Una soluzione alla crisi abitativa potrebbe essere il social housing. Cos’è, a chi è rivolto e come funziona questo modello abitativo che favorisce la coesione sociale?
Cos’è il social housing, come funziona e a chi si rivolge questa tipologia di abitazione? In un contesto sociale in continuo mutamento in cui l’emergenza abitativa colpisce le fasce più economicamente fragili della popolazione, il social housing cerca di dare una soluzione di accesso alle unità abitative.
Il termine social housing viene spesso tradotto con edilizia residenziale sociale, concetto affine ma non identico all’edilizia popolare. Permette alle persone con difficoltà economiche di accedere ad abitazioni che gli consentano di condurre una vita dignitosa a condizioni economiche vantaggiose.
Cos’è il social housing?
Il social housing prevede canoni di locazione calmierati o, in alternativa, di ottenere mutui altamente agevolati. Le abitazioni sono ubicate in luoghi pensati appositamente per fornire spazi sociali condivisi in cui si sviluppano case di qualità. Lo scopo ultimo è quello di creare comunità su cui poter contare.
Quando si pensa al social housing, quindi, non si deve pensare all’edilizia popolare, anche se si tratta di una forma abitativa che può essere considerata simile. Gli alloggi a cui si può accedere hanno delle caratteristiche specifiche, anche se si tratta di abitazioni classiche che vanno dal monolocale per i single ai quadrilocali per nuclei familiari numerosi.
Le caratteristiche degli immobili sono:
- avere il canone di locazione calmierato per venire incontro alle esigenze di chi ha un basso reddito (per chi vuole comprare, invece, c’è la possibilità di ottenere mutui agevolati);
- spazi comuni come lavanderie, sale riunioni, giardini, aree all’aperto in cui i residenti possono sviluppare amicizie allo scopo di creare una comunità unita;
- le abitazioni sono costruite nel rispetto dell’ambiente e con criteri di alta efficienza energetica che permettono di ridurre i consumi;
- grazie a costruzioni architettoniche progettate appositamente gli alloggi sono inclusivi e permettono l’accesso anche ai disabili.
Il social housing, quindi, è un progetto di edilizia abitativa che fornisce non solo alloggi, ma anche servizi aggiuntivi per la comunità come spazi culturali, negozi e servizi per l’infanzia, ad esempio. Questa tipologia di abitazione mira, da una parte, a rispondere alla crisi abitativa offrendo una soluzione a prezzi accessibili e, dall’altra, a migliorare la vita dei residenti promuovendo anche la coesione sociale.
A chi si rivolge il social housing?
A poter accedere ad abitazioni di social housing è una platea molto più ampia di quella solitamente prevista dagli alloggi popolari. Queste abitazioni sono rivolte a giovani coppie, anziani, studenti fuori sede, nuclei monoparentali e famiglie a basso reddito, il denominatore comune, in ogni caso, deve essere il reddito medio-basso che non permette di accedere agli immobili classici.
L’accesso al social housing richiede un reddito intermedio, ovvero troppo alto per accedere alle case popolari, ma troppo basso per poter affittare un immobile sul mercato. In base al territorio variano gli indici Isee a cui far riferimento: variano in base alla Regione e al Comune.
Come si può accedere al social housing?
In linea generale per poter accedere a questa tipologia di alloggio è necessario avere un Isee entro una certa soglia (come range massimo possiamo considerare 30.000 euro, ma come abbiamo detto le soglie variano in base al territorio). Per poter trovare un alloggio in social housing è necessario consultare bandi comunali o di enti come l’ATER.
Se si trova un bando nella propria zona di residenza e si rientra nei requisiti previsti, si deve trasmettere una domanda nei modi previsti (solitamente in modalità telematica). Anche se la procedura varia in base al luogo di residenza, solitamente è necessario compilare la domanda di accesso e inviarla corredata da documento di identità e certificazione Isee. In alcuni casi potrebbero essere richiesti anche altri documenti, come stato di famiglia.
Una volta pervenute tutte le domande saranno valutate dall’ente che stilerà una graduatoria (solitamente basata su Isee e composizione del nucleo familiare). Se si rientra tra i beneficiari si avrà la possibilità di affittare un immobile in social housing che prevede, solitamente, un contratto di locazione con un canone previsto non superiore al 30% del reddito percepito.
In alternativa l’immobile in social housing può essere anche acquistato e in questo caso all’acquirente sarà data la possibilità di accedere a un mutuo con condizioni agevolate.
In quali zone di Italia c’è già il social housing?
In Italia, al momento, i progetti di social housing non sono particolarmente sviluppati, anche se il Governo, con il Piano Casa, sta dirigendo la propria attenzione anche a questa tipologia di edilizia. Le Regioni in cui questi progetti sono maggiormente sviluppati sono Piemonte, Umbria e Lombardia che possono vantare la maggioranza dei progetti presenti in Italia.
Il social housing, in ogni caso, sta prendendo piede anche in Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Marche, Veneto, Trentino Alto Adige e Toscana.
Anche se si tratta di un progetto specifico va segnalato che ci sono differenze tra il social housing delle diverse città che lo mettono in atto.
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