Proroga superbonus 110, tre cessioni alle banche e prestiti garantiti: le novità in arrivo

Rosaria Imparato

15 Dicembre 2022 - 15:22

condividi

Novità superbonus, confermata la proroga al 2023: c’è tempo fino al 31 dicembre per presentare la Cila. Cambiano le regole della cessione, con i prestiti garantiti da Sace.

Proroga superbonus 110, tre cessioni alle banche e prestiti garantiti: le novità in arrivo

Cambio di rotta all’ultimo minuto: la proroga del superbonus 110% al 2023 ci sarà. La conferma è arrivata da Guido Quintino Liris di Fratelli d’Italia, che ha parlato di un’apertura del governo in questa direzione.

L’altro nodo che resta è quello della cessione del credito, che rimane -è il caso di dire- un cantiere aperto.

Il governo prova a metterci una pezza con gli emendamenti al dl Aiuti quater, attualmente in fase di conversione in legge. Per provare a sbloccare la situazione (viste le migliaia di imprese con i lavori in bilico) il piano del governo è quello di chiedere una mano alla Sace, trasformando così i crediti in prestiti garantiti.

Superbonus, proroga per il 110% nel 2023: emendamento in legge di Bilancio

La novità sulla proroga del superbonus arriva e smentisce quanto detto finora da Giorgetti. Durante il question time di ieri 14 dicembre il ministro Giorgetti ha ricordato un po’ di numeri:

“I dati al momento in possesso dell’Agenzia per il periodo ottobre 2020-novembre 2022 mostrano che l’ammontare dei crediti è pari complessivamente a 99,4 miliardi di euro di cui riferibili al Superbonus 52,1 miliardi e al bonus facciate 24,8 miliardi. Lascio a voi valutare quali interventi il governo avrebbe potuto adottare utilizzando tali risorse, quali ad esempio la riduzione complessiva del cuneo fiscale e previdenziale di circa 10 punti percentuali.”

La scadenza per la presentazione della Cilas, fissata al 25 novembre, verrà prorogata al 31 dicembre. Ha detto il relatore del decreto Aiuti quater Guido Quintino Liris:

“Ho rappresentato a governo e maggioranza la situazione, alla luce del fatto che la Ragioneria ha evidenziato problemi sul quater di natura tecnica: la proroga delle Cilas è al 31 dicembre, ma il dl andrebbe a completamento a metà gennaio, superando la scadenza. Con la manovra verrebbe recepito entro l’anno.”

L’emendamento per la proroga verrà quindi inserito in manovra e non nel dl Aiuti quater. Potrà continuare a usufruire del superbonus 110% anche nel 2023 chi presenta la Cila fino a fine dicembre.

Come cambia la cessione dei crediti nel 2023: terza cessione tra banche

Il nodo rimane sempre quello della cessione del credito. Per sbloccare la situazione il governo ha pensato di introdurre una terza cessione tra banche delle fatture che sono nei cassetti fiscali delle aziende. Questo passaggio sarebbe valido anche per i crediti ceduti prima dell’entrata in vigore definitiva del dl Aiuti quater.

Per l’esecutivo questo passaggio in più dovrebbe rendere il sistema più fluido, fermo restando che le banche potranno cedere le fatture anche alle imprese che sono loro clienti e che hanno abbastanza capienza fiscale per usare il credito acquisito della banca e compensare le imposte dovute allo Stato. Questa è la strada scelta da Intesa San Paolo, che ha sottoscritto accordi da due miliardi di euro con imprese come Ludoil.

Superbonus, i crediti diventano prestiti garantiti Sace

La terza cessione tra banche però potrebbe non essere una soluzione definitiva, ovvero questa misura potrebbe non bastare per assorbire i miliardi di crediti fiscali fermi nei cassetti fiscali delle imprese. Quindi, il governo ha deciso di introdurre il prestito garantito Sace. La norma limita la possibilità di concedere i prestiti garantiti dallo Stato solo ai crediti fiscali maturati prima del 25 novembre scorso; pertanto, non è valida per i nuovi lavori.

Le banche, quindi, potranno finanziare con una garanzia pubblica le imprese che hanno i crediti fiscali fermi nei loro cassetti. I crediti man mano matureranno, le imprese potranno usare la liquidità risparmiata grazie alle tasse più basse da pagare, e potranno rimborsare i prestiti alle banche.

In realtà però nemmeno questa è una soluzione, perché si parte dal presupposto che tutte le imprese con i crediti fiscali abbiano abbastanza debiti fiscali con lo Stato da poter usare lo strumento della compensazione per pagare gli importi dovuti.

Iscriviti a Money.it