Sell sui BTP, sui Bund e sugli altri Titoli di Stato dell’area euro nel BCE Day, dopo l’ottavo taglio dei tassi. La frase di Lagarde che ha messo ansia.
Stavolta ai BTP e ai Titoli di Stato dell’area euro l’ennesimo taglio dei tassi annunciato dalla BCE non porta bene. Tutt’altro.
Il timore che il ciclo dei tagli dei tassi avviato dalla Banca centrale europea di Christine Lagarde nel giugno del 2024 - culminato oggi nell’ottava sforbiciata - sia vicino alla fine, scatena i sell sui bond sovrani dell’Eurozona.
Ad acuire la paura, alcune indiscrezioni riportate da Bloomberg, che avallano l’ansia che la fine dei tagli sia in dirittura d’arrivo e/o che, in ogni caso, Francoforte sia prossima a premere il pulsante della pausa.
Stando a quanto è emerso dai rumor, i funzionari stessi della BCE prevedono infatti che non ci sarà alcuna riduzione dei tassi nella prossima riunione del Consiglio direttivo dell’istituzione, in calendario nel mese di luglio.
La frase di Lagarde che ha dato il via ai sell sui BTP, Bund & Co.
A dare il via agli smobilizzi generalizzati sui BTP, sui Bund e sugli altri bond dell’area euro è stata in primis una frase precisa proferita dalla presidente della BCE Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa che è seguita all’annuncio delle decisioni di politica monetaria prese dall’istituzione oggi, giovedì 5 giugno 2025.
Come al solito, in una fase di profonda incertezza dovuta all’incognita sui dazi di Trump, nel BCE Day di oggi Lagarde ha detto di tutto e di più, elencando i rischi al ribasso che potrebbero deprimere la crescita e dunque l’inflazione dell’Eurozona, e presentando al contempo anche i rischi al rialzo che potrebbero rafforzare, invece, sia il PIL che la dinamica dei prezzi, producendo dunque l’effetto opposto.
C’è stata però una frase di Lagarde che non è passata inosservata: “ Ci stiamo avvicinando alla fine dell’allentamento ” dei tassi.
Una frase in realtà naturale, sotto molti punti di vista, dal momento che sono state ben otto le volte - inclusa quella di oggi - che hanno visto la BCE tagliare il costo del denaro dell’area euro, in meno di un anno: numero che, di per sé, come ha fatto notare lo stesso governatore di Bankitalia Fabio Panetta nel discorso sulle Considerazioni finali proferito la settimana scorsa, fa sì che il margine di ribasso dei tassi si sia necessariamente “assottigliato” e che non sia rimasto uno spazio importante per continuare a tagliare ancora.
Cambia il messaggio dei mercati monetari sui tagli dei tassi BCE previsti nel 2025
Ma evidentemente, per chi guarda ai BTP e agli altri Titoli di Stato dell’area euro, sentire proferire questa frase dalla numero uno della BCE è stata comunque una doccia fredda. E non importa che Lagarde abbia poi aggiunto, che “ non sto confermando una pausa ”, ribadendo che la Banca centrale europea, così come ha fatto finora, continuerà a prendere decisioni sui tassi a seconda dei dati macro in arrivo, di riunione in riunione, e senza seguire un percorso già prestabilito.
Chi investe sui BTP, sui Bund e sui Titoli dell’Eurozona l’ha presa male, soprattutto dopo aver dato una occhiata al nuovo messaggio arrivato dai mercati monetari. Mercati che fino a oggi stavano scommettendo ancora su almeno due altri tagli dei tassi da parte della BCE entro la fine dell’anno e che invece, dopo le parole di Lagarde, hanno dimezzato le speculazioni sulle sforbiciate previste per il 2025 ad appena una, sempre di 25 punti base. Una sola mossa.
E così gli investitori hanno deciso di prendere le distanze dai bond dell’area euro. Risultato: stando alle rilevazioni di Bloomberg, le vendite sui BTP hanno portato i rendimenti decennali a salire di 5 punti base, al 3,54%, mentre quelle scattate sui Bund tedeschi si sono tradotte in rialzo dei rendimenti di 6 punti base, al 2,59%.
Hanno sofferto anche gli OAT francesi (rendimenti +6 punti base al 3,26%), i Bonos spagnoli (+6 pb al 3,17%), i titoli di Stato olandesi (+6 punti base al 2,80%), del Portogallo (+6 punti base al 3,05%), e della Grecia (+7 punti base), al 3,31%.
Unica magra consolazione per l’Italia: lo spread BTP-Bund a 10 anni è rimasto sotto tono, continuando a oscillare ancora sotto la soglia di 100 punti base. Ma è da un po’ che lo spread non viene considerato più un vero parametro capace di misurare davvero il rischio rappresentato dal debito pubblico dell’Italia.
Ottavo taglio tassi con tono hawkish e sorpresa Lagarde. Il commento degli esperti sul BCE Day
In generale i Titoli di Stato dell’area euro sono stati così scaricati nella giornata di oggi a causa di un taglio dei tassi che Lagarde ha consegnato ai mercati come previsto, ma con un tono, secondo alcuni esperti, hawkish.
In evidenza il commento di David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, che ha scritto chiaramente che la vera sorpresa del BCE Day di oggi, 5 giugno 2025, “è arrivata durante la conferenza stampa, dove la presidente Lagarde ha assunto una posizione piuttosto restrittiva ”.
Chappell ha spiegato infatti che il mercato “si aspettava che venisse ribadito l’approccio dipendente dai dati e riunione per riunione, in linea con le dichiarazioni che le banche centrali hanno rilasciato nel corso dell’ultimo anno” e che, di conseguenza, “commenti relativi alla fine dell’allentamento monetario non erano attesi oggi”.
E invece, in una conferenza stampa che presentava tutti i presupposti per non essere caratterizzata da grandi scossoni, Lagarde ha parlato di fine della fase di allentamento.
Occhio anche alla nota di Bill Papadakis, senior macro strategist, Banque Lombard Odier & Cie SA, che ha sottolineato che, “sebbene l’annuncio odierno della Banca Centrale Europea fosse in linea con le attese – un altro taglio consecutivo di 25 punti base, che porta il tasso sui depositi al 2% – il tono del messaggio comincia a cambiare”.
Il riferimento è stato anche in questo caso alle parole della presidente Christine Lagarde, che “ha sottolineato che l’orientamento della BCE è ora ben calibrato e ha lasciato intendere che la fine del ciclo di allentamento si sta avvicinando ”.
Tra l’altro, Papadakis ha sottolineato che “le proiezioni degli esperti della BCE indicano un’inflazione più bassa solo nel breve termine, mentre le stime per il 2026/2027 restano invariate (o addirittura più alte), rafforzando così il messaggio della Banca centrale: non c’è urgenza di ulteriori tagli dei tassi”.
L’esperto ha puntualizzato in ogni caso che, secondo Banque Lombard Odier, comunque “la BCE effettuerà ancora alcuni tagli prima di fermarsi”, visto che “la crescita dei salari è molto contenuta, l’impatto sul PIL deve ancora manifestarsi, l’inflazione resta bassa (con rischi al ribasso dovuti alla divergenza commerciale cinese) e l’euro si sta rafforzando”.
Detto questo, ci sarà soltanto un’altra unica sforbiciata entro la fine del 2025? La prospettiva, prezzata dai mercati, non piace affatto ai BTP & Co.
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