L’imposta di successione è «abolita». Non la paghi se c’è questa clausola nel testamento

Ilena D’Errico

9 Ottobre 2025 - 19:36

Ecco un metodo che molti usano per non far pagare agli eredi l’imposta di successione.

L’imposta di successione è «abolita». Non la paghi se c’è questa clausola nel testamento

Le tasse non piacciono a nessuno, ma tra quelle giudicate più fastidiose c’è l’imposta di successione. Ecco perché moltissime persone studiano stratagemmi di vario genere (e anche dubbia funzionalità) per evitare del tutto di pagarla o anche solo risparmiare un pochino. Di fatto, ci sono alcuni metodi perfettamente leciti per ridurre l’impatto della tassa di successione sugli eredi, ma di solito risultano efficaci per lo più quando messi in atto dal testatore. Gli eredi hanno infatti possibilità limitate per risparmiare sull’imposta di successione, mentre chi fa testamento riesce con qualche accorgimento ad agevolare gli eredi. Negli ultimi tempi si è diffuso un metodo particolarmente funzionale all’estero che promette proprio di abolire l’imposta di successione grazie a una specifica clausola nel testamento. Vediamo di cosa si tratta e se può funzionare davvero.

La clausola nel testamento per abolire l’imposta di successione

Come anticipato, molte persone hanno cominciato a inserire una clausola nel testamento per abolire l’imposta di successione a carico degli eredi. Ovviamente, non è in potere dei testatori eliminare un obbligo fiscale o cambiare le condizioni di legge che lo regolano. Tuttavia, è possibile consentire agli eredi di adempiere al proprio dovere in modo più sostenibile. Per arrivare a quest’obiettivo il metodo che molti stanno usando è prevedere il pagamento dell’imposta di successione attraverso una porzione dell’eredità.

Di fatto, è un semplice cambiamento nel meccanismo che avverrebbe comunque. Gli eredi pagano l’imposta dovuta e quando ottengono l’eredità hanno una sorta di rimborso del costo sopportato. Inserire la clausola nel testamento, tuttavia, è decisamente più pratico. In questo modo il pagamento dell’imposta di successione viene garantito, senza oneri ulteriori da parte degli eredi e soprattutto evitando contenziosi fra di loro. Si ricorda infatti che l’imposta di successione deve essere pagata da tutti gli eredi, ossia coloro che accettano l’eredità, fatta eccezione per i casi di esenzione previsti dalla legge.

Ogni erede è tenuto al pagamento in proporzione alla propria quota ereditaria, ma tutti sono obbligati in solido. Di conseguenza l’Agenzia delle entrate può, per esempio, pretendere il pagamento dell’intera imposta da uno solo degli eredi. Chi ha pagato può poi rivalersi sugli altri riscuotendo il rimborso, una procedura che ovviamente può richiedere tempo. Al contrario, quando si provvede all’imposta direttamente dal patrimonio ereditario non si pongono problemi sulla divisione e ogni erede è tutelato. C

erto, la tassa viene comunque pagata, ma gli eredi se ne accorgono a malapena. Per determinare e pagare l’imposta è comunque necessario presentare la dichiarazione di successione affinché il Fisco possa inviare l’avviso di liquidazione con l’importo esatto. Nominare un curatore testamentario può essere molto utile in tal senso, una figura a garanzia della corretta esecuzione del testamento.

A cosa fare attenzione

Per evitare disguidi sarebbe bene non provare a ipotizzare l’ammontare dell’imposta di successione, limitandosi a indicare nel testamento che dovrà essere liquidata con il patrimonio ereditario. Come precauzione aggiuntiva molti testatori specificano anche che il pagamento dovrà avvenire attingendo alla quota disponibile, ossia ciò che rimane dell’eredità sottraendo le eventuali quote di legittima. In assenza di eredi legittimari questo problema non si pone, poiché il testatore è molto più libero di gestire la divisione. In ogni caso, è opportuno ricordare che alcuni eredi godono di particolari agevolazioni.

La legge prevede infatti diverse aliquote e franchigie a seconda del grado di parentela, quindi nell’ambito familiare è sempre possibile risparmiare sull’imposta o, entro certi limiti, non pagarla del tutto. Includere l’imposta di successione nel patrimonio ereditario non è comunque tanto diverso da quanto si fa con le spese dei funerali, per esempio, cercando di limitare i disagi degli eredi. L’effetto non è comunque diverso da quanto accade naturalmente una volta ricevuta l’eredità, ma spesso consente di risparmiare tempo e fatiche.

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