Stipendi uguali, ma con meno ore e solo 4 giorni di lavoro: il governo Meloni apre alla settimana corta in Italia

Stefano Rizzuti

28 Febbraio 2023 - 09:54

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Il governo Meloni, attraverso il ministro Adolfo Urso, apre alla proposta della Cgil di applicare la settimana corta anche in Italia: stesso stipendio ma con meno ore e solo 4 giorni di lavoro.

Stipendi uguali, ma con meno ore e solo 4 giorni di lavoro: il governo Meloni apre alla settimana corta in Italia

La settimana lavorativa di quattro giorni si può fare anche in Italia. Il governo Meloni apre, attraverso il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, all’ipotesi lanciata dal segretario della Cgil, Maurizio Landini. La settimana corta, che è stata sperimentata con successo nel Regno Unito, potrebbe quindi approdare anche in Italia.

Il modello è quello che è stato applicato, con buoni risultati, in alcune aziende del Regno Unito, dove una sperimentazione ha portato alla conclusione che la settimana lavorativa di quattro giorni, con meno ore lavorate ma a parità di stipendio, rende i dipendenti più contenti e aumenta la produttività.

In Italia sono pochissime le aziende che stanno provando a mettere in campo un sistema del genere, ma il governo sembra disposto a un’apertura in questa direzione. “Sono disposto a riflettere partendo dalla realtà”, sostiene il ministro Urso in un’intervista a La Stampa. Cosa potrà succedere in Italia sulla settimana lavorativa di quattro giorni?

La proposta della Cgil sulla settimana corta

Landini aveva lanciato l’idea in un’intervista alla Stampa, annunciando che a metà marzo, in occasione del congresso della Cgil, presenterà una proposta concreta per la settimana corta anche in Italia. “Di fronte alla rivoluzione tecnologica, che porta a un aumento di profitti e produttività, si deve praticare la ridistribuzione della ricchezza e di come viene accumulata anche attraverso la riduzione dei tempi di lavoro”, ha spiegato.

La settimana lavorativa di 4 giorni in Italia

L’idea è stata lanciata dal segretario della Cgil e ora Urso si dice disponibile a valutare questa ipotesi. Che può essere considerata con l’obiettivo di “aumentare produttività e occupazione”. Secondo il ministro l’applicazione di questo sistema “dipende dalle condizioni del Paese: abbiamo dei punti di forza e dei punti di debolezza”.

Il primo problema da porsi, secondo Urso, è il fatto che l’occupazione in Italia è concentrata soprattutto al Nord, mentre è molto bassa al Sud e servono inoltre investimenti sul lavoro femminile. Prima di una misura del genere, quindi, bisogna riflettere: “Dobbiamo stare attenti che non diventi un incentivo all’emigrazione interna verso le grandi fabbriche del Nord che possono fare di più su questo fronte”.

Stesso stipendio e meno ore lavorate, governo apre a sindacati?

L’idea, dunque, è quella di permettere ai dipendenti di lavorare per quattro giorni alla settimana, quindi per meno ore, senza una riduzione dello stipendio. Il governo, come spiega Urso, è intenzionato a lavorare sul tema “senza pregiudizi”. E lo stesso ministro assicura che c’è la volontà di coinvolgere imprese e sindacati nel processo decisionale: “Per affrontare le sfide che abbiamo davanti la prima alleanza deve senz’altro essere con il sistema Italia, con imprese e sindacati”.

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