Tensione Usa-Cina: le due potenze ai ferri corti? In focus c’è Taiwan e non solo

Violetta Silvestri

29 Luglio 2022 - 08:34

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In un mondo già scosso da guerra e crisi economica, torna in primo piano la tensione tra le due maggiori potenze: Cina e Usa. Scoppierà un conflitto per Taiwan? Cosa si sono detti Biden e Xi.

Tensione Usa-Cina: le due potenze ai ferri corti? In focus c’è Taiwan e non solo

Si calma, ma resta accesa la tensione tra Usa e Cina.

Joe Biden e Xi Jinping hanno chiuso una telefonata giovedì con l’intenzione di organizzare un incontro faccia a faccia per la prima volta da quando Biden è entrato in carica. Tuttavia, Xi si è attenuto a parole forti sulla questione di Taiwan, mentre Biden ha affermato che la posizione degli Stati Uniti non è cambiata.

Nello specifico, Xi Jinping ha avvertito Joe Biden di non “giocare con il fuoco”, esprimendo irritazione per la potenziale visita a Taiwan della presidente della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi.

In una dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero degli Esteri cinese dopo che i leader hanno parlato, Xi non ha menzionato direttamente la possibile visita di Pelosi, ma ha affermato che la sua amministrazione “salverà risolutamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Cina”.

“Coloro che giocano con il fuoco periranno per esso. Si spera che gli Stati Uniti abbiano le idee chiare su questo”, ha aggiunto il presidente cinese.

La questione di Taiwan non fa altro che peggiorare un clima di accesa rivalità che si è instaurato da tempo tra le due potenze, ormai in una guerra non più segreta per conquistare l’egemonia economica.

Usa-Cina: da Taiwan al dominio economico, la sfida è aperta

Mentre da una parte le due potenze cercano di smorzare toni troppo accesi, evitando escalation pericolose in un momento storico già in subbuglio, dall’altra Cina e Usa mantengono ben salde le loro opposte posizioni. Su Taiwan, ma anche sulla necessità di conquistare l’egemonia economica.

Pechino ha diffuso diversi avvertimenti sulle ripercussioni che potrebbero manifestarsi contro gli Usa se Nancy Pelosi dovesse visitare Taiwan, mostrando solidarietà all’isola che sta affrontando crescenti minacce militari ed economiche da parte del dragone, secondo le sue ricostruzioni.

Una visita del presidente della Camera, appena ad agosto secondo alcuni rapporti, sarebbe una drammatica, anche se non senza precedenti, dimostrazione del sostegno degli Stati Uniti all’isola a detta di molti. Il repubblicano Newt Gingrich è stato l’ultimo speaker della Camera a visitare Taiwan nel 1997.

Alcuni esperti temono che una mossa del genere, in un momento così difficile, potrebbe innescare una grave crisi e persino scontri non intenzionali. Ma altri hanno minimizzato l’idea che la Cina e gli Stati Uniti siano sull’orlo della calamità per Taiwan.

Il punto è che le preoccupazioni dei funzionari dell’amministrazione per il viaggio di Pelosi sono in parte radicate nella tempistica. Arriverebbe in un momento particolarmente teso, con l’imminente congresso del Partito Comunista Cinese durante il quale Xi dovrebbe cercare un terzo mandato senza precedenti, facendo pressione sulla leadership di Pechino per mostrare forza. I funzionari del partito cinese dovrebbero iniziare a gettare le basi per quella conferenza nelle prossime settimane.

Con la Cina che ha recentemente riportato la sua peggiore performance economica in due anni, Xi si trova in una situazione politicamente delicata prima dell’importante incontro.

C’è da dire che la telefonata, durata circa 2 ore e 20 minuti, ha toccato anche altri argomenti, come aree di potenziale cooperazione quali il cambiamento climatico e la sicurezza sanitaria.

Xi ha sottolineato anche la necessità che entrambi i Paesi comunichino sul “coordinamento delle politiche macroeconomiche, sulla stabilizzazione delle catene di approvvigionamento e sulla protezione della sicurezza dell’energia e del cibo globali.

In questo contesto, Biden sta anche valutando se revocare alcune tariffe dell’era Trump sulla Cina nel tentativo di alleviare l’inflazione, anche se i funzionari della Casa Bianca hanno affermato che non aveva ancora deciso.

Se, quindi, di facciata si tenta ancora la strada del dialogo e della cooperazione, nel profondo le due potenze sono in guerra da anni, ora più che mai dopo lo sconvolgimento del mondo con il conflitto in Ucraina.

A testimonianza di un clima di rivalità, basta evidenziare che la Camera Usa ha appena approvato un massiccio sussidio per i semiconduttori e un disegno di legge sulla ricerca noto come Chips plus Science Act. Il disegno di legge, in lavorazione da quasi due anni, ha lo scopo di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dai chip per computer prodotti in Cina e in altri Paesi, nonché di finanziare la ricerca scientifica e tecnologica per mantenere le industrie americane competitive con le aziende straniere.

L’ennesimo atto in funzione anti-Pechino.

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