Sondaggi politici: attenta Meloni, ecco come il Pd può vincere le elezioni

Alessandro Cipolla

8 Settembre 2023 - 15:55

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Gli ultimi sondaggi politici vedono in difficoltà il centrodestra e in particolare Fratelli d’Italia: perché Meloni deve temere per una rimonta del Pd alle prossime elezioni.

Sondaggi politici: attenta Meloni, ecco come il Pd può vincere le elezioni

I sondaggi politici iniziano a farsi preoccupanti per Giorgia Meloni, proprio nel momento in cui il governo si appresta a imbastire la legge di Bilancio 2024 che a detta della premier sarà condizionata dalle “poche risorse a disposizione”.

In vista di un autunno che potrebbe essere particolarmente caldo per la maggioranza, l’ultimo sondaggio politico di Swg può essere percepito dalle parti di Palazzo Chigi come un autentico campanello d’allarme: rispetto a fine luglio sarebbero in calo Fratelli d’Italia (-1,2%), Lega (-0,3%) e Forza Italia (-0,8%).

Meloni può sempre continuare a guardare tutti dall’alto verso il basso nelle intenzioni di voto, ma la luna di miele tra la presidente del Consiglio e gli italiani sembrerebbe essere destinata a finire presto sotto il peso di macigni come l’inflazione, il record di sbarchi e l’impossibilità di realizzare a breve promesse elettorali come la riforma delle pensioni e del fisco.

Il sondaggio politico di Swg però ci dice anche un’altra cosa: calcolatrice alla mano, in questo momento un “campo largo” del centrosinistra sarebbe oltre due punti percentuali davanti al centrodestra.

Se si votasse domani e se le opposizioni - eccezion fatta per Matteo Renzi - si dovessero compattare in una unica coalizione come ai tempi dell’Ulivo, le elezioni con ogni probabilità verrebbero vinte dal Partito Democratico e dai suoi alleati.

Sondaggi politici: chi vince tra Meloni e Schlein?

Prima di avventurarsi tra calcoli e percentuali, occorre fare alcune precisazioni. La prima è che i sondaggi politici vanno sempre presi con le molle: il caso più eclatante è quello delle recenti elezioni in Spagna, dove tutti gli istituti di indagine davano i Popolari netti vincitori mentre i risultati hanno raccontato poi tutta un’altra storia.

La seconda precisazione è che, quando si parla di partiti che al momento non sono alleati, non si possono sommare a cuor leggero le loro percentuali visto che molti elettori potrebbero bocciare - ma anche al contrario altrettanti potrebbero avvicinarsi - il simposio.

Detto questo, stando all’ultimo sondaggio politico di Swg il centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) al momento sarebbe complessivamente al 44,0%; in teoria ci sarebbe anche la “quarta gamba” di Noi Moderati, ma essendo stimati sotto l’1% non vengono presi in considerazione al pari di possibili alleati del centrosinistra come Psi e Centro Democratico.

Il centrosinistra per come si è presentato alle elezioni (Pd, Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa) sarebbe invece al 26,0%. Se però allarghiamo il perimetro anche al Movimento 5 Stelle, il totale salirebbe al 42,9%.

Basterebbe così una alleanza giallorossa per portate Schelin a un passo da Meloni: in caso di elezioni, stando all’attuale legge elettorale con delle percentuali del genere sarebbe inevitabile un pareggio, soprattutto al Senato.

Nel caso in cui il Pd riuscisse a realizzare quel “campo largo” in passato evocato da Enrico Letta, tutto potrebbe cambiare. Se anche Azione infatti dovesse unirsi ai giallorossi, il totale di questa coalizione sarebbe del 46,4%.

Naturalmente non sarebbe per nulla facile mettere sotto lo stesso tetto Azione, +Europa, Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle, con i temi delle armi all’Ucraina e della giustizia che sembrerebbero essere degli ostacoli insormontabili per una ampia coalizione.

In Europa però - vedi Ungheria, Polonia, Turchia e in parte anche Spagna - sta succedendo che per combattere il “nemico” comune buona parte delle forze di opposizione abbiano unito le loro forze mettendo da parte divisioni e dissapori.

Potrà mai verificarsi una cosa del genere anche in Italia? Se i sondaggi dovessero essere favorevoli ci potrebbe essere almeno un tentativo di dialogo, con le elezioni europee di giugno che saranno il momento in cui ogni partito potrà misurare qual è la sua reale forza politica nel Paese.

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