La People’s Bank of China e le autorità finanziarie della Cina hanno annunciato una carica di tagli ai tassi per far fronte ai dazi di Trump.
La controffensiva cinese contro i dazi di Trump arriva anche sotto forma di tagli ai tassi. Lo hanno annunciato la People’s Bank of China e le principali autorità finanziarie della Cina, pronte a intervenire per blindare il sistema finanziario e la crescita del PIL del Paese contro le tariffe imposte dalla Casa Bianca.
La Cina annuncia bazooka anti-Trump: tagli ai tassi e alle riserve obbligatorie per le banche
La Cina, ha reso noto oggi il governatore della banca centrale Pan Gongsheng nel corso di una conferenza stampa, taglierà i tassi di breve termine - per la precisione tassi sulle operazioni reverse repurchase agreement, RRPs (Reverse REPO) a sette giorni - di 10 punti base, dall’1,5% all’1,4%, facendo scendere anche il tasso LPR di 10 punti base.
L’ultima volta che la People’s Bank of China ha tagliato il suo tasso reverse repo a sette giorni - considerato ora il principale tasso di riferimento da parte della Banca centrale cinese - è stato nel settembre del 2024, con una riduzione pari a 20 punti base.
Non solo: la People’s Bank of China ha annunciato anche un taglio pari allo 0,5% del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche - il reserve requirement ratio, che determina l’ammontare di liquidità che le banche devono accantonare -, liberando così una liquidità aggiuntiva sui mercati di 1000 miliardi di yuan, l’equivalente di $138,6 miliardi.
Le autorità cinesi hanno annunciato oggi anche altre misure volte a sostenere i finanziamenti ad alcuni settori chiave, inclusi il settore tecnologico e il mercato immobiliare.
Ancora, la PBOC taglierà anche i tassi sui mutui erogati dal fondo immobiliare statale, istituzione garantita dal governo, di 25 punti base.
Di conseguenza, i tassi sui mutui a cinque anni erogati a favore di consumatori che acquistano un immobile per la prima volta saranno tagliati al 2,6%, dal 2,85% attuale.
I bazooka non finiscono qui, in quanto Pechino ridurrà anche la riserva di liquidità che le società di finanziamento al settore auto devono accantonare e detenere sotto forma di riserva, dall’attuale 5% a zero.
Scetticismo su efficacia bazooka, occhio al rapporto tra yuan e dollaro USA
Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Xinhua, il taglio dei tassi diventerà effettivo nella giornata di domani, giovedì 8 maggio, mentre la riduzione delle riserve delle banche entrerà in vigore il prossimo 15 maggio.
Ma tutte queste misure basteranno davvero a sostenere l’economia cinese?
Scettico Tianchen Xu, economista senior di Economist Intelligence Unit che, interpellato dalla CNBC, nel commentare il possibile effetto che i tagli dei tassi potrebbero avere sulla domanda di credito da parte delle imprese e dei consumatori ha fatto notare che, finora, la richiesta di prestiti si è rivelata “in parte insensibile ai tassi di interesse”.
Detto questo, nel rispondere ai dazi di Trump e al rischio di una guerra commerciale destinata a protrarsi contro gli Stati Uniti, Pechino sta valutando anche ulteriori misure volte a sostenere le piccole e medie imprese, che saranno annunciate presto.
Gli annunci hanno consentito allo yuan di recuperare in parte terreno, oscillando attorno alla soglia di 7,20 nei confronti del dollaro USA, dopo essere sceso sul biglietto verde fino al minimo record di 7,4287 all’inizio di questo mese.
Tassi e coefficiente riserva obbligatoria banche in Cina, le previsioni sui tagli nel 2025
A commentare le decisioni di politica monetaria della Cina appena rese note anche Lynn Song, responsabile economista della divisione Greater China di ING che ha sottolineato, citando le pressioni deflazionistiche che assillano l’economia, che “ esiste spazio per allentare ulteriormente la politica monetaria ”.
A suo avviso, dunque, nel corso del 2025, la People’s Bank of China ridurrà i tassi di interesse di altri 20 punti base, riducendo contestualmente le riserve di liquidità che le banche cinesi devono detenere di altri 50 punti base.
Detto questo, “la prossima mossa potrebbe non arrivare fino a quando la Fed non tornerà a tagliare i tassi” e dunque, considerando le previsioni su quando la Federal Reserve si deciderà a ridurre i tassi sui fed funds USA - oggi il Fed Day -, non sarebbe imminente.
Cresce intanto la trepidazione per l’incontro che si terrà questo fine settimana in Svizzera tra il vice premier cinese He Lifeng e il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, volto ad affrontare la questione dei dazi. La notizia, confermata da Pechino, alimenta la speranza di trattative tra Washington e Pechino che possano scongiurare una pesante guerra commerciale tra le controparti, dopo la decisione di Trump di imporre contro i prodotti cinesi importati dagli USA dazi fino al 145% (ma occhio già a quella giravolta arrivata dal presidente americano, e la pronta risposta del governo cinese, che ha risposto con tariffe fino al 125% sui beni americani importati dalla Cina.
Sui mercati azionari, l’indice Nikkei della borsa di Tokyo è praticamente ingessato, mentre le borse di Hong Kong e di Shanghai segnano lieve rialzi. Nessun rally, dunque, dell’azionario cinese, dopo le mosse annunciate dalla People’s Bank of China.
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