Lo stress da lavoro viene indennizzato dall’Inail e da ora è più facile farne richiesta. Ecco perché.
Già da svariati anni la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto all’indennizzo Inail al dipendente stressato a causa del lavoro in modo particolarmente ampio. L’ordinanza n. 5066/2018, in particolare, ha slegato la valutazione della malattia professionale da stress dalle tabelle dell’Inail stesso. Tuttavia, nel 2025 la tutela dei lavoratori debilitati dallo stress passa a un livello ancora superiore. Innanzitutto, sono state finalmente aggiornate le linee guida dell’Inail (che erano rimaste ferme al 2017), con un nuovo modulo da impiegare per la richiesta di risarcimento. In secondo luogo, abbiamo un’altra sentenza che alleggerisce l’onere probatorio a carico dei dipendenti, rendendo sostanzialmente più semplice far valere i propri diritti.
Stress da lavoro e indennizzo Inail
Lo svolgimento dell’attività lavorativa, soprattutto alcune mansioni e a determinate condizioni, può causare grossi disagi al dipendente, tanto dal punto di vista fisico quanto da quello psicologico. Quest’ultimo fattore viene spesso sottovalutato, complice una mentalità ancora diffusa che vede la salute mentale meno prioritaria rispetto a quella del corpo. Quando qualcuno si rompe un dito mentre lavora ci si deve pensare poco per capire che ha diritto a un indennizzo, ma lo stesso vale anche quando a causa dell’attività lavorativa sviluppa una malattia.
Se, però, il dipendente patisce conseguenze non direttamente fisiche per il suo malessere cominciano a nascere i dubbi. In realtà, anche lo stress da lavoro, quando causa condizioni comprovate da un certificato medico, deve essere trattato al pari di ogni patologia fisica. A chiarire ogni dubbio in merito ci ha pensato la giurisprudenza, delineando a mano a mano un quadro di tutele precise ed efficaci per i lavoratori.
La già citata ordinanza n. 5066/2018 della Cassazione, in particolare, ha chiarito che se lo stress è causato dall’attività lavorativa deve essere indennizzato dall’Inail, indipendentemente dalle malattie tabellate. La Suprema Corte aveva difatti definito un principio analogo tempo prima, con la sentenza n. 5577/1998. Quest’ultima stabilisce l’obbligo di assicurazione per le malattie professionali esteso a tutte le malattie, non limitato a quelle presenti nelle tabelle dell’Inail. In questo modo, la Corte ha concentrato la questione nel nesso causale tra l’attività lavorativa, non soltanto riguardo alle specifiche mansioni ma nella generalità, e la malattia psico-fisica comprovata. Dettami ribaditi anche dalla Corte Costituzionale e oggi indiscutibili.
Più facile ottenere il pagamento
L’orientamento della Corte di Cassazione trova riscontro nella recente sentenza n. 337/2025 del tribunale di Reggio Emilia. Quest’ultimo ha riscontrato che l’indennizzo Inail non è subordinato alla volontà del datore di lavoro o al suo intento, ma appunto è limitato al nesso tra la malattia e la causa di lavoro. Nel caso specifico, il tribunale ha chiarito che il dipendente non è tenuto a provare l’intento persecutorio, la negligenza o il danno volontario del datore di lavoro rispetto alla propria condizione patologica. In presenza di disturbi psichici da stress documentati e di cui è stata accertata la casualità rispetto al lavoro l’indennizzo Inail è dovuto, anche se l’azienda non voleva questo risultato.
Guardando alla giurisprudenza è ragionevole attendersi che interpretazioni analoghe siano condivise anche da altri tribunali, vista la coerenza con le decisioni della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale. Di conseguenza, è più semplice ottenere l’indennizzo dall’Inail in caso di contestazioni. Tutto ciò che deve fare il lavoratore, attraverso la perizia medica, è provare la patologia psichica e la responsabilità dell’ambiente lavorativo, delle condizioni di lavoro e così via. Qualsiasi malattia è indennizzabile, purché dovuta al lavoro e indipendentemente dalle intenzioni specifiche del datore di lavoro.
Per esempio, la citata sentenza del tribunale di Reggio Emilia ha riconosciuto l’indennizzo a una dipendente vittima di discriminazioni e pressioni che hanno causato un forte stress. Nel complesso, ci sono maggiori tutele per i lavoratori, che non devono neanche agire contro l’azienda per ottenere il riconoscimento dell’indennizzo.
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