Il dipendente stressato merita l’indennizzo INAIL: la sentenza della Cassazione

Stefania Manservigi

8 Marzo 2018 - 09:55

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Il dipendente stressato per cause di lavoro può richiedere l’indennizzo all’INAIL: a prevederlo è una sentenza della Corte di Cassazione.

Il dipendente stressato merita l’indennizzo INAIL: la sentenza della Cassazione

Il lavoratore stressato a causa del lavoro può chiedere un indennizzo all’INAIL? In base all’ultima ordinanza della Corte dei Cassazione sembrerebbe proprio di sì.

Secondo il giudice di legittimità, infatti, che si è espresso con l’ordinanza n. 5066/2018 su una richiesta di indennizzo di una lavoratrice sottoposta a stress da troppi straordinari, la malattia professionale che provoca nel dipendente stress e ansia deve essere indennizzata dall’INAIL, anche se non rientra tra le malattie tabellate.

Una sentenza storica, che si inserisce in un filone già inaugurato dalla Corte di Cassazione: la sezione lavoro della Corte di Cassazione ha infatti ricordato che, per quanto riguarda il rischio tutelato, non rileva solo quello legato alla lavorazione specifica ma anche quello improprio, ossia collegato alla stessa.

Ma quando è possibile per il lavoratore stressato chiedere un risarcimento all’INAIL?

La sentenza della Cassazione: il caso

Con l’ordinanza 5066/2018 la Cassazione si è espressa sul caso specifico di una lavoratrice che ha presentato ricorso contro una sentenza che aveva respinto la sua domanda di risarcimento all’INAIL, risarcimento richiesto per l’inabilità permanente lamentata dalla dipendente a causa della malattia professionale causata dallo stress dovuto a un troppo elevato numero di ore di lavoro straordinario. Nello specifico tale malattia consiste in un grave disturbo dell’adattamento con ansia e depressione.

L’esistenza, la natura e le cause della malattia professionale erano state riconosciute dalla Corte di Appello che, tuttavia, aveva ritenuto non indennizzabile la malattia dall’INAIL non essendo la stessa ricompresa tra le malattie tabellate.

A ribaltare la sentenza (e la prospettiva) è stata tuttavia la Corte di Cassazione, che ha slegato l’indennizzabilità della malattia dalla presenza o meno della stessa nelle tabelle:

"Ogni forma di terapia conseguenza di un’attività lavorativa è assicurata dall’istituto, anche se non compresa tra le malattie tabellate o tra i rischi tabellati"

hanno affermato i giudici di legittimità.

Quando è possibile ottenere l’indennizzo INAIL? La causa di lavoro

D’altronde, la non rilevanza della presenza della malattia professionale tra quelle tabellate, era stata già espressa dalla Corte di Cassazione nella sentenza 5577/1998 con cui la corte suprema aveva stabilito che l’obbligo dell’assicurazione contro le malattie professionali vige per tutte le malattie, anche per quelle non indicate nelle tabelle o a quelle causate da una lavorazione specificata o da un agente patogeno non contemplato dalle medesime.

Ma cosa rileva, dunque, ai fini del possibile indennizzo di una malattia professionale da parte dell’INAIL? L’unica cosa che deve essere provata dal lavoratore, ai fini del risarcimento, è la causa di lavoro e quindi la relazione della malattia (fisica o psichica che sia) non soltanto con la specifica prestazione lavorativa eseguita, ma anche con l’organizzazione del lavoro e con le modalità con cui lo stesso si esplica.

Ecco quindi che l’INAIL, con l’ordinanza in oggetto, è stato condannato a pagare anche i gravi disturbi dell’adattamento con ansia e depressione causati dallo stress lavorativo dovuto all’elevato numero di ore di lavoro straordinario.

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