Un’analisi Istat rivela a quanto ammonta il costo per lo Stato dell’esenzione della prima casa sulla Tasi
L’abolizione della Tasi per la prima casa è costata alle casse pubbliche 3,6 miliardi di euro. Secondo l’Istat, a tanto ammontano le perdite derivate dallo stop alla tassa per l’abolizione principale voluta dal governo Renzi con la legge di bilancio 2016. È quanto affermato nella sua relazione alla commissione Finanze della Camera da Gian Paolo Oneto, direttore per la contabilità dell’Istituto nazionale di statistica.
Istat, gettito complessivo Imu e Tasi di 22 miliardi
“In corrispondenza all’esclusione dell’abitazione principale” il gettito relativo al tributo si è ridotto di circa il 70%. Nel 2014 e nel 2015 corrispondeva rispettivamente a 4,6 e 4,7 miliardi di euro, per passare poi fra 2016 e 2018 a 1,2 e 1,1 miliardi di euro. Il gettito complessivo di Imu e Tasi, comunque, vale 21 miliardi e 983 milioni di euro.
Nello specifico l’Imu, precisa poi Oneto, è in leggerissima riduzione rispetto al 2017 (da 20 a 19,9 miliardi del 2018), mentre la Tasi si mantiene stabile. I dati Istat sono interessanti soprattutto in vista dell’avvicinarsi della discussione sulla nuova tassa unica sulla casa, che comporterebbe la sintesi di Imu e Tasi. La proposta di legge, a firma leghista, dovrebbe avviare il suo iter entro il 2019 e diventerebbe l’imposta principale su seconde case e immobili aziendali. Gli obiettivi principali sono quelli di semplificare i calcoli per il pagamento delle tasse e scontare categorie di immobili come case sfitte o capannoni in disuso.
Istat, quasi metà famiglie povere è in affitto
Dall’analisi Istat è emerso inoltre che la proprietà di una casa è direttamente collegata al reddito e ai livelli di povertà. Sono ben 850 mila le famiglie povere italiane che vivono in case o appartamenti in affitto, e rappresentano quasi la metà (46,6%) di tutte le famiglie in stato di povertà.
La situazione si aggrava se si prende in considerazione il fatto che il costo dell’affitto medio di 307 euro mensili, benché sia di 100 euro inferiore a quello delle famiglie non povere, incide sul bilancio familiare per il 35,5%, ben più che negli altri casi.
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