Strage dei migranti in Europa: i numeri delle vittime salgono, la Sea Watch chiede aiuto

Ludovica Ranaldi

20/01/2019

21/01/2019 - 07:15

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Continua la strage dei migranti in Europa, intanto la Ong cerca di salvarli in vista di un porto sicuro.

Strage dei migranti in Europa: i numeri delle vittime salgono, la Sea Watch chiede aiuto

I flussi migratori clandestini non si fermano, giungendo a quella che oggi si può definire una vera e propria strage dei migranti in Europa.

Molte sono le morti avvenute nei mari dell’UE, ma nonostante ciò l’Italia e gli altri membri rimangono saldi sulla posizione di chiusura verso l’accoglienza, negando l’accesso alle proprie coste agli ultimi salvati dalla Sea Watch 3.

Strage dei migranti in Europa: ancora vittime?

La Sea Watch 3 ha tratto in salvo 47 migranti, tra cui 8 minori, che stazionavano su un gommone a 50 miglia dalle coste libiche. La segnalazione è arrivata sabato da Alarm Phone (servizio di segnalazione telefonica per imbarcazioni in difficoltà) e Moonbird (aereo della Ong che avvista migranti nel Mediterraneo).

Attualmente si trovano in zona Sar libica in cerca di un porto in cui attraccare, in quanto gli attivisti non ricevono risposta dalla Libia:

Non c’è modo di parlare con loro, non rispondono neanche al telefono

Date le condizioni critiche del meteo, l’imbarcazione si è rivolta anche alla nostra nazione, poi a Malta e all’Olanda. Nessuno di questi paesi, eccetto per l’Italia che conferma la propria chiusura, ha risposto alle richieste:

Noi restiamo sempre in attesa di istruzioni [...] I ragazzi sono in buona salute, ieri hanno ricevuto la prima assistenza medica

Nel frattempo Alarm dichiara che c’è un altro barcone in avaria con circa 100 persone a bordo a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia. Con molta probabilità già ci sono alcuni morti.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, ha dichiarato:

non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune

Le morti dei barconi: quando finirà?

Il viaggio della speranza, portato avanti dai clandestini, si sta trasformando in una strage dei migranti in Europa. Infatti molte sono le morti avvenute per le cattive condizioni in cui queste persone cercano di scappare dal proprio paese, incontrando però la resistenza dell’UE.

Spicca anche la linea dura di Salvini che mantiene chiusi i porti italiani verso l’accoglienza, nonostante nell’arco di poche ore si siano registrate circa 170 vittime partite dalla Libia. Due naufragi diversi, uno con 120 persone a bordo di cui sono sopravvissute solo tre e uno diretto verso la Spagna che ha visto la morte di 53 migranti.

Ma Salvini non cede e ribadisce su Facebook:

Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini [...] Quanto a certi sindaci e governatori di PD e sinistra anziché denunciare la presunta violazione dei «diritti dei clandestini», dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?

Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere Italia, commenta ad Adnkronos:

Le Ong non sono né la causa, né tanto meno la soluzione alle tragedie che stanno rendendo il Mediterraneo un cimitero a cielo aperto [...] A quanti naufragi, a quante morti, dovremmo ancora assistere prima che l’Italia e l’Europa tornino ad anteporre la vita delle persone al calcolo politico

Dello stesso avviso sembra essere Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo:

La tragedia accaduta nelle ultime ore colpisce tutti quanti noi. Ecco anche perché insisto sull’importanza di intervenire in Africa [...] Serve un piano di investimenti, serve stabilizzare la Libia, serve combattere il terrorismo, serve combattere i trafficanti di esseri umani

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