Suppletive, la candidatura di Gualtieri c’entra con la tenuta del Governo?

Violetta Silvestri

28 Gennaio 2020 - 12:41

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Elezioni suppletive: Roberto Gualtieri è il candidato unitario del centrosinistra nel collegio laziale. La sua candidatura c’entra qualcosa con la tenuta del Governo?

Suppletive, la candidatura di Gualtieri c’entra con la tenuta del Governo?

Le elezioni suppletive del 1 marzo stanno mettendo alla prova la tenuta del centrosinistra. E, forse, dicono qualcosa anche sul futuro del Governo giallo-rosso.

Per il collegio Roma 01, nel quale gli elettori dovranno scegliere chi andrà ad occupare il seggio alla Camera lasciato vacante da Paolo Gentiloni, il nome selezionato dal centrosinistra è quello di Roberto Gualtieri. Il suo sfidante a destra sarà Maurizio Leo, tecnico in materie finanziarie e fiscali.

L’attuale ministro dell’Economia ha incassato il sostegno di tutti, mettendo d’accordo le varie anime della coalizione di centrosinistra, fino a qualche giorno fa bloccate su proposte di candidati personali e non condivise.

La candidatura targata PD e appoggiata dai partiti dell’area si presta a diverse letture. Oltre a tradursi nella logica scelta di un politico autorevole e stimato, potrebbe suggerire ipotetici scenari futuri. Gualtieri alle suppletive c’entra qualcosa, forse, con la tenuta di Governo?

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Suppletive: la candidatura di Gualtieri e la tenuta del Governo. Quale legame?

Roberto Gualtieri è uno dei ministri più importanti e apprezzati nell’attuale Governo giallo-rosso. Il suo ruolo lo ha messo spesso in evidenza nelle complesse operazioni di stesura della Legge di Bilancio, concluse poche settimane fa.

Pacatezza e spirito di collaborazione sembrano caratterizzarlo, anche in un contesto così intricato e poco equilibrato quale l’esecutivo Conte-bis.

Il quesito sul perché sia stato scelto per diventare - se risulterà il più eletto nel collegio romano delle suppletive - deputato alla Camera appare lecito. È evidente, infatti, che innanzitutto Gualtieri sia considerato un asso nella manica per il centrosinistra, forte della carica ricoperta e del riconoscimento per la qualità del suo lavoro e del suo approccio politico.

Inoltre, il ministro è riuscito a unire Partito Democratico, Italia Viva, Sinistra Italiana, Socialisti Italiani, Articolo 1. Un intento non facile e scontato visti i fragili equilibri tra i partiti in questo momento in Italia.

Oltre all’evidente strategia dell’unità, però, la possibilità che Gualtieri possa sedere in Parlamento anche senza essere ministro, suscita altri ragionamenti. Forse, con questa mossa, l’attuale incaricato al Tesoro vuole garantirsi un ruolo attivo in politica in caso di caduta del Governo?

Le voci su possibili e imminenti crisi della maggioranza non si sono mai fermate, nemmeno dopo il voto più rassicurante delle regionali in Emilia Romagna. I prossimi mesi, per esempio, saranno cruciali per testare la forza del Governo e la sua capacità di prendere decisioni spinose senza strappi irrimediabili.

Le elezioni suppletive si inseriscono in questo scenario. Non è assurdo pensare, quindi, che Roberto Gualtieri abbia accettato la candidatura alla Camera anche per scongiurare una eventuale uscita dalla politica se l’esecutivo dovesse cadere e andare incontro a nuovi rimpasti (in una previsione non così remota o impossibile).

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