, è anche merito delle pressioni esercitate da Donald Trump. Rutte è convinto che senza l’intervento dell’ex presidente americano questo risultato non sarebbe stato raggiunto.
Infine, il segretario generale della NATO si è detto certo che gli Stati Uniti interverrebbero immediatamente in caso di attacco a un Paese membro dell’Alleanza. «Sono assolutamente certo che gli Stati Uniti verrebbero in soccorso dell’Europa se un Paese della NATO venisse attaccato. Non c’è alcun dubbio sull’impegno degli Stati Uniti nella NATO e nella difesa dell’Articolo 5», ha concluso Rutte.
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