Lavorare quattro giorni a settimana a parità di stipendio, crescono i casi in Italia: l’elenco delle aziende coinvolte

Giacomo Andreoli

31 Gennaio 2023 - 17:02

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Aumenta il numero di aziende in Italia che sperimenta la settimana corta, con rimodulazione dell’orario da 40 ore settimanali su quattro giorni invece che cinque: ecco tutti i casi.

Lavorare quattro giorni a settimana a parità di stipendio, crescono i casi in Italia: l’elenco delle aziende coinvolte

Crescono i casi in cui le aziende italiane applicano in via sperimentale la settimana lavorativa corta. Significa lavorare le stesse ore, ma per quattro giorni a settimana, o quattro giorni e mezzo, invece che cinque, a parità di stipendio.

Si tratta per il nostro Paese di una potenziale rivoluzione, dopo che il tema era stato discusso da vari partiti in campagna elettorale, mettendo al centro l’idea di valorizzare più la qualità che la quantità o la durata settimanale del lavoro.

A fare da apripista sono state Intesa Sanpaolo e Lavazza, prendendo spunto da altre nazioni. In varie società all’estero, infatti, il lavoro su quattro giorni è già una realtà. Accade nel Regno Unito, dove il modello è già diffuso, ma anche in Belgio, che ha varato un’apposita legge, dando la possibilità ai lavoratori di chiedere la riorganizzazione del lavoro.

La settimana corta diventerà uno standard anche da noi? Vediamo nel dettaglio tutte le imprese che ad oggi applicano il nuovo modello lavorativo in Italia e come funziona caso per caso.

Settimana lavorativa corta, chi la applica in Italia?

Le aziende coinvolte sono per lo più grandi imprese, come le multinazionali, spinte dal confronto con i modelli esteri. C’è ad esempio Toyota Material Handling, con 700 lavoratori nell’area di Bologna. La settimana corta è prevista da un accordo aziendale integrativo, che prevede turni di sette ore come turni di otto ore, per coniugare l’aumento di produzione e l’uso dello stabilimento aziendale.

E ancora: Awin Italia, parte di un network internazionale del marketing, con la cosiddetta “flexy week”. Si tratta di una settimana con una giornata libera o due mezze giornate libere in base alla policy aziendale. La divisione italiana la combina con lo smart working, permettendo entrambi assieme.

C’è poi l’esempio della più piccola Tria Spa, azienda di Cologno Monzese che produce macchine per il riciclo della plastica. In base a un accordo aziendale a gennaio è partita la chiusura degli uffici il venerdì alle 12, con tre ore di permessi retribuiti in busta paga per tutti i dipendenti.

Come funziona il nuovo modello lavorativo in Intesa e Lavazza

Intesa Sanpaolo ha proposto ai propri dipendenti un’evoluzione dello smart working, con la possibilità di lavoro flessibile fino a 120 giorni all’anno, senza limiti mensili, assieme alla settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative, a parità di salario e senza obbligo di giorno fisso.

Lavazza, invece, ha introdotto nel nuovo contratto integrativo la possibilità di ridurre la durata del lavoro il venerdì, spalmando le ore nel resto della settimana.

Quali imprese seguiranno l’esempio?

Sono tante le aziende che presto potrebbero aggiungersi. Nell’ambito della moda, ad esempio, alcune aziende stanno pensando di seguire l’esempio di Desigual, che ha adottato la settimana corta per 500 lavoratori degli uffici di Barcellona, ma con una riduzione della retribuzione del 6,5%.

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