Money.it ha messo a confronto Agostino Santillo (M5S), tra i principali sostenitori del Superbonus 110%, e Luciano Capone de Il Foglio, voce critica dei bonus edilizi, per analizzarne luci e ombre.
Il Superbonus 110% rimane una delle misure economiche più discusse e divisive degli ultimi anni. Nato nel 2020 con l’obiettivo di sostenere l’edilizia nella fase post-pandemica, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e rafforzarne la sicurezza, ha rapidamente acceso un dibattito acceso che ancora oggi non si spegne. Da una parte c’è chi lo considera un brillante volano per la ripresa e la transizione ecologica; dall’altra chi lo giudica un esperimento costoso, capace di generare distorsioni e di pesare gravosamente sui conti pubblici.
È in questo clima che Money.it ha ospitato un confronto diretto tra due tra le voci più rappresentative delle posizioni contrapposte: Agostino Santillo, senatore del Movimento 5 Stelle e tra i principali sostenitori della misura, e Luciano Capone, giornalista del Foglio noto per il suo approccio critico ai bonus edilizi.
A testimonianza di un dibattito più vivo che mai, i due protagonisti hanno dedicato al Superbonus anche un libro. Nel suo volume “Superbonus. La misura di un Paese” (Rizzoli, 2023), Santillo delinea un’Italia che grazie al 110% compie un passo deciso verso modernità, sostenibilità e sviluppo economico. Capone, invece, nel saggio “Superbonus. Il grande bluff” (Feltrinelli, 2023) mette all’indice numeri, prassi e narrazioni ufficiali, ritenendo che i benefici siano stati sovrastimati mentre i costi e gli effetti collaterali sono finiti sottotraccia.
Il confronto nella live si è sviluppato intorno a questioni cruciali: quale sia stato il reale impatto macroeconomico della misura, quanto il beneficio energetico ottenuto valga rispetto all’investimento pubblico, fino a che punto la crescita dei prezzi e le anomalie del mercato edilizio si possano imputare a un incentivo così generoso. Per Santillo, il Superbonus ha generato migliaia di posti di lavoro, rimesso in moto imprese e migliorato la qualità del patrimonio immobiliare italiano. Per Capone, invece, si è trattato di una politica poco selettiva, che ha favorito anche chi non aveva bisogno di aiuti e che ha trasferito allo Stato un conto enorme, incrementando deficit e debito in maniera difficilmente sostenibile.
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