Stretta sugli spostamenti: primi blocchi alla stazione di Milano

Violetta Silvestri

23 Marzo 2020 - 09:28

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Coronavirus: diventa più severa la stretta sugli spostamenti verso un Comune diverso da quello in cui ci si trova. La nuova ordinanza è categorica sullo stop ai trasferimenti. I primi controlli alla stazione di Milano hanno bloccato centinaia di persone.

Stretta sugli spostamenti: primi blocchi alla stazione di Milano

Coronavirus in Italia: diventa sempre più difficile spostarsi dal Comune in cui ci si trova.

L’ordinanza emessa ieri, domenica 22 marzo, e subito operativa rende ancora più tassativo il divieto di trasferirsi da un Comune ad un altro se non ci sono comprovate e urgenti necessità.

La nuova stretta vuole rispondere in modo efficace alla grave situazione del nostro Paese per numero di contagiati e decessi a causa dell’epidemia. Il Nord dell’Italia è ormai allo stremo delle forze dal punto di vista sanitario ed evitare simili scenari anche in altre regioni, come quelle meridionali, è fondamentale.

Per questo, già ieri pomeriggio nella stazione ferroviaria di Milano la Polizia ha intensificato i controlli sui passeggeri pronti a partire verso il Sud. Più della metà sono stati fermati.

Stop a spostamenti da un Comune all’altro: più di 100 persone fermate

I controlli sui viaggiatori alla stazione di Milano sono scattati subito nel pomeriggio di domenica 22 marzo.

Non appena è entrata in vigore l’ordinanza emessa da ministro dell’Interno e della Salute, la Polizia ferroviaria ha iniziato a monitorare con scrupolo l’esistenza o meno di motivazioni davvero urgenti per chi si stava spostando.

Nello specifico, sono stati fermati i passeggeri dei treni diretti verso il Sud, soprattutto Napoli e Salerno, nel timore che si potesse ripetere il folle esodo dalla Lombardia del 18 marzo scorso.

La Polizia ferroviaria ha bloccato la partenza di 120 persone che non sono riuscite a provare motivazioni gravi e urgenti per il loro viaggio.

Divieto di trasferimento: chi è stato fermato a Milano

Sono tre le eccezioni al divieto di spostamento dal Comune diverso da quello in cui ci si trova: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza e motivi di salute.

Tutte le altre motivazioni non possono essere accettate. Le giustificazioni di spostamento, inoltre, devono essere corredate da certificazioni e documentazioni specifiche.

La Polizia ferroviaria a Milano, per esempio, ha respinto chi ha semplicemente spiegato di voler tornare a casa perché ha terminato gli studi o per fare compagnia ai genitori soli oppure per andare a visitare parenti anziani.

Sono state accettate, invece, le ragioni di viaggio di chi ha perso il lavoro e non ha più occupazione al Nord (mostrando il contratto scaduto) e chi era stato dimesso dall’ospedale, con tanto di certificazione medica.

Fino a nuova disposizione, quindi, valgono le nuove norme più stringenti sul divieto di spostamento verso un Comune diverso da quello in cui ci si trova. L’obiettivo è soprattutto evitare l’esodo Nord-Sud e contenere il più possibile i contagi da coronavirus.

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