Si possono ricevere soldi per votare alle elezioni? Il sondaggio shock scuote l’Ue

Alessandro Cipolla

26 Marzo 2024 - 15:36

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Oltre il 50% dei cittadini in Montenegro - Paese in trattativa per entrare nell’Ue - crede che si ricevano soldi per votare alle elezioni: cosa dice la legge in Italia?

Si possono ricevere soldi per votare alle elezioni? Il sondaggio shock scuote l’Ue

Si possono ricevere soldi per votare alle elezioni? Può sembrare una domanda banale, quasi kafkiana, invece la risposta non è così scontata come è emerso da un sondaggio condotto dal Centro di monitoraggio e ricerca (Cemi) in Montenegro, Paese che da tempo sta negoziando il suo ingresso nell’Unione europea.

Per il sondaggio oltre il 50% degli intervistati pensa che le persone ricevano dei soldi per andare a votare alle elezioni, mentre una percentuale di poco inferiore è convinta che alcune persone vengano ricattate per esprimere la propria preferenza.

Se poi consideriamo che il 25% pensa che i voti non siano conteggiati in maniera equa e che la metà degli intervistati non ha fiducia nella Commissione elettorale centrale, lo scenario dipinto dal sondaggio appare desolante.

A completare il tutto c’è la minoranza del 47% dei cittadini che stando al sondaggio sarebbe convinto che il Montenegro sia uno Stato democratico, non il massimo per chi aspira a diventare a breve il ventottesimo Paese membro dell’Ue.

Ma è lecito che le persone ricevano dei soldi per votare alle elezioni? La risposta ovviamente è no, ma in Italia anche di recente diverse inchieste hanno evidenziato come dei cittadini in qualche modo siano stati ricompensati dopo aver espresso una preferenza “suggerita”.

Soldi per votare alle elezioni: è consentito?

La legge in Italia è molto chiara: non è legale ricevere dei soldi per votare alle elezioni. Il fatto costituisce un reato che può essere contestato anche in caso solo di una promessa, quindi senza che avvenga materialmente uno scambio di denaro.

Nel dettaglio si tratta del reato di corruzione elettorale, in Italia disciplinato dal D.P.R. 16-5-1960 n. 570 all’ art. 86 che recita:

Chiunque, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, il voto elettorale o l’astensione, dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori, o, per accordo con essi, ad altre persone, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000 , anche quando l’utilità promessa sia stata dissimulata sotto il titolo di indennità pecuniaria data all’elettore per spese di viaggio o di soggiorno o di pagamento di cibi e bevande o rimunerazione sotto pretesto di spese o servizi elettorali. La stessa pena si applica all’elettore che, per dare o negare la firma o il voto, ha accettato offerte o promesse o ha ricevuto denaro o altra utilità.

C’è poi il voto di scambio, ovvero la “promessa di procurare voti” in cambio “dell’erogazione o della promessa” di soldi o di altre utilità, con l’aggravante poi dello scambio elettorale politico-mafioso.

Di recente numerose inchieste hanno indagato su dei fenomeni corruttivi o di voto di scambio in occasione delle varie elezioni: non solo soldi, ma anche buoni benzina e promesse di posti di lavoro.

Insomma se il sondaggio fatto in Montenegro può sembrare incredibile se pensiamo che si tratta di un Paese europeo in trattativa per entrare nell’Ue, purtroppo il fenomeno della corruzione elettorale e del voto di scambio è tristemente d’attualità anche in Italia.

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