La Spagna chiede il divieto di veicoli diesel, benzina e ibridi

Ilena D’Errico

9 Novembre 2025 - 00:56

Il divieto assoluto sui veicoli diesel, benzina e ibridi potrebbe alla fine risultare più moderato e la Spagna non è affatto d’accordo.

La Spagna chiede il divieto di veicoli diesel, benzina e ibridi

Nonostante l’acceso dibattito lo stop europeo alle auto benzina e diesel del 2035 non era mai stato messo formalmente in discussione, ma ora Bruxelles valuta un dietrofront. Diversi Paesi, tra cui soprattutto l’Italia, vogliono guadagnare più tempo per la transizione elettrica dei veicoli, ma altri spingono nel verso opposto. La Spagna, in particolare, chiede il divieto di veicoli diesel, benzina e ibridi il prima possibile, quantomeno in linea con gli obiettivi iniziali.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Francia, che difende gli sforzi messi in campo finora da tutti i governi Ue per la decarbonizzazione. Insomma, la Commissione Ue si trova esattamente tra due fuochi, dovendo pensare tanto alla transizione energetica quanto agli interessi commerciali dei Paesi membri e del territorio comunitario in generale. Non sarà facile trovare un compromesso, ma la fermezza delle istituzioni europee sembra ora vacillare, con l’instabilità geopolitica che gioca a favore di chi vuole rimodulare il piano auto europeo.

Il piano europeo sullo stop benzina e diesel

Il regolamento europeo sull’emissione di Co2 da parte dei veicoli dovrebbe vietare la vendita di auto termiche con motore a benzina e diesel a partire dal 1° gennaio 2035, oltre a prevedere lo stop totale della circolazione di questi veicoli dal 2050. L’uso del condizionale è doveroso oramai, visto che il Consiglio europeo sembrerebbe aperto a rivedere il divieto di immatricolazione dei veicoli con motore endotermico. Si ipotizza ora la possibilità di posticipare l’entrata in vigore del divieto al 2040, oltre a prendere in considerazione come alternative alla restrizione totale i combustibili sintetici e-fuel e i biocarburanti, come sollecitato da Germania e Italia.

I due Paesi sono infatti i maggiori oppositori del regolamento, tant’è che le parole della premier Meloni su questa “follia ideologica” sono diventate famose in tutta l’Unione europea. A rinforzare la richiesta c’è poi la recente comunicazione dell’Acea, associazione che rappresenta i produttori di auto nell’Ue. L’associazione chiede in particolare che il divieto venga posticipato, oltre che previsto in maniera ancora più graduale (per esempio allungando i tempi di utilizzo dei veicoli ibridi ).

La criticità dello scenario internazionale si riflette inevitabilmente anche sull’automotive, che rischia di subire drasticamente il calo di domande da parte dei consumatori, insieme all’aumento dei costi, a causa delle politiche commerciali di Trump e della dipendenza asiatica per le batterie. L’Unione europea deve quindi tenere conto anche di quest’ultimo aspetto, non soltanto per far fronte al problema imminente ma anche, e soprattutto, per ricordare di quanto sia essenziale stare al passo con i tempi..

La Spagna chiede il divieto di veicoli diesel, benzina e ibridi

Mentre Italia e Germania lottano per posticipare lo stop ai motori endotermici e mitigare i divieti, la Spagna chiede a Bruxelles il massimo del rigore e della puntualità. Secondo Madrid, che ha inviato alla Commissione Ue una lettera ufficiale con il sostegno di Parigi, è essenziale che la vendita di auto con motore benzina, diesel o anche ibrido arrivi nel 2035. Fare diversamente sarebbe infatti “incoerente e demotivante”, soprattutto alla luce degli investimenti effettuati dall’intera industria automobilistica europea.

Secondo il primo ministro Pietro Sanchez è opportuno mantenere il divieto previsto dal regolamento europeo, evitando di concedere ingiuste eccezioni. Contestualmente, la Spagna chiede anche di favorire la transizione energetica riconoscendo degli incentivi finanziari alle fabbriche europee, che sarebbe importante per garantire il progresso dell’industria Ue nel campo.

L’aumento dei costi di produzione e il calo delle domande hanno già messo a dura prova le aziende europee, che dovranno presto far fronte con regole nuove. La Spagna è inoltre uno degli Stati comunitari che può essere colpito maggiormente visto che si tratta del secondo maggiore produttore di auto in tutta l’Ue.

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