Gli Stati Uniti tornano all’attacco. L’Unione Europea è stata fregata

Alessandro Nuzzo

11 Ottobre 2025 - 15:02

L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Ue sembrava aver risolto le controversie e invece Trump torna all’attacco.

Gli Stati Uniti tornano all’attacco. L’Unione Europea è stata fregata

Uno dei capisaldi della politica di Trump, da quando è tornato alla Casa Bianca, sono i dazi. Il tycoon ha scelto di difendere apertamente i prodotti Made in USA imponendo pesanti tariffe su tutte le merci importate dall’estero. A seconda dei Paesi, le aliquote possono variare in percentuale, riflettendo una strategia commerciale fortemente protezionistica che punta a riportare la produzione entro i confini nazionali.

Anche i Paesi dell’Unione Europea sono stati coinvolti in questa vicenda, che vede numerose aziende italiane e non costrette a pagare molto di più per esportare negli Stati Uniti. Dopo le incessanti minacce di nuovi aumenti nei mesi scorsi, a luglio Donald Trump e Ursula von der Leyen hanno raggiunto un accordo commerciale che avrebbe dovuto porre fine a tutte le pretese eccessive di Washington e ristabilire un equilibrio nei rapporti economici transatlantici.

L’intesa è stata poi ratificata con la firma del 21 agosto. Alla base vi è una tariffa del 15% onnicomprensiva di tutti i comparti: dall’agroalimentare all’industria farmaceutica, dall’automotive ai semiconduttori e al legname. Restano invece esenti settori come aeronautica, farmaci generici e risorse naturali non disponibili in Nord America, incluso il sughero.

Dall’altra parte, è stato stabilito che le merci statunitensi restino nella maggior parte dei casi esenti da dazi europei. Von der Leyen ha definito l’accordo «il migliore possibile per l’Europa», sottolineando come fosse necessario salvaguardare i rapporti con la prima economia mondiale.

L’intesa sembrava aver risolto la controversia, sebbene diversi Paesi europei avessero espresso perplessità. Tuttavia, negli ultimi giorni, Donald Trump è tornato all’attacco.

Trump chiede il mancato rispetto di alcune norme europee alle aziende USA

Con una lettera inviata alla Commissione, gli Stati Uniti hanno chiesto di non essere soggetti a determinate normative europee. Washington ha messo nel mirino soprattutto alcune regole ambientali stringenti che, a loro dire, penalizzerebbero la competitività delle imprese americane nel mercato europeo. Per questo motivo ha chiesto all’Ue di esentare le aziende statunitensi dal rispetto di vari regolamenti, come la presentazione dei piani di transizione climatica o la conformità alla due diligence ambientale nelle catene di fornitura.

Per Washington si tratta di una «grave e ingiustificata eccessiva regolamentazione», ma oltreoceano non si comprende che in Europa la transizione verde segue una visione profondamente diversa, fondata sulla sostenibilità e sulla responsabilità collettiva verso il pianeta.

L’Europa, da anni, ha scelto un quadro normativo che promuove sostenibilità e trasparenza, imponendo alle imprese maggiore attenzione sull’impatto ambientale e sociale delle proprie attività. Negli Stati Uniti, invece, l’approccio di Trump è opposto: si punta a favorire il mercato e le aziende, e se norme estere contrastano con questa visione, si tenta di aggirarle o modificarle.

Il mercato europeo resta comunque cruciale per le imprese americane, ma le nuove direttive Ue sulla sostenibilità e la due diligence, entrate in vigore nel 2024, impongono controlli più rigorosi, aumentando costi e burocrazia. Nonostante ciò, molte aziende statunitensi si stanno adattando, adottando pratiche di sostenibilità e reporting che, oltre a garantire l’accesso al mercato europeo, si stanno rivelando un vantaggio competitivo e d’immagine. In sostanza, dunque, la richiesta di Trump trova ben poca comprensione da parte di Bruxelles e degli Stati membri.

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