In Veneto niente più tamponi per i no vax: nelle Asl saranno riservati ai sintomatici

Stefano Rizzuti

3 Dicembre 2021 - 11:16

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha deciso di sospendere i tamponi nelle aziende sanitarie locali per i non vaccinati: i test saranno riservati a sintomatici e persone a rischio.

In Veneto niente più tamponi per i no vax: nelle Asl saranno riservati ai sintomatici

I no vax non potranno più effettuare i tamponi nei centri delle aziende sanitarie del Veneto e saranno costretti a farli a pagamento in farmacia e nelle strutture private. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha confermato la stretta sui non vaccinati spiegando che i tamponi verranno effettuati solamente per le persone sintomatiche e per pochi altri aventi diritto alla gratuità dei test.

Zaia spiega in un’intervista a La Stampa che la decisione dipende dal fatto che la Regione è arrivata “quasi al collasso” per l’utilizzo dei tamponi a uso diagnostico. I test nelle Asl saranno quindi vietati ai non vaccinati anche se il presidente della Regione ribadisce la sua contrarierà all’obbligo vaccinale, ritenuto difficilmente percorribile.

La stretta di Zaia sui tamponi ai non vaccinati

Sulla questione dei tamponi gratis ai no vax Zaia argomenta: “Per noi il servizio al cittadino è inviolabile e non ci sono differenze di scelte vaccinali, però il problema è che ci sono le priorità e in questa fase con un’alta circolazione del virus siamo arrivati quasi al collasso dei tamponi
per uso diagnostico
”.

Zaia sottolinea che il Veneto è la Regione che fa più tamponi in Italia (fino a 140mila al giorno), però quando il numero di contagi sale - sfiorando quota 3mila - a giudizio del presidente della Regione è necessario fare delle scelte. Considerando, inoltre, che i tamponi servono anche per le scuole. “C’è una scala di priorità che va rispettata”, chiosa Zaia.

I tamponi nel Veneto

Zaia definisce il Veneto come la terra di tamponi e tamponatori, parlando a Radio anch’io, su Radio 1. E ricorda come lo scorso anno ne venissero effettuati 50mila al giorno contro gli oltre 120mila di oggi. “Abbiamo una macchina dei tamponi micidiale, ma siamo anche impegnati sul fronte delle vaccinazioni, e siamo la Regione che vaccina di più in Italia. Abbiamo tanto fronti
aperti, con 700 pazienti Covid in ospedale
”, aggiunge.

Il presidente della Regione Veneto prosegue:

Io ho l’obbligo di dire la verità ai cittadini. Io non ce l’ho con i no vax ma vaccinarsi è la soluzione. Sono arrabbiato. Non possiamo continuare a diffondere l’alibi che questo virus si cura a casa. Basta. Il 93% si sta curando a casa, ma senza pneumologie e terapie intensive gran parte dei 30mila malati sarebbero morti”.

La sospensione dei tamponi ai no vax in Veneto

Le Ulss del Veneto hanno quindi deciso di sospendere i tamponi se non si rientra nelle categorie a rischio o non si è sintomatici. I non vaccinati dovranno andare, a pagamento, nelle strutture private (per test rapidi e molecolari) e in farmacia (per i rapidi).

La prima azienda sanitaria ad applicare queste restrizioni è stata quella di Padova, prevedendo test gratuiti solamente a chi ha sintomi, chi è in pronto soccorso o ricoverato, chi è in isolamento in quanto contatto di un positivo o, ancora, nelle scuole sentinella, per gli operatori delle strutture sanitarie, per gli ospiti delle case di riposo e per gli esenti dal vaccino.

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