Cos’è lo stop loss e come si posiziona: la guida completa

Ufficio Studi Money.it

15/04/2019

16/04/2019 - 10:04

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Cos’è e come funziona lo stop loss? Per quali ragioni è così importante nel trading? Una guida completa per capire come si posiziona e a cosa serve questo importante strumento di risk management

Cos’è lo stop loss e come si posiziona: la guida completa

Cos’è uno stop loss? - Lo stop loss, letteralmente “stop alla perdita”, è uno strumento di gestione del rischio che serve al trader per limitare le perdite in ogni singola operazione di trading che effettua sul mercato.

Dal punto di vista tecnico, con lo stop loss il trader comunica al proprio broker, o altro intermediario finanziario attraverso il quale accede al mercato, il livello al quale deve chiudere la posizione in perdita. In questo modo l’operatore stabilisce prima di operare la quantità massima di capitale che è disposto ad intaccare con una specifica operazione.

Lo stop loss, in sintesi, è quello strumento che consente di applicare in modo coerente i criteri del proprio piano di money management.

Stop loss: cos’è?

Dal punto di vista tecnico, lo stop loss è un ordine limite, di acquisto o di vendita, inoltrato al proprio intermediario contestualmente al livello di ingresso del trade (“entry level” o “entry point”).

Nella pratica, quando un operatore assume una posizione direzionale su uno strumento finanziario, decide di andare long o short, fissa contestualmente un livello di prezzo limite dalla parte opposta della direzione su cui sta scommettendo, raggiunto il quale la posizione viene chiusa automaticamente dal broker.

Se l’operatore è posizionato in acquisto (long) su un determinato strumento finanziario, lo stop loss riguarderà un ordine in vendita (short) fissato su un livello di prezzo inferiore rispetto al punto d’ingresso della propria posizione. Viceversa, quando il trade su uno strumento finanziario è ribassista (short), lo stop loss riguarderà il riacquisto (long) dello strumento e sarà fissato su un livello di prezzo superiore rispetto all’entry level.

Lo stop loss è uno strumento che tutti gli operatori dovrebbero utilizzare costantemente nella propria attività di trading. Questo acquisisce ancora più importanza soprattutto quando si è inesperti e ci si avvicina al trading online per le prime volte. Il trader, ancora prima di pensare ai potenziali guadagni che può ottenere tramite la sua operatività, dovrebbe focalizzarsi su quello che può perdere in ogni singola operazione di trading che fa nei mercati.

Lo scopo dello stop loss

A priori il trader non sa se l’intuizione sul mercato si rivelerà corretta, pertanto fissa un livello di prezzo limite che lo tuteli nel caso il mercato si dovesse muovere nella direzione opposta a quella del suo trade. L’obiettivo primario dello stop loss è quello di chiudere la posizione con una perdita stabilita ex ante, in linea con il proprio piano di trading e la propria strategia.

Chiaramente, dietro l’assunzione di una posizione in una direzione o nell’altra (long o short), vi è un’analisi (tecnica o fondamentale) eseguita dal trader. Qualsiasi strategia implementabile sui mercati finanziari, statistica o non, avrà, su una serie abbastanza ampia di operazioni, risultati che a volte si riveleranno positivi ed altre negativi.

I mercati finanziari sono impossibili da prevedere di conseguenza qualsiasi trader, indipendentemente dalla sua esperienza, potrebbe finire per posizionarsi sul lato sbagliato di un movimento. È quindi uno strumento indispensabile nella cassetta degli attrezzi di tutti gli operatori dei mercati finanziari.

L’azione migliore è quindi quella di garantirsi un meccanismo di sicurezza, da applicare nel caso in cui la direzione auspicata dalla propria operazione, dovesse invece rivelarsi errata. In questo modo il trader può vincolare la perdita massima potenziale.

Stop loss: dove e come posizionarlo


Per comprendere dove posizionare lo stop loss è necessario sapere prima in che direzione si auspica che i prezzi vadano in futuro. Il livello di invalidazione della strategia andrà quindi posizionato dal lato opposto. Un esempio chiarirà quanto detto finora.

Esempio pratico

Ipotizziamo di aver condotto un’analisi sul cambio EUR/USD. Secondo i propri studi, i corsi dovrebbero apprezzarsi nelle prossime sedute. Al momento il cambio EUR/USD quota 1,1400. Decidiamo quindi di implementare una strategia long dai prezzi attuali (ordine di entrata «a mercato»). A questo punto, sarà necessario posizionare anche i livello di stop loss che tuteli il nostro capitale qualora i prezzi dovessero andare dalla parte opposta alla nostra.

Sempre secondo la nostra analisi decidiamo che il livello a 1,1390 dollari è il livello al quale, sorpassato al ribasso, invaliderebbe la nostra visione rialzista sul cambio. Lo stop loss dovrà quindi essere posizionato su questo livello. Ora si ha quindi il livello di ingresso a 1,1400 e il livello di stop loss a 1,1390, ossia 10 pips sotto il prezzo di carico dell’operazione.

In questo modo se le cose andranno bene il cambio si apprezzerà fornendo un guadagno, se i prezzi dovessero invece fino a toccare il livello di stop loss la posizione verrebbe chiusa in perdita e si potrà quindi evitare il rischio di subire una perdita maggiore di quella che si era predeterminata prima di implementare l’operazione.

L’esempio qui sopra riguarda il mercato del Forex, ma il concetto rimane lo stesso anche se si vogliono negoziare azioni, materie prime o indici azionari.

Tipologie di stop loss

Esistono vari criteri per posizionare lo stop loss, ma non vi è un modo universale o migliore di un altro per farlo. La cosa importante è comprendere il rischio che ci si assume una volta che si sceglie in base a dove si colloca lo stop loss.

Esistono varie tipologie di stop loss, le principali sono:

  • stop loss in percentuale;
  • stop loss in valore monetario;
  • stop loss basato sui pattern candlestick e le figure grafiche;
  • stop loss basato sui livelli tecnici (supporti e resistenze statiche e dinamiche);
  • stop loss basato sulla volatilità (con l’uso dell’indicatore ATR).

Lo stop loss percentuale implica l’uscita dalla posizione dopo che il sottostante si è mosso contro la nostra direzione di una percentuale predeterminata dall’operatore.

Lo stop loss monetario è un tipo di ordine che si basa sulla perdita monetaria subita in una determinata operazione. Per esempio l’operatore potrebbe decidere di chiudere la posizione dopo aver subito una predeterminata perdita monetaria.

Lo stop loss basato sui pattern candlestick e le figure grafiche sono quei livelli di invalidazione dell’operazione che si basano sulle conformazioni di particolari pattern candlestick (ad esempio il pattern Hammer, Shooting star, Engulfing, ecc.) o su figure grafiche di inversione o continuazione (doppio minimo, doppio massimo, testa e spalle, triangolo, ecc.)

Lo stop loss basato sui livelli tecnici si serve dei supporti e resistenze statiche o dinamiche identificare il livello più idoneo che invaliderebbe l’operazione in essere. Questi possono essere, per strategie rialziste i supporti orizzontali o dinamici, per strategie ribassiste il livelli di resistenza statici o dinamici.

Lo stop loss basato sulla volatilità è quello considerabile più “sicuro” rispetto i precedenti. Posizionando l’ordine in base alla volatilità si permette ai prezzi di avere “spazio per respirare”, evitando di essere stoppati prematuramente a causa di movimenti temporanei avversi dei corsi. Questo stop loss viene tradizionalmente settato tramite l’indicatore ATR settato a 14 periodi.

Le 3 regole fondamentali dello stop loss

Non basta sapere quanto sia importante: è essenziale conoscere le regole fondamentali per impostare lo stop loss in modo intelligente e profittevole.
Ecco le 3 regole per impostare lo stop loss nel migliore dei modi.

Regola N°1: Selezionare un prezzo di ingresso preciso
Non bisognerebbe mai entrare in un trade su un prezzo a caso ma studiare un prezzo di ingresso ed entrare sul mercato solo in quel punto.
In questo modo lo stop loss può essere piazzato a breve distanza dal punto di ingresso, dove i prezzi possono arrivare solo se l’analisi che si era fatta del mercato era errata: l’ordine, così, consente di uscire con pochi danni, rianalizzare la situazione, ed eventualmente rientrare ad un prezzo più favorevole.

Regola N°2: Determinare lo stop loss
Devi decidere a priori quale è il capitale che vuoi rischiare (in termini di pips o denaro). È molto importante che lo stop loss preveda una perdita inferiore al guadagno atteso dal trade: in altri termini, il prezzo di uscita in perdita deve essere più vicino al prezzo di ingresso sul mercato rispetto al prezzo di uscita in profitto.

Regola N°3: Costruire il piano di trading prima di operare
Analizza e seleziona in anticipo i prezzi di ingresso e di uscita sia in perdita che in profitto: ogni trade deve richiedere del tempo per studiare ed analizzare lo stato del mercato, ingressi sul mercato impulsivi o basati su scarse informazioni sono da evitare.

La fase di studio deve precedere la fase di trading: quando piazzi un ordine devi poi essere mentalmente libero di spegnere il pc e non seguire più la questione per ore: stop loss e take profit devono darti la sicurezza di aver operato per il meglio, e tuoi interventi a seguire possono provocare più danni di quanti benefici possono apportare.

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