La storica azienda produttrice di cristalli, taglierà 400 posti di lavoro nel 2026. Il sindacato austriaco ha accusato duramente il gruppo, invitandolo ad assumersi le sue responsabilità.
Il gruppo tirolese Swarovski, storico produttore di cristalli, ha annunciato un nuovo piano di riduzione del personale nella sua sede centrale di Wattens, in Austria. Entro la fine del 2026 saranno eliminati circa 400 posti di lavoro, attraverso licenziamenti, dimissioni volontarie e pensionamenti. Il numero dei dipendenti passerà così dagli attuali 2.480 a circa 2.100. L’azienda ha motivato la decisione con il rallentamento del settore B2B.
L’Unione Generale del Lavoro Austriaca (ÖGB) ha criticato duramente la decisione, chiedendo maggiore responsabilità da parte dell’azienda e della famiglia Swarovski. La presidente esecutiva regionale Sonja Föger-Kalchschmied ha parlato di una “mancanza di trasparenza” nella gestione aziendale, mentre il segretario sindacale e deputato Bernhard Höfler ha denunciato un “fallimento gestionale” legato alle scelte strategiche del passato.
Durante una conferenza stampa a Innsbruck, i due rappresentanti hanno lanciato un appello urgente alla famiglia Swarovski, invitandola ad assumersi le proprie responsabilità: “Questa famiglia ha soldi. Voglio che una famiglia come quella degli Swarovski si assuma finalmente le proprie responsabilità sociali”, ha dichiarato Höfler.
leggi anche
Azienda tedesca sposta la produzione in USA e licenzia tutti i suoi dipendenti in Italia. Colpa dei dazi
Le proposte per salvaguardare i posti di lavoro
Il sindacato ha chiesto un intervento diretto del governo regionale, invitandolo a valutare la creazione di un fondo di partecipazione per sostenere l’occupazione e la competitività della sede di Wattens. Secondo l’ÖGB, garantire la continuità della produzione industriale è fondamentale per l’Austria come paese manifatturiero, ma serve una maggiore trasparenza nelle strategie aziendali per assicurare un futuro stabile ai lavoratori.
In particolare, Höfler ha puntato il dito contro la scelta di Swarovski di spostare la produzione dal mercato di massa al segmento del lusso, una decisione che avrebbe indebolito la posizione industriale del marchio. Già nel 2020, ha ricordato, era stato segnalato il rischio di una “produzione di facciata” troppo orientata all’immagine e poco alla sostanza.
Il sindacalista ha chiesto di porre fine alla riduzione “a ondate” dei posti di lavoro e di investire invece in innovazione e qualificazione del personale. In passato era stata proposta una riduzione dell’orario di lavoro per dedicare più tempo alla formazione dei dipendenti, ma l’idea non si era mai realizzata nel concreto. Oggi, secondo Höfler, quella possibilità resta ancora valida. L’azienda dovrebbe “investire in modo strategico non solo nell’innovazione, ma anche nelle persone”, ha affermato, ricordando i 150 milioni di euro di investimenti già annunciati da Swarovski entro il 2030.
Il piano sociale e le compensazioni per i lavoratori
Per i dipendenti coinvolti nei tagli è stato concordato un piano sociale valido dal 2026 al 2027. L’accordo prevede il pagamento da 2 fino a 7 mensilità lorde per chi lascerà l’azienda, oltre a un contributo di 1.500 euro per ogni figlio a carico. I lavoratori prossimi alla pensione potranno restare formalmente impiegati con esonero totale dal servizio.
Inoltre, i dipendenti di Wattens avranno tempo fino al 12 dicembre 2025 per decidere se accettare una riduzione dell’orario di lavoro del 10% proposta dall’azienda. Chi accetterà ma deciderà di lasciare l’impresa prima del 2027 riceverà la differenza compensativa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA